Monna Lisa e Caravaggio all'Isola dei defunti (di Tomaso Montanari)

[...] Nel luglio del 2010, al termine di una ‘ricerca scientifica’ seria come il tunnel dei neutrini sognato dalla Gelmini, Vinceti annunciò infatti al mondo il ritrovamento delle ossa del padre dell’arte moderna: che fecero ritorno a Porto Ercole (sorrette, dallo stesso Vinceti, in un’urna di plexiglass) sul veliero di Cesare Previti. Ma nonostante (o forse proprio per) questo clima da mascherata grottesca, un’altra amministrazione pubblica ha dato credito a Vinceti: il Comune di Monte Argentario. Nello scorso maggio è stata infatti creata la Fondazione Caravaggio (presidente, ovviamente, Vinceti) che avrà sede nelle ex scuole di Porto Ercole, e che potrà inscenare il proprio marketing nei principali spazi pubblici storici del paese [...] Continua a leggere su Il Fatto Quotidiano

L'idea di Detroit contro il crac: coprire i debiti con Caravaggio (di Daniele Abbiati)

 
La città è in fallimento, il curatore azzarda una cura che in Italia provocherebbe una rivolta: vendere la collezione di capolavori

Valuta l'arte e mettila da parte, potrebbe servirti, in tempi di vacche magre. È questa la lezione che viene da Detroit, dove le vacche non sono magre, sono proprio clinicamente anoressiche, secche come le casse della città.
Che infatti recentemente ha dichiarato bancarotta. L'ormai ex capitale americana (quindi mondiale) dell'auto ha fatto ciò che non fecero New York nel '75, Cleveland nel '78 e Filadelfia nel '91. Da quelle parti, piuttosto che subire l'onta del fallimento si preferì mediare, dilazionare, mendicare pietà presso i creditori. Invece il cuore industriale del Michigan, che avrebbe urgente bisogno di tre o quattro by-pass per tornare a battere con regolarità, sta pensando di alleggerire la propria situazione di insolvente vendendo i gioielli di famiglia. Custoditi al Detroit Institute of Arts, sono in tutto la bellezza di 60mila opere, inclusi un Brueghel il Vecchio (rilevato, ironia della sorte, soltanto tre anni fa dal Prado di Madrid per 7 milioni di euro), un Caravaggio, un Rembrandt, un Matisse ...

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"Caravaggio in Sicilia. L’ultima rivoluzione" (recensione di Michele Cuppone)

Caravaggio in Sicilia. L’ultima rivoluzione è la prima rilevante fatica letteraria di Andrea Italiano. Il volume, complessivamente un buon prodotto, desta interesse per tematica e contenuti, dove protagonista assoluto non è invero Michelangelo Merisi, quanto più la “rivoluzione” da lui innescata in Sicilia, tanto da affermare in tale sede che la pittura del Seicento nell’isola “inizia” proprio con lui.
La prima parte dunque ripercorre il profilo storico artistico del milanese in Sicilia, a partire dal passaggio maltese, e l’autore non perde occasione di esprimere la propria interpretazione alle molteplici circostanze poco chiare legate al soggiorno isolano, da un presunto sbarco a Gela tutto da verificare, alla ripartenza da Messina o Palermo. Su quest’ultimo punto, sono recepite non tutte le più fresche acquisizioni, probabilmente per via delle tempistiche redazionali; e comunque la pur ampia bibliografia di riferimento, accanto alle citate fonti antiche e moderni studi e monografie, andrà aggiornata su fondamentali uscite recenti.
Ma al di là della ricerca storica l’autore, ‘longhianamente’, è maggiormente interessato agli aspetti stilistici e iconografici, dove indubbiamente offre prove di grande competenza e destrezza. Nella lettura delle opere, in particolare, la scrittura raggiunge i momenti più alti e godibili; contribuisce in tal senso un linguaggio raffinato e, quand’anche volutamente ricercato, accessibile a chiunque ...

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