“L’Ottava Misericordia” al cospetto delle “Sette Opere” di Caravaggio

Accanto al capolavoro del Merisi l’opera contemporanea di Giuseppe Corcione, una traduzione tattile in bassorilievo prospettico delle Sette Opere di Misericordia realizzata per i non vedenti e gli ipovedenti


NAPOLI - L’opera di misericordia mancante, al cospetto del quadro del Merisi. Mercoledì 29 giugno nella chiesa del Pio Monte della Misericordia l’istituzione centenaria di assistenza e beneficenza inaugura l’opera tattile “L’Ottava Misericordia” dell’artista napoletano di Giuseppe Corcione che, per ben tre anni, ha avuto la fortuna di lavorare accolto negli ambienti che ospitarono Michelangelo Merisi detto il Caravaggio per la realizzazione delle “Sette Opere”, il celebre quadro per il quale la stessa cappella barocca è stata rifinita e che non si è mai mosso da qui (con l'eccezione di alcune mostre, ndC400) [...]

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Visionari: Augias racconta Caravaggio, con Sgarbi e Storaro. Lunedì 20 giugno su Rai 3

Lunedì 20 giugno, alle 23:15 su RAI 3, terza puntata di Visionari: in studio con Corrado Augias, Vittorio Sgarbi e Vittorio Storaro


Perché possiamo considerare Caravaggio un visionario? Artista geniale, inquieto e provocatorio – autore di capolavori come Ragazzo morso da un ramarro, La Vocazione di San Matteo, Conversione di San Paolo, Morte della Vergine – con la sua capacità di osservare e riprodurre gli attimi decisivi della realtà e un uso magistrale e rivoluzionario della luce, nel 1600 "inventa" la fotografia. Con lui, per la prima volta, il valore della pittura non è più dato dal rispetto delle gerarchie e del decoro, ma dalla capacità tecnica e intellettuale di rappresentare le cose nella loro scandalosa verità, con il loro carico di violenza, malattia e morte. A raccontare Caravaggio in studio con Corrado Augias, Vittorio Sgarbi, critico e storico dell'arte, e Vittorio Storaro, maestro della fotografia cinematografica e vincitore di 3 Premi Oscar. Come per ogni puntata, il sociologo Ilvo Diamanti effettuerà un sondaggio in esclusiva per il programma.

[NEW: Rivedi la PUNTATA]

Fonte: RAI

Caravaggio e il Sacrificio di Isacco, presentazione del volume di Renato Di Tomasi, lunedì 13 a Roma

In un libro appena pubblicato, nuovi elementi di analisi e decisive acquisizioni documentarie su uno dei più importanti capolavori di Caravaggio e sulle sue numerose versioni


Modera
Sergio GUARINO

Presentano
Francesca CURTI
Marco PUPILLO

Sarà presente l'Autore

Una straordinaria ricerca, condotta tra l'Italia e la Spagna su uno dei capolavori più noti e discussi di Caravaggio, ha portato al rinvenimento di una ricchissima documentazione inedita di gran rilievo storico artistico che consente di capire i motivi del successo che ebbe questa iconografia e di rivedere alcuni giudizi sulle possibili autografie delle copie.

L'autore, avvalendosi dei consigli di storici dell'arte professionali, italiani e spagnoli, ha potuto classificare e catalogare un numero sorprendente di lavori, presentando risultati che non mancheranno di suscitare discussioni ma che costituiscono un punto di riferimento ineludibile per chiunque vorrà dedicarsi agli ulteriori approfondimenti.

MUSEI CAPITOLINI - SALA PIETRO DA CORTONA
LUNEDÌ 13 GIUGNO ORE 17

Fonte: News-Art

“un quadro ch’io gli dipingo”? Una nota sulla Giuditta e Oloferne di Caravaggio, di Michele Cuppone


Il contributo che si presenta è un’anticipazione della conferenza che Michele Cuppone terrà, assieme a Elisabetta Giani e Claudio Seccaroni, giovedì 9 giugno presso la Galleria Corsini.
Si propone una datazione della Giuditta e Oloferne al 1602 circa.


Recentemente mi sono occupato più estesamente, in un dossier pubblicato su questa rivista, della questione cronologica della Natività di Caravaggio. Il capolavoro purtroppo sottratto alla collettività era tradizionalmente datato al 1609, ma recenti acquisizioni hanno portato ad affermare che, in realtà, esso fu realizzato a Roma, nel 1600, e da lì spedito in Sicilia. Naturalmente, come ogni (relativamente) fresca novità, occorrerà lasciare alla comunità scientifica il tempo di riflettere – lasciando sedimentare estese e talvolta complesse argomentazioni –, prima di riprendere a freddo una certa questione ed esprimersi a riguardo più consapevolmente, in un senso o nell’altro. Eppure, nel caso del dipinto palermitano, vi sono stati già significativi pronunciamenti, tra convinte adesioni e importanti aperture verso la proposta di datazione romana
Tra gli elementi che ponevo all’attenzione nel mio dossier, peraltro, inserivo la congruenza tra la modella romana che aveva posato per la Vergine con quella che aveva vestito i panni dell’eroina biblica nella Giuditta e Oloferne dipinta per Ottavio Costa. È pur vero che alcune tipologie fisiognomiche caravaggesche ricorrono in luoghi e tempi diversi, ma qui l'identità dei due volti potrà sorprendere in molti, anche chi non necessariamente avvezzo agli studi caravaggeschi. Al di là della diversa espressività imposta da situazioni e sentimenti contrapposti (spossatezza-serenità da un lato, tensione-orrore dall'altro), difatti, corrispondono tutti i tratti somatici: ovale del volto, capelli nel colore e nella pettinatura (legati, con riga centrale e ciuffi ai lati), piramide nasale, taglio degli occhi, fino alla convessità della fronte (la si nota appena grazie all’ombra: la luce peraltro batte sui volti e li modella con lo stesso gioco chiaroscurale).
Colgo qui l’occasione per soffermarmi ed esplicitare una mia proposta sul quadro di Palazzo Barberini, più comunemente datato intorno al 1599 e talvolta con riferimento puntuale a tale anno. Al di là che, più in generale, solo su base stilistica e in assenza di utili riferimenti in documenti e fonti (ma vedi infra), comporta pur sempre dei rischi datare le opere a un preciso anno e senza margini di approssimazione, tanto più che la cronologia del pittore ha visto e vede ancora considerevoli slittamenti in relazione all’avanzare degli studi, non mi ha mai troppo convinto una collocazione della tela in oggetto antecedente ai laterali Contarelli – e trovo confortante che ora qualcun altro creda che si debba posticiparla rispetto ad essi –: me lo fanno pensare l’accentuato plasticismo e l’uso sapiente della luce (che si possono arrivare a confrontare con il secondo San Matteo del 1602), la tavolozza impiegata, e una certa teatralità e tensione drammatica che si riconoscono in una fase più matura degli anni romani. Lo scenografico drappo rosso sul fondale è poi un elemento più frequentemente utilizzato intorno allo scadere del soggiorno nell'Urbe, vedi la Morte della Vergine databile al 1604-1606 e la Madonna del Rosario del 1606-1607. 
Personalmente, già nel dossier datavo la Giuditta al 1599-1601 c., mantenendo più prudentemente il riferimento al ben radicato 1599. Ora, riflettendo sull’utilizzo considerevole e complesso delle incisioni, che è sostanzialmente estraneo ai dipinti ante Contarelli, ritengo con più convinzione di poter spostare l'esecuzione più avanti [...]

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Conferenza "La Natività di Palermo: prima pala d'altare per Caravaggio?", 9 giugno a Roma con Michele Cuppone, Elisabetta Giani e Claudio Seccaroni



Incontri in Corsini 

Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma 
Galleria Corsini 
Via della Lungara, 10 - Roma 

Giovedì 9 giugno 2016, ore 17.00 

La Natività di Palermo: prima pala d’altare per Caravaggio? 

Intervengono 
Michele Cuppone 
Elisabetta Giani 
Claudio Seccaroni 

Introducono 
Flaminia Gennari Santori 
Direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma 
Giorgio Leone 
Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma 

Flaminia Gennari Santori è lieta di invitare il pubblico alla conferenza dedicata alla Natività di Caravaggio, trafugata dall’Oratorio di San Lorenzo la notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 e mai recuperata. I relatori, integrando ricerca storico-artistica e indagini tecnico-scientifiche, presenteranno nuovi e importanti elementi che sembrano finalmente chiarire l'enigma dell'ignoto quadro "cum figuris" commissionato a Caravaggio il 5 aprile 1600 dal mercante Fabio Nuti. Tutte le nuove acquisizioni portano infatti ad identificarlo con la Natività di Palermo: dall'analisi stilistica, ai confronti iconografici, all'esegesi delle fonti, alle scoperte documentarie. Non da ultimo, un contributo importante perviene dalla diagnostica. L’opera, ricollocata nel momento in cui Caravaggio terminava i più celebri laterali di San Luigi dei francesi, suo debutto pubblico romano, acquista così un’importanza del tutto nuova nel percorso dell’artista e della sua affermazione. Durante l’incontro, inoltre, Michele Cuppone presenterà una nuova ipotesi anche su un altro quadro romano di Caravaggio.

Michele Cuppone, ricercatore, si è occupato di tematiche caravaggesche pubblicando contributi vari su opere miscellanee («L'essercitio mio è di pittore». Caravaggio e l'ambiente artistico romano), riviste specialistiche internazionali (The Burlington Magazine, Storia dell'Arte), quotidiani di cultura e notiziari on line. Direttore scientifico e autore nel volume Caravaggio Vero a cura di Claudio Strinati, ha curato la sezione critica dell'installazione permanente sul Seppellimento di santa Lucia presso il Museo di Palazzo Bellomo. Collabora inoltre con Caravaggio400.org

Elisabetta Giani, fisico, lavora all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dove è vicedirettore del Laboratorio di Fisica e Controlli Ambientali, nonché coordinatore della Sezione di Museotecnica. È autrice di numerose pubblicazioni nel campo della conservazione preventiva e dei controlli ambientali. Ha partecipato a numerosi progetti internazionali del MiBACT e del MAECI. 

Claudio Seccaroni è ricercatore presso l'ENEA e da più di venticinque anni si occupa di diagnostica sui dipinti. 

L'ingresso è libero