Roma, 3 luglio: Conferenza-concerto "La musica nei quadri di Caravaggio"


Riposo-Egitto-Damiani 
3 luglio – Santa Marta, Piazza del Collegio Romano 5, ore 19.15
Andrea Damiani, liutista, maestro del Conservatorio di Santa Cecilia, ci accompagnerà, assieme al controtenore Giorgio Carducci e al violinista Valerio Losito, in una conferenza-concerto dedicata ai dipinti musicali di Caravaggio e ai suoi committenti, in un dialogo tra pittura e musica nella Roma di fine Cinquecento.


L’ingresso è gratuito e possibile fino a esaurimento posti
Leggi il PROGRAMMA sul sito di Verderame

Caravaggio e il sarto Valentini. Un (ignoto) "San Sebastiano"

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Oggi in edicola sul «Frankfurter Allgemeine Zeitung», l'articolo di Lothar Sickel Caravaggio beim Schneider, in cui lo studioso espone i risultati delle personali ricerce già presentati nel corso della conferenza Passionen eines Schneiders. Giuseppe Cesari, Pulzone und Caravaggio im Vermächtnis des Antonio Valentini, tenutasi il 25 marzo 2013 a Roma, presso la Biblioteca Hertziana – Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte.
Le ricerche di Sickel risultano preziose poichè danno conto di un San Sebastiano di Caravaggio posseduto dal sarto Antonio Valentini, come emerge dal suo inventario e dal testamento risalenti al 1601 e finora ignoti. Valentini, per volontà testamentaria, volle donare il quadro al marchese Asdrubale Mattei con cui era in stretto contatto; ed effettivamente il quadro figura poi nel 1604 negli inventari di Asdrubale, con la stessa attribuizione a Caravaggio. L'opera tuttavia non è stata ancora riconosciuta con certezza.

«Quei capolavori sono di Prato e qui a Prato devono tornare»

Un Lippi, un Caravaggio e un Bellini da Palazzo Alberti a Vicenza per una mostra. E mai tornati: appello alla Provincia


Tre capolavori partiti per Vicenza. E mai tornati. Era il dicembre 2011 quando «Il crocifisso con cimitero ebraico» di Giovanni Bellini, la «Madonna col bambino» del pratese Lippi e la «Coronazione di spine del Caravaggio» sono stati spostati dalla Galleria di Palazzo degli Alberti di Prato per andare in mostra a Palazzo Thiene. Mostra finita a febbraio dello scorso anno, ma le opere sono rimaste lì. Un patrimonio che appartiene alla Banca Popolare di Vicenza, ma che è fiore allo'occhiello della Galleria di Prato da sempre. Così il campanello d'allarme risuona nei banchi del consiglio provinciale quando uno dei membri dell'Udc, Francesco Querci, solleva il caso affinché le opere ritornino «a casa» (approfondisci l'argomento leggendo il pezzo di Giorgio Bernardini su Corriere Fiorentino, oggi in edicola).

Il 24 giugno alle 21.30 "CARAVAGGIO CRIMINALE" su SKY ARTE

Direttamente dall'Auditorium Parco della musica, Giancarlo De Cataldo e Claudio Strinati interpretano i processi in cui venne giudicato uno dei piu' grandi geni del Barocco: Caravaggio. Un brutto carattere e la tendenza all'abuso dell'alcool portarono l'artista a un'ispirazione fuori dal comune, come spesso accade, ma anche ad un eccesso di violenza che lo portera' ad uccidere. Un cattivo ragazzo particolare, protetto dal Papa e dall'ordine dei Templari per il suo incredibile talento, dovra' comunque affrontare dei processi per percosse, violenze, diffamazione e omicidio. Giancarlo De Cataldo, magistrato, scrittore e drammaturgo con l'aiuto di Claudio Strinati, uno dei massimi esperti di Caravaggio si confrontano sul palco con prove inedite, notazioni criminologiche e curiosita' sul dibattimento processuale. Nella prima puntata, il processo interpretato e' quello che lo vide ... CONTINUA A LEGGERE SU SKY.IT

La musica al tempo di Caravaggio (recensione di Michele Cuppone)

La musica al tempo di Caravaggio, a cura di Stefania Macioce ed Enrico De Pascale per i tipi di Gangemi, è un volume speciale dall'omonimo Convegno Internazionale di Studi tenutosi a Milano nel genetliaco dell'artista, nell'ambito delle celebrazioni per il IV centenario dalla morte e dunque pubblicato anche in tempi piuttosto contenuti e con evidente impegno non comune.
La musica, chiaramente ragione e filo conduttore dell’intero tomo, riacquista tutta l’importanza che in passato le veniva ancor più riconosciuta, non solo come espressione artistica, ma anche quale momento di aggregazione sociale a ogni livello e parte integrante dell’ideale educativo nobiliare. La pubblicazione è ricca di approfondimenti e spunti, presentati da, e solo in apparenza rivolti prioritariamente a differenti categorie di studiosi – in breve e semplificando, storici dell'arte e musicologi – che trovarono un'eccezionale coesistenza nella figura di Franca Trinchieri Camiz, la cui dedizione sembra in qualche modo rivivere e permeare le pagine di quest'opera collettiva. La sintesi e la collaborazione interdisciplinare comunque avvengono ed emergono in più occasioni, talvolta proficuamente frutto dell'incontro diretto in seno al convegno; e si concretizzano soprattutto e simbolicamente nel contributo, a doppia firma, a conclusione del consesso e significativamente dedicato a Baschenis, naturamortista per eccellenza di strumenti musicali ed anzi inauguratore di un genere di grande dignità e fortuna artistica. Ma il volume è arricchito poi in coda – come, è il caso di dire, il bis di un'esibizione concertistica – di ulteriori saggi fuori programma rispetto alla giornata di studi.
Per la numerosità ed eterogeneità dei contributi, arduo è dare conto anche sinteticamente di ognuno, senza scontentare nessuno dei diciotto autori ...

Ecco i Caravaggio nascosti (di Fabio Isman)

Sotto il Martirio di San Matteo e la Buona Ventura si celano altre due opere del maestro. Nel primo caso Michelangelo Merisi decise di ricreare totalmente la composizione, mentre nel secondo fu cancellata la figura di una Madonna.
Il risultato delle eccezionali ricerche su 22 dipinti “romani” sarà pubblicato a ottobre in due tomi di ottocento pagine
 




[...] Che sotto il dipinto con la zingara mentre legge la mano al giovane di buona estrazione (lei ha le unghie sporche: «È una rivoluzione», proclamava Emilio Tadini) si celasse il volto di una Madonna, già si sapeva da tempo. «Si pensava opera del Cavalier d’Arpino, dal quale Caravaggio è stato per breve tempo», racconta Vodret. «Invece, la particolare preparazione della tela, finalmente studiata, mostra una identità con quelle di Caravaggio a quei tempi. In più, grazie agli studi di Giorgio Leone, sappiamo che non è del Cavalier d’Arpino, come si credeva, ma era certamente nella bottega di Lorenzo Carli: il pittore siciliano da cui Caravaggio vive subito a Roma». Insomma, si può affermare che, con ogni probabilità, la Madonna cancellata è sua: il solo quadro noto dei primissimi tempi di vita nell’Urbe. E Alessandro Zuccari ne ha anche ritrovato un’antica incisione, da cui deriva un’immaginetta devozionale ...

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Il Mistero di Caravaggio a Palermo (da "Palermo Viva")

Nativita_con_i_santi_Francesco_e_Lorenzo Giovan Pietro Bellori, insieme ad altri biografi dei secoli passati, aveva sostenuto che la Natività di Palermo era stato commissionato nel 1609 dalla Compagnia dei Bardigli e dei Cordiglieri, ipotizzando un presunto soggiorno palermitano del pittore. Ma di questa commessa non esistono documenti e dal confronto con i quadri eseguiti in Sicilia nello stesso anno a Messina e Siracusa si notano differenze stilistiche così evidenti che si sta facendo sempre più strada l’ipotesi che questo quadro sia stato dipinto nel periodo romano e dunque intorno al 1600 ... 

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Rimettiamo al suo posto il Matteo di Caravaggio, di Pietro Caiazza (contributo esclusivo per C400)



Spesso le interpretazioni che vogliono innovare espongono i capolavori dell’arte ad ulteriori incomprensioni.

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RIMETTIAMO AL SUO POSTO IL MATTEO DI CARAVAGGIO, di Pietro Caiazza 

 Un recente volumetto (Caravaggio. Dov’è Matteo. Un caso critico nella Vocazione di San Luigi dei Francesi, a cura di M. Cecchetti, Milano, Medusa Edizioni, 2012), nel tradurre e raccogliere cinque contributi relativi al dipinto che Caravaggio realizzò per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi a Roma tra il 1599 ed il 1600 ed al personaggio di Matteo in specie, ha riportato d’attualità una vecchia tesi di Andreas Prater del 1985, secondo la quale il personaggio di Matteo non sarebbe – come si era sempre creduto – l’uomo barbuto al centro del tavolo, bensì il giovane a testa bassa a capotavola che conta il denaro.

L’ipotesi parte sostanzialmente da due presupposti: il primo dei quali concerne il dito indice sinistro dell’uomo barbuto, che Prater ritiene rivolto dal personaggio non a sé stesso, bensì appunto al giovane a capotavola (non dunque un «Chi? Io?», bensì un «Chi? Lui?»); il secondo dei quali è che questo giovane stia contando avidamente le monete, e sarebbe per di più un vero truffatore, giacché addirittura farebbe astutamente sparire parte del denaro che estorce all’uomo barbuto, il quale ultimo starebbe ponendo – secondo codesta lettura – appunto le monete sul tavolo.
La conclusione di Prater è in sostanza che Caravaggio abbia voluto giocare un tiro mancino a tutti gli osservatori del dipinto, lasciando individuare ed interpretare per Matteo l’uomo barbuto, che funzionerebbe però come una sorta di «figura-alibi», mentre invece il vero Matteo sarebbe il giovane che non degna nemmeno di uno sguardo Gesù che lo chiama.
Il dibattito, sviluppatosi dopo l’articolo di Prater, ha registrato consensi e dissensi, da Kretschmer (che nel 1988 si dichiarava non convinta dall’ipotesi) ad Hass (che invece ancora nel 1988 concordava con Prater) fino a Röttgen che nel 1991, con robuste argomentazioni, ha rifiutato la lettura di Prater, ritenendo invece che il giovane a capotavola sia un «avaro» che non vuole pagare quanto da lui dovuto, al punto da nascondere le monete sotto il gomito.
Salvatore Settis, recensendo il volumetto su Il Sole 24 Ore del 13 gennaio 2013, sembra aver in sostanza sposato la tesi di Prater, ed ha aggiunto, sulla scorta del contributo di Levin, parimente presente nel volumetto, che quella figura del giovane a capotavola (intesa come l’avido pubblicano, Matteo) deriverebbe da una nota xilografia di Hans Holbein (il Giovane) del 1538, relativa all’uomo che per accumulare ricchezze perde la sua anima.
Considerato però che la riattualizzazione dei problemi interpretativi relativi alla Vocazione di Caravaggio corre il rischio di avallare e diffondere letture forse non giustificate dal dipinto, e contemporaneamente – il che è più preoccupante – di far smarrire il più autentico e ben più profondo significato dell’evento come ricostruito da Caravaggio nel suo capolavoro, sarà opportuno avanzare qui brevemente alcune considerazioni ...

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Rinvio conferenza di Settis su "Caravaggio e l'Antico"

La conferenza Caravaggio e l’Antico, programmata per il 19 giugno nell'ambito de I Dialoghi dell'Arte, a cura del prof. Salvatore Settis, è rinviata al mese di settembre in occasione della conclusione del progetto.
Pubblicheremo quanto prima la data stabilita.
Rimane confermato il concerto di Andrea Damiani La Musica tra Caravaggio e Vasari, il 3 luglio, ore 19.15.

VIDEO - Presentazione del volume «L’essercitio mio è di pittore». Caravaggio e l’ambiente artistico romano


Disponibile on line il video della presentazione del volume «L’essercitio mio è di pittore». Caravaggio e l’ambiente artistico romano (a cura di Francesca Curti, Michele Di Sivo, Orietta Verdi), tenutasi a Palazzo Barberini il 14 maggio 2013.












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Saluti:
     0:00 Anna Lo Bianco (direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini)
     1:23 Eugenio Lo Sardo (direttore dell’Archivio di Stato di Roma)
    11:18 CARLO M. TRAVAGLINI (presidente del CROMA e direttore di RMC)

Relatori:
    14:28 MINA GREGORI (storico dell’arte)
    26:50 IRENE FOSI (storico)
    44:35 E. Lo Sardo
    45:19 ALESSANDRO ZUCCARI (storico dell’arte)
 1:02:16 E. Lo Sardo
 1:05:38 CLAUDIO STRINATI (storico dell’arte)

Ringraziamenti dei curatori
 1:50:00 ORIETTA VERDI
 1:52:26 MICHELE DI SIVO
 1:57:38 FRANCESCA CURTI