Caro conte, Caravaggio è di tutti



Dopo l’ipotesi che l’opera «Sette opere della Misericordia» vada all’Expo di Milano. Leonetti aveva detto: decido io.


Gentile signor Leonetti, converrà che non stia bene parlare di un Caravaggio come nemmeno un padrone ottocentesco avrebbe parlato delle sue ferriere, o una femminista del Sessantotto del suo utero. Converrà, insomma, con me che lo slogan «il Caravaggio è mio, e me lo gestisco io», sia alquanto sconveniente. E lo è in primo luogo per ragioni storiche e morali, che sono diventate ragioni giuridiche ...

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