"Documenti e fonti sul soggiorno siciliano di Caravaggio", un articolo di Alvise Spadaro su Agorà



Nel suo nuovo articolo Documenti e fonti sul soggiorno siciliano di Caravaggio. Qualità della produzione e autorevolezza degli studiosi, pubblicato nel numero 56 della rivista “Agorà”Alvise Spadaro  passa appunto in rassegna tutte le fonti più o meno note sul periodo siciliano di Merisi, uno dei meno indagati ma non per questo di secondaria importanza nell'iter del milanese e recente oggetto di revisione negli studi.
In particolare Spadaro conferma con nuove evidenze la morte nel 1608  – data che era stata recentemente messa in dubbio – di Tommaso Lazzari, fratello del più noto committente caravaggesco Giovanni Battista, che avrebbe così scelto una diversa iconografica per la tela nella cappella di famiglia (la Resurrezione di Lazzaro anziché l'iniziale Madonna con san Giovanni Battista e altri santi), proprio per rendere omaggio al fratello scomparso da poco tempo.
L'autore riporta poi alla memoria la sua scoperta del più antico manoscritto che faccia cenno al periodo siciliano di Caravaggio, dove si ricorda di un suo passaggio da Caltagirone.
Infine, fa riferimento all'eventualità di un «inesistente soggiorno palermitano. Teoria quest'ultima già avanzata in considerazione di evidenze stilistiche della pala scomparsa, ma più recentemente dall'attribuzione alla tela, per quanto non esplicitamente indicata, di un documento risalente al periodo romano».

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“Rivelazioni e nuove ipotesi sul Seppellimento di S. Lucia“: conversazione di Enzo Papa il 26 maggio a Siracusa


Giovedì 26 maggio alle 17.30 presso la sala conferenze dell’Archivio di Stato di Siracusa in via Turchia 4, avrà luogo la conversazione Rivelazioni e nuove ipotesi sul "Seppellimento di S. Lucia". Il problema della committenza del professore Enzo Papa, organizzata e promossa dalla Società Siracusana di Storia Patria. Si parlerà in particolare delle origini e delle motivazioni che portarono Caravaggio a realizzare il suo primo capolavoro in terra siciliana.
I lavori saranno aperti dai saluti di Concetta Corridore, direttrice dell’Archivio di Stato di Siracusa e introdotti da Sebastiano Amato, presidente della Società Siracusana di Storia Patria.

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"Punti di vista: il san Pietro crocifisso di Michelangelo e Caravaggio, i laici, il clero e l'eucarestia", di Andrea Lonardo


Antefatto 
Dopo aver guidato un gruppo di sacerdoti nella visita della Paolina, mi viene offerto il dono di concelebrare nella Cappella stessa. Mentre il celebrante predica, levo lo sguardo. Pietro mi sta guardando mentre viene crocifisso. Non me ne accorgo da critico d’arte, ma da concelebrante. Non stavo studiando quel quadro, semplicemente l’ho guardato distrattamente, perché la mente era rivolta ad ascoltare le parole dell’omelia. Non c’è dubbio. Pietro guarda verso l’altare, verso chi celebra, verso l’eucarestia. Solo al termine della messa vado vicino. Le sue pupille sono rivolte indietro. Fissano l’altare. In fondo è normale che un critico d’arte non si accorga del particolare. Perché è un laico e guarda l’affresco dal suo punto di vista, che è quello del fedele seduto nella navata. Ma Michelangelo dipinge quell’affresco pensando all’eucarestia e al papa che la celebra. Continuando a fissare entrambi gli affreschi dall’altare ci si accorge poi che quello è il punto di vista corretto per contemplare entrambi gli affreschi. Anche l’affresco della Conversione di Paolo deve essere visto da quel punto peculiare di vista [...]

Antefatto 
Il giorno dopo aver scoperto che Pietro guarda verso il cuore della cappella, verso l’eucarestia, telefono al parroco di Santa Maria del Popolo. Sono sicuro prima di sapere la sua risposta. Lo prego – ci conosciamo bene – di andare nella Cappella Cerasi, di mettersi di spalle all’altare e di dirmi se Pietro fissa l’altare ed il tabernacolo. E, se possibile, di scattare una foto da quell’angolatura. Sono sicuro della risposta. Mi ritelefona dopo pochi minuti: “Come facevi a saperlo? È vero, guarda verso l’altare, non me n’ero mai accorto. Tutte le guide ripetono accompagnando i gruppi che Pietro crocifisso è posto da Caravaggio in quella postura per guardare chi entra nella Cappella. Non è così, guarda l’eucarestia”.
La Crocifissione di Pietro della Cappella Cerasi mostra da sola che senza una forzatura ideologica non si può presentare il Caravaggio come un pittore che avrebbe ignorato la tradizione pittorica precedente. Il Merisi, nel dipingere il martirio di Pietro cita l’affresco di Michelangelo nella Cappella Paolina e fa voltare anche lui, come il grande maestro che portava il suo stesso nome di Battesimo, lo sguardo di Pietro verso l’eucarestia. Anche per Caravaggio il punto di vista è determinante: Pietro non si volge a chi entra nella Cappella, bensì al sacerdote che consacra l’eucarestia.
Questo solo particolare basterebbe a screditare chiunque ripeta che il realismo è l’unica chiave di lettura dell’opera di Caravaggio. La pittura del Merisi è, infatti, impastata di simbolismo e riflette continuamente l’oggettività della fede cristiana, come nell’altare e nel fonte battesimale del Martirio di San Matteo, dove i neofiti si affollano nudi per il Battesimo appena ricevuto ed un ministrante in vesti liturgiche bianche fugge impaurito, così pure nella luce di grazia che accompagna la Vocazione di Matteo e, prima ancora, la Maddalena penitente.
Dalla Contarelli alla Cerasi è la stessa luce che manifesta la chiamata di Paolo – resa ancora più simbolicamente con la scomparsa della figura del Cristo – ed è la stessa realtà sacramentale testimoniata dallo sguardo di Pietro che non ha altro da contemplare prima di morire che il Cristo nascosto nell’eucarestia consacrata sull’altare.
Nella rappresentazione di Pietro, Caravaggio è debitore a Michelangelo, ne avverte il debito e lo dichiara, mentre a suo modo cerca di superarlo ...

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Leggi un precedente articolo di Pietro Caiazza sullo stesso tema, pubblicato su Caravaggio400

L'arte incontra l'integrazione: a Lampedusa un Caravaggio per ricordare il piccolo Aylan


LAMPEDUSA. Un Caravaggio per ricordare il piccolo Aylan, un tributo simbolico a tutte le vittime migranti. La tela scelta dalle Gallerie degli Uffizi, un Amorino, un angelo profondamente addormentato, si pone come omaggio al bimbo siriano morto sulla spiaggia turca, ma anche ai tanti piccoli che sono nati in mare, durante la migrazione, o coloro che sono riusciti a sopravvivere grazie ai soccorsi. Il dipinto giunge a Lampedusa, con moltissime altre opere prestate dai principali musei dell’area del Mediterraneo, per formare il primo nucleo espositivo del Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, che sarà inaugurato venerdì 3 giugno nell’isola siciliana. In questa occasione aprirà le porte anche il Museo Archeologico delle Pelagie, nato dal grande impegno della Regione Siciliana e della Soprintendenza ai Beni Culturali e Archeologici della Provincia di Agrigento guidata da Caterina Greco [...]
In queste ore un ponte comune organizzato dalle Forze dell’Ordine sta facendo giungere a Lampedusa il primo corpus di opere dalle Gallerie degli Uffizi, dal Museo del Bardo di Tunisi, dal Mucem di Marsiglia, dal Museo Storico Navale della Marina Militare e dal Museo Correr di Venezia, dal Museo Pelagalli "Mille voci mille suoni" (Bologna), dalla Biblioteca Panizzi (Reggio Emilia), dal Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina (TP), dal MUDIA di Agrigento, dai musei Abatellis e Salinas, e dalla Fondazione Sicilia - Villa Zito (Palermo) ...

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Giallo dei disegni del Caravaggio: caso chiuso, Palazzo Marino risarcito



Caravaggio non trova pace con la legge neppure da morto. In vita si rese protagonista di numerosi episodi di violenza, aggressioni e lesioni, finché nel 1606 fu condannato a morte per aver ucciso un rivale durante una partita di pallacorda. Scampò la pena fuggendo e continuò a dipingere. Ora si conclude l’ultima vicenda giudiziaria che vede coinvolta la figura dell’artista. A quattro anni dall’annuncio della controversa scoperta degli studiosi Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli, che attribuirono a Caravaggio cento disegni del Fondo Peterzano, è stata emessa la sentenza di condanna nei loro confronti. Ora dovranno risarcire il Comune di Milano per 50mila euro, per averne leso l’immagine e aver prodotto una pioggia di critiche nei confronti dell’ente e dei curatori senza, come motiva la sentenza, presentare prove certe della riconducibilità dei disegni al Merisi ...

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"Da Michelangelo a Caravaggio": conferenza di Silvia Danesi Squarzina il 24 maggio a Bassano Romano



"Il Ritratto di Cavaliere di Malta di Caravaggio (1608)": conversazione il 24 maggio a Milano con Marco Carminati



Martedì 24 maggio, in occasione della mostra La bellezza ritrovata, alle Gallerie d'Italia si terrà il primo incontro del ciclo di conferenze dal titolo La bellezza raccontata, che vedrà Marco Carminati discutere di Caravaggio.
In particolare verrà esaminata l'opera Il cavaliere di Malta. L'esperto d'arte Marco Carminati ne parlerà insieme ad Andrea Kerbaker, curatore delle conversazioni.
Il quadro sarà lo spunto per esaminare il contesto in cui venne realizzato, dal clima culturale ai luoghi geografici specifici di produzione. Al termine dell'incontro il pubblico potrà vedere l'opera di persona.

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Il Caravaggio di Palermo: la "Natività" con i santi Lorenzo ... e Francesco?




Sono disponibili on line gli interventi di Michele Cuppone e Rodolfo Papa nella puntata di Siamo Noi dedicata all'arte sacra, andata in onda su TV2000 il 27 aprile 2016 (VIDEO).
Parlando del furto della Natività di Palermo, datata 1600, è stata presentata l'ipotesi che il personaggio tradizionalmente identificato come san Francesco non sia tale.


L'ipotesi è comunque ripresa in un contributo in corso di pubblicazione, di cui qui si dà un'anticipazione:

«È singolare vedere un san Francesco stempiato che, rispetto ai quadri di Hartford, Cremona e Carpineto e al di là della già sintomatica assenza delle stimmate, solo in tale occasione Caravaggio raffigura con barba e capelli neri anziché castani, il saio senza strappi né rattoppi e aggiungendovi il mantello. Il tutto, assieme alla posizione più arretrata (sembra anche rispetto al bue) e parzialmente nascosta dalle altre figure, fa sospettare che possa trattarsi di un semplice frate francescano; con vesti più cappuccine che conventuali, come ci si attenderebbe poiché conventuali erano i frati della vicina chiesa di San Francesco, con i quali l’omonima compagnia ebbe più strette relazioni intorno al 1600. Quando sull'opera non si era ancora adagiata la più usuale denominazione di Natività con i santi Lorenzo e Francesco discendente dall’indiretta lettura di Bellori, il personaggio sullo sfondo non sempre era stato riconosciuto immediatamente e inequivocabilmente come il santo di Assisi: alcuni studiosi, liberi da condizionamenti ancorché non avendo notato il cordone annodato in vita (o piuttosto non avendolo considerato accessorio esclusivo dei frati), l’avevano visto come pellegrino; altri come pastore; qualcun altro ancora manifestava il pensiero, evidentemente non isolato, secondo cui la lettura come san Francesco viene accettata per tradizione e autorevolezza delle fonti, se comunque a prima vista “vediamo un frate cappuccino che giunge le mani in preghiera”; più recentemente, si è parlato di un “san Francesco in veste fratesca”. 
Se dunque di semplice frate si tratta, esso rappresenterebbe l’adorazione da parte dei religiosi accanto a quella della gente comune incarnata nel pastore più a destra (che tale si riconfermerebbe, anche per la presenza dell’angelo con cartiglio tipica dell’annuncio ai pastori). In ogni caso sarebbe più opportuno chiamare il quadro semplicemente Natività, ovvero Adorazione del Bambino». (di Michele Cuppone)




Conferenza di Marco Bona Castellotti su "I bari", il 19 maggio a Brescia


Giovedì 19 maggio - ore 20,30 
I bari di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio
Marco Bona Castellotti, storico dell'arte e docente universitario
Sala Piamarta – Via S. Faustino, 74 - Brescia

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"Abuso liturgico nell'Oratorio di san Lorenzo": Rodolfo Papa sulla recente copia della Natività di Palermo



Nel suo recente articolo Guttuso, Caravaggio e l’iconofobia contemporanea, pubblicato nel numero 15 della rivista “Incontri – La Sicilia e l’altrove”, Rodolfo Papa riflette sulla legittimità dell'operazione che ha portato a collocare sull'altare dell'oratorio di San Lorenzo quella che viene definita un "monstrum culturale". Si tratta della copia riprodotta tecnologicamente della Natività di Caravaggio (originale dell'"inizio del XVII secolo"), che pone anche una questione di tipo liturgico: osservando alla lettera le leggi dello Stato, "una fotografia non può stare su di un altare". Papa si interroga poi se fare copia di un originale pittorico sia ancora compito degli artisti.

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“Le musiche dei quadri di Caravaggio” con il coro MuSa, 13 maggio alla Sapienza


I Venerdì della MuSa
Coro MuSa presenta “Le musiche dei quadri di Caravaggio” 
Venerdì 13 maggio 2016, ore 19.00 
Sala Prove MuSa – Palazzo del Rettorato
Sapienza Università di Roma 
P.le Aldo Moro 5, Roma

INGRESSO LIBERO

Venerdì 13 maggio presso la nuova sede Sala Prove di MuSa - Musica Sapienza, il Coro MuSa, diretto da Paolo Camiz, presenta il concerto “Le musiche dei quadri di Caravaggio”. In programma l’esecuzione di musiche di Arcadelt, Layolle, Jacquet Berchem, Bauldewjin e una selezione di madrigalisti inglesi: Dowland, Bateson, Morley, Bennet.

Info: Settore eventi celebrativi e culturali
Area Supporto Strategico e Comunicazione
Sapienza Università di Roma
T. 06 49910656
musica.sapienza@uniroma1.it

"Caravaggio in Sicilia. Il percorso smarrito": conferenza di Alvise Spadaro il 20 maggio ad Adrano

C'è un secondo quadro perduto di Caravaggio nascosto a Tolosa?

Diamo maggiore risalto a un interessante articolo già inserito nella rassegna stampa completa sulla nuova Giuditta e Oloferne ritrovata a Tolosa, riguardante la documentata presenza di un ignoto Davide e Golia di Caravaggio a Tolosa nel 1615.


Soffitte, cantine, granai, continuate a cercare. Il prossimo Caravaggio potrebbe essere stato 'davanti ai vostri occhi' per tutto questo tempo (chissà quanto!) e voi potreste non saperne niente. Lo storico dell'arte Mickaël Szanto, dopo la presentazione del 12 aprile a Parigi, della tela di Giuditta e Oloferne, ritrovata in una soffitta a Tolosa grazie a una perdita d'acqua, ha detto a Le Figarò: "Ora c'è un secondo Caravaggio da trovare in una soffitta nel sud della Francia".
Il pittore fiammingo Louis Finson, che aveva fatto una copia della Giuditta Oloferne, si trovava a Tolosa nel 1615 (cioè 5 anni dopo la morte di Caravaggio) ed era in affari con affari con uno dei suoi compatrioti Peter de Bruyn, uno dei più grandi mercanti d'arte all'inizio del XVII secolo.
"I Due - ha spiegato Szanto - organizzavano aste-lotterie di opere d'arte e in quel periodo ne avrebbero fatta una proprio in questa città, per la quale furono venduti 4.000 biglietti". Il professore ha raccontato a Le Figarò di aver trovato negli archivi comunali di Tolosa i verbali delle opere offerte e i risultati del sorteggio. Su questo documento del marzo 1615 figura al numero 126 un 'Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610)' del valore di 300 sterline. Manca però il nome del vincitore che era una persona del luogo. Ma la cosa sorprendente è che l'opera catalogata non è la scena della decapitazione di Oloferne bensì un'altra scena del Vecchio Testamento: Davide e Golia.
Caravaggio è conosciuto per aver dipinto almeno tre versioni di Davide e Golia. Una si trova nel Museo del Prado a Madrid, mentre le altre due sono una al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e l'altra alla Galleria Borghese a Roma. Ed è proprio questa affezione al tema del pittore lombardo a rafforzare l'idea di Szanto.
Lo storico dell'arte avrebbe quindi teorizzato che Finson, che copiava le tele del pittore milanese, viaggiasse sempre con alcune opere originali del maestro nel bagaglio. Per la precisione nel documento si legge - ha specificato su Le Figarò - che l'11 dicembre del 1614 Peter de Bruyn fu autorizzato dal parlamento di Tolosa per aprire un banco d'asta in città e il permesso fu confermato dal Comune il 17 dicembre successivo. Dal 19 dicembre al 22 l'artista e il mercante hanno portato in città 160 opere. La lotteria si sarebbe quindi svolta dal 12 febbraio al 2 aprile 1615, e il 17 marzo sarebbe stato il giorno in cui il fortunato sconosciuto si sarebbe aggiudicato il Davide e Golia.

LEGGI l'articolo su L'Huffington Post

"La cena in Emmaus": un incontro su Caravaggio, il 18 maggio a Brera


Mercoledì 18 maggio alle 18:00 la Pinacoteca di Brera ospiterà l'incontro La Cena in Emmaus di Caravaggio, con lo storico dell'arte Marco Carminati e lo scrittore Alessandro Morandotti.
La Cena in Emmaus, fu realizzata da Caravaggio nel 1606 e raffigura un episodio del Vangelo di Luca. Il dipinto a olio su tela si trova a Brera dal 1939. A differenza della tela con lo stesso soggetto, creata cinque anni prima, qui la scena appare più scura, semplice e dimessa. Con quest'opera infatti Caravaggio inaugurò l'ultimo periodo della sua vita e produzione artistica, caratterizzato da una luce più tenue e una progressiva riduzione dei personaggi.
L'evento sarà presentato da James Bradburne e Aldo Bassetti in occasione dei 90 anni dell'Associazione Amici di Brera.
L'ingresso sarà libero fino a esaurimento posti.

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"Le Sette opere di misericordia di Caravaggio: un cristiano 'ecumenico' contro i confessionalismi (religiosi e storico-artistici)", di Pietro Caiazza


Riceviamo e pubblichiamo una lettura personale e alternativa delle Sette opere di misericordia, recentemente salito alla ribalta per il mancato prestito ad una mostra di alto livello scientifico che era stata prevista al Quirinale. Il contributo è di Pietro Caiazza.

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"L'erotismo nei dipinti di Caravaggio e dei caravaggeschi", conferenza di Gianni Papi a Roma l'11 maggio


Due passi con Caravaggio e concerto di musiche dipinte da Caravaggio, l'8 maggio a Roma con Anna Maria Panzera


Domenica 8 maggio Due passi con Caravaggio, di e con Anna Maria Panzera, storica dell'arte e autrice di Caravaggio, Giordano Bruno e l'invisibile natura delle cose. L'appuntamento prevede la visita a Sant'Agostino, San Luigi dei Francesi e nei luoghi della vita di Michelangelo Merisi.

A seguire concerto delle musiche dipinte da Caravaggio.
Direttore del Coro MuSa Paolo Camiz. lettura di Emma Marconcini.

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