"CORPS ET OMBRES" : LA RICCA ESPERIENZA CARAVAGGESCA DI MONTPELLIER. La mostra che ha chiuso i battenti il 14 ottobre, fa ora tappa a Los Angeles e poi a Hartford.



Un'occasione che in Francia non capita spesso, e risulta pure unica per pregio, è la mostra caravaggesca con duplice sede a Montpellier (Caravage et les caravagistes du sud) e Toulouse (Le caravagisme du nord); qui, ci si dedica alla prima e di più forte richiamo sezione. 
L'esposizione è meritevole già per l'eccezionalità dei prestiti, grazie ad uno speciale organismo intermuseale: 74 opere (133 in totale fra le due città) di cui ben nove Caravaggio e per di più fra quelli meno itineranti (come la Negazione di Pietro). Ambienti ariosi e ben illuminati (anti-caravaggescamente, e in controtendenza a mostre che si preoccupano più della conservazione delle opere), con limitate fasce di rispetto che consentono una visione ravvicinata e l'esercitarsi dell'occhio su un fare pittorico del nostro meno familiare (vedi la Flagellazione di Rouen), apparato didattico di sala – e targhe esplicative per ciascun quadro!, sia pure quasi inevitabilmente ripetitive sui temi ricorrenti – equilibrato e ineccepibile, e soprattutto scientemente sgombro da sottesi iconologici che spesso personalizzano troppo la lettura di un'iconografia e la cura di una mostra. 

Sei qui le sezioni di Corps et Ombres. Caravage et le caravagisme européen: Caravaggio, naturalmente in apertura, tele fra le più riconosciute come autografe con la copia finsoniana della Maddalena; Le prime conversioni, con la sintetica anteprima Baglione-Borgianni-Gentileschi (quest'ultimo, figlia compresa, ampiamente rappresentato) e un Leonello Spada che il museo – c'è chi può! – vanta di aver potuto acquistare di recente; I francesi a Roma attorno a Manfredi, Vouet e Valentin fra tutti, per una sezione patriotticamente la più nutrita; La tentazione caravaggesca, con un'onda lunga che si trascinerebbe fino alla metà del secolo XVII, ma la tentazione qui talvolta pare più quella di chi vuol vedere a tutti i costi un'influenza del maestro (che non può esservi banalmente per scelta di temi/composizioni e qualche contrasto luministico); Da Napoli a Siviglia, unificando e sviluppando le due forti esperienze partenopea e ispanica, chiaramente riconduce a Battistello e Ribera, portando fino a de Zurbarán e Velázquez; Il caso singolare di Georges de la Tour, con il contraltare del "Caravaggio francese" chiude idealmente e in maniera azzeccata la ricca esperienza del visitatore. Seguono ulteriori salette dedicate in particolare a, ça va sans dire, la nazionale cappella Contarelli, e applicazioni interattive di camera oscura, corps (manichini modellabili) et ombres appunto. 
Qualche appunto su inattesi artisti 'minori' portati alla ribalta caravaggesca (Assereto o De Bellis non ne sono certo frequentatori assidui), e selezione per forza di cose dettata anche dalle offerte museali messe in sinergia; comunque – almeno qui – nessuna spoliazione dalle chiese locali, anzi inserite in un percorso extra di visita teso intelligentemente a valorizzare il territorio. Ma soprattutto, pare più di proposito che – si vuol sperare – per beata ignoranza d'oltralpe, la convinzione senza possibilità di appello del più tradizionale arrivo del Merisi a Roma nel 1592: nella bibliografia aggiornata all'anno corrente, nemmeno una citazione del serio e fondamentale lavoro presso l'Archivio di Stato di Roma che sposta in avanti quella datazione. Sostanzialmente, la mostra è promossa e, di più, qualcosa potrà pure insegnare da queste parti, dove il marchio Caravaggio più spesso si usa. Ed abusa. 

(Michele Cuppone, Roma, 10 ottobre 2012)

Mostra a Los Angeles dall'11 novembre al 10 febbraio 2013: "CORPI E OMBRE: CARAVAGGIO E LA SUA EREDITA'" (fonte: AISE.IT)

LOS ANGELES - "Corpi e ombre: Caravaggio e la sua eredità": è la mostra che sarà inaugurata domenica 11 novembre e che resterà aperta fino al 10 febbraio 2013 al LACMA di Los Angeles. 

La mostra è organizzata da LACMA, Musée Fabre de Montpellier Agglomération, Musée des Augustins de Toulouse, Wadsworth Atheneum Museum of Art, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. L’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) viene presentata attraverso una scelta di otto capolavori, rappresentativi dell’evoluzione del suo stile pittorico. Caratterizzati da una forza espressiva realistica e rivoluzionaria, i lavori di Caravaggio danno prova di una vita intensa, fuori dagli schemi e raccontata talvolta con i caratteri della leggenda. 
Insieme a questi dipinti, l’esposizione presenta anche un’ampia selezione di lavori di circa 20 artisti italiani, spagnoli, francesi e olandesi che testimoniano l’eredità dell’artista, giunta sino alla fine del XVII secolo ed oltre. La mostra in effetti esplora i lavori dei cosiddetti "Caravaggisti", generazione di artisti europei che nel XVII secolo fu fortemente influenzata dallo stile del Caravaggio. La mostra riunisce più di 50 opere, tra cui una serie di lavori del maestro, mai esposte prima in California. "La fama di Caravaggio (1571–1610) – scrive il curatore J. Patrice Marandel, - è cosa recente. 
Un centinaio di anni fa il suo nome non sarebbe figurato tra i grandi pittori della scuola italiana: Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Tiziano", "considerati i pilastri della pittura italiana". Ma, prosegue, "oggi Caravaggio è diventato un artista le cui opere... CONTINUA A LEGGERE SU AISE.IT

"Caravaggio, una spiritualità tra fede, fanatismo e blasfemia" (di Paolo Gallinaro da Mediani.it)

Tra le pagine ancora da scrivere della storia dell'arte italiana, vi è quella del carattere spirituale di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Molte le ipotesi che si possono avanzare, tra cui il suo rapporto con il misticismo degli Oratoriani. 

È risaputo che Caravaggio non fu un santo, ma anche che non fu un uomo senza Dio. Ribelle, scontroso, aggressivo e allo stesso tempo profondamente religioso, l’artista ha a lungo impegnato gli storici dell’arte per scoprire quale fosse il suo preciso orientamento spirituale. Molti i pareri contrastanti e i dubbi irrisolvibili, tanto che, ancora oggi, la spiritualità dell’artista resta un mistero. Per molti studiosi Michelangelo Merisi fu tra i maggiori artefici della restauratio religiosa che coinvolse l’Europa subito dopo il Concilio di Trento; per altri, invece, il pittore lombardo fu legato soprattutto alle correnti pauperistiche nate a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento; mentre per i suoi contemporanei Caravaggio fu semplicemente un blasfemo. Sembrerebbe un rompicapo, ma nella sua arte, in effetti, c’è chi ha voluto vedere attuate tutte le direttive ... CONTINUA A LEGGERE SU MEDIANI.IT

27 novembre: Dialogo su "Caravaggio e il linguaggio dell'arte" tra Rodolfo Papa e Graziano Perillo

Martedì 27 novembre 2012, ore 19.30 – 20,30, all’interno della “Settimana culturale della filosofia" il Prof. Rodolfo PAPA (Accademia Urbana delle Arti di Roma) dialoga con il relatore il prof. Graziano PERILLO (Facoltà di Filosofia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma) su "CARAVAGGIO E IL LINGUAGGIO DELL'ARTE"

Il Corso ha luogo a Roma presso la Rettoria di Sant’Ivo alla Sapienza (Palazzo della Sapienza), in Corso del Rinascimento 40, nei pressi di Piazza Navona.

Ai partecipanti presenti ad almeno due terzi degli incontri del ciclo triennale sarà rilasciato un Attestato di partecipazione (corrispondente a 3 ECTS – CFU per eventuali accreditamenti accademici e/o formativi). PER ULTERIORI INFORMAZIONI CLICCARE QUI