"Documenti e fonti sul soggiorno siciliano di Caravaggio", articolo di Alvise Spadaro



Disponibile nella biblioteca online l'articolo Documenti e fonti sul soggiorno siciliano di Caravaggio. Qualità della produzione e autorevolezza degli studiosi di Alvise Spadaro, pubblicato nel numero 56/2016 della rivista Agorà.
L'autore, tra le altre cose, fa alcune precisioni in merito alla committenza della famiglia Lazzari e in particolare sulla figura di Tommaso, che si riconferma deceduto nel 1608, nonostante qualche studio avesse avanzato dubbi in proposito. Ed è proprio alla memoria di Tommaso che sembra alludere il soggetto del quadro, diverso rispetto alla prima richiesta fatta dal fratello Giovanni Battista per una "Madonna con san Giovanni Battista e altri santi".
Inoltre l'autore, accanto alla personalissima ipotesi di un secondo periodo messinese, guarda con più attenzione a quella più recente di un inesistente soggiorno palermitano.
L'articolo è presente nella sezione Biblioteca on line di Caravaggio400.

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Nelle sale cinematografiche la copia della Natività di Palermo di Calogero Termine



È uscito nelle sale cinematografiche italiane il film Prima di lunedì di e con Vincenzo Salemme
Nel set cinematografico compare la copia della Natività di Palermo da Caravaggio, dipinta da Calogero Termine.

Guarda il trailer con la copia del quadro

Wildenstein (art dealer) sotto accusa a Parigi per frode fiscale




Frode fiscale è l'accusa mossa a Guy Wildenstein che rischia fino a 10 anni di carcere oltre al pagamento di una multa di 553 milioni di euro. E' la saga di una delle più grandi dinastie al mondo di art dealer famosa per l'impressionante collezione di Old Master con dipinti di Caravaggio, El Greco, Velázquez, Renoir e Monet che secondo gli investigatori americani e quelli francesi (in Francia si sta svolgendo il processo) potrebbe avere un valore pari a 1 miliardo di dollari. All'inizio di quest'anno, Guy Wildenstein ha venduto old master per 1,2 milioni di dollari nell'asta Old Master and British Drawings di Christie's che si è svolta a New York il 27 gennaio (totale asta 3,2 milioni di dollari). Le 27 opere offerte da Wildenstein avevano superato la stima alta di pre-vendita pari a 963.000 dollari. Molte di queste opere erano state acquisite in asta negli anni precedenti, mantenute in collezione per decenni e in parte date in pegno a garanzia di prestiti bancari.
Il processo sospeso a Parigi all'inizio del 2016, dopo cinque ani di indagini da parte degli investigatori francesi, vede sul banco degli imputati diversi membri della ricca famiglia franco-americana, accusati di aver nascosto un'eredità di centinaia di milioni di euro in paradisi fiscali offshore. In questi giorni i giudici francesi hanno rigettato la richiesta di posticipare il procedimento e pertanto ha preso avvio in Francia uno dei più grandi processi per frode fiscale.
La vicenda inizia nel 2011 quando le autorità fiscali francesi comunicano agli eredi Wildenstein che il patrimonio imponibile ai fini fiscali ammonta a 615,7 milioni di euro, un valore ben oltre 10 volte quello dichiarato dalla famiglia. Nel patrimonio che comprende, tra l'altro diverse proprietà immobiliari, vi sono numerose opere d'arte tra cui 19 dipinti di Pierre Bonnard per un valore di 64,9 milioni di euro custoditi nel Free Ports & Warehouses di Ginevra (facenti capo a un trust denominato Sylvia) e 281,3 milioni di euro di altri dipinti in capo alla Delta Trust che tuttavia dovrebbe possedere opere per 1,1 miliardi di dollari secondo le autorità fiscali.
Gli investigatori hanno, infatti, scoperto un vero e proprio ponte aereo d'arte per 188 milioni di dollari in valore di opere spostate dagli Stati Uniti alla Svizzera oltre a altri 850 milioni di dollari custoditi nel trust e sparsi in tutto il mondo per la maggior parte in Svizzera.
Diverse opere legate alla famiglia Wildenstein sono esposte al Metropolitan Museum di New York, nella Gallery 615 vi sono sette opere che una volta erano di proprietà della famiglia. Complessivamente dovrebbero essere, almeno 360 gli oggetti esposti al museo di provenienza della famiglia Wildenstein e comprendono dipinti ad olio, disegni, acquerelli, sculture, arazzi e anche specchi dorati. Un'opera tuttavia manca da questo ipotetico elenco. Nel 2013 la famiglia Wildenstein ha chiesto la restituzione dell'opera Il Suonatore di liuto (1596) di Caravaggio, in quanto il prestito a lungo termine era terminato. L'opera che presenta un valore pari a circa 69 milioni di sterline è (presumibilmente) una delle tre versioni in circolazione (Hermitage Museum di San Pietroburgo, Badminton House nel Gloucestershire).
Un articolo pubblicato nel 1999 da Lute News, la newsletter della Lute Society ha messo in discussione l'attribuzione di questo lavoro: secondo il parere del liutaio David Van Edwards, una ricchezza di dettagli nella pittura tra cui il numero di pioli sul liuto e il suo ponte significa che il lavoro non poteva essere del XVI secolo e, quindi, conclude, che non è autentico

Fonte: ArtEconomy24

[NEW] La sentenza sul caso Wildenstein è stata un inaspettato colpo di scena: nella sorpresa generale, oggi 12 gennaio (Il Giornale dell'Arte)

Occhi nuovi per guardare il Caravaggio di Cremona. Da venerdì 30 settembre al Museo Civico

Il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e Art Glass presenteranno questo nuovo strumento che aiuterà il visitatore a riscoprire i particolari inediti del dipinto, riemersi grazie al restauro, e che rimarrà permanentemente e con nuovi sviluppi nel Sistema museale di Cremona


Il Caravaggio restaurato torna al Museo Civico e si guarda con occhi nuovi. Si intitola ‘Riscopri Caravaggio’ l’iniziativa nata dalla sinergia tra il Comune di Cremona (Assessorato Cultura, Musei e City Branding) e Art Glass per valorizzare in modo innovativo e accattivante il quadro San Francesco in Meditazione, recentemente restaurato da Mariarita Signorini e ambasciatore di Cremona in mostre nazionali e internazionali (le ultime Da Lotto a Caravaggio a Novara e Caravaggio and the Painters of the North al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid). 
Venerdì 30 settembre alle ore 12 nella sala del Museo Civico “Ala Ponzone” che ospita il capolavoro di Caravaggio, il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti e Art Glass presenteranno questo nuovo strumento che aiuterà il visitatore a riscoprire i particolari inediti del dipinto, riemersi grazie al restauro, e che rimarrà permanentemente e con nuovi sviluppi nel Sistema museale di Cremona.

Fonte: Welfare Cremona Network

"Caravaggio. Tecnica e stile", presentazione a Roma il 29 settembre












Caravaggio. Tecnica e Stile
a cura di
Rossella Vodret, Giorgio Leone, Marco Cardinali, Beatrice De Ruggieri, Giulia Silvia Ghia
edito da Silvana Editoriale

Interverranno
Daniela Porro, Direttore del Segretariato Regionale del Lazio
  Francesca Cappelletti, Università di Ferrara, Vicepresidente del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici
  Alessandro Zuccari, Sapienza Università di Roma, Accademia Nazionale dei Lincei
  Antimo Cesaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Modera Paolo Conti, Corriere della Sera

29 settembre 2016, ore 11
Salone del Ministro, Via del Collegio Romano 27, Roma

Leggi la nota dei curatori


Tableaux Vivants da Caravaggio al Museo Diocesano di Napoli - ultime date stagione 2016



Conferenza di Massimo Moretti sui Petrignani, protettori di Caravaggio, ad Amelia l'8 ottobre

Un documentato approfondimento della determinante funzione dei membri dell’importante famiglia amerina, quali committenti e protettori del celebre pittore lombardo e del grande architetto e pittore bolognese (nonché d’una serie di altri illustri artisti di minore notorietà), nel quadro di una rigorosa rivisitazione del fervido ambiente politico-culturale fiorente nello Stato Pontificio tra il XVI e il XVII secolo, operata da uno dei più qualificati studiosi della materia. 


Palazzo Petrignani – Sala dello Zodiaco 
Sabato 8 ottobre, ore 17.30 
Conferenza “I PETRIGNANI DI AMELIA E I LORO ARTISTI: IL CARAVAGGIO, IL MASCHERINO E GLI ALTRI” 
Prof. Massimo Moretti Storico dell’arte 

Massimo Moretti (1978) è docente di Storia dell’arte presso La Sapienza, Università di Roma. Dottore di ricerca in Strumenti e metodi per la Storia dell’arte e Dottore di Ricerca in scienze storiche, ha al suo attivo numerose pubblicazioni dedicate a particolari aspetti dell’iconografia sacra, alla pittura e alle arti decorative di età moderna. E’ inoltre socio ordinario dell’Accademia Raffaello di Urbino e Redattore della rivista “Storia dell’arte”, nella quale ha pubblicato diversi studi dedicati al diplomatico pontificio Antonio Maria Graziani, vescovo di Amelia (1592-1611), intermediario e committente di artisti come Pietro Candido, Ottaviano Mascherino, Federico Zuccari, Palma il giovane. Tra le sue monografie più recenti si ricordano Clemente XIV Ganganelli. Immagini e memorie di un pontificato (Maggioli 2006), l’edizione delle Lettere del pittore fiammingo Pieter de Witte (De Luca, 2012) e il volume I Petrignani di Amelia. Fasti, committenze, collezioni tra Roma e l’Umbria (Stauros, 2012).

Fonte: Ameria Festival

Clicca per saperne di più sul volume I Petrignani di Amelia. Fasti, committenze, collezioni tra Roma e l’Umbria

"Caravaggio. Opere a Roma", l'ultimo repertorio delle opere del genio lombardo, recensione di Clovis Whitfield

Le luci e le ombre dell'ultimo rilevante volume scritto a più mani sulle 22 opere di Caravaggio a Roma, in un'accurata analisi critica (di Clovis Whitfield).
I due volumi di recente pubblicazione costituiscono un’impressionante aggiunta alla letteratura già esistente.


A cura di Rossella Vodret, già Soprintendente del Polo Museale Romano, e responsabile della mostra (ideata dal Prof. Claudio Strinati) che ha celebrato i 400 anni della morte di Caravaggio (1610), l’opera consta di circa 1300 pagine e centinaia di illustrazioni. Vengono pubblicate le 22 opere di Caravaggio a Roma, di grande interesse in quanto vengono affiancate da un’ importante quantità di informazioni tecniche frutto di recenti analisi scientifiche, che includono sia raggi x che riflettografie a infrarossi, macrofotografie, fotografie in alta risoluzione, e analisi dei pigmenti. 
Molti di questi studi erano già disponibili in svariate pubblicazioni che però spesso risultavano di difficile reperibilità. Questo studio deve essere quindi più che benvenuto dal momento che i diversi articoli riguardanti la storia dei singoli dipinti, la tecnica pittorica utilizzata e la storia conservativa concorrono a creare una solida base di partenza per la definitiva comprensione della tecnica raggiunta dall’artista lombardo. Benché le illustrazioni siano utili, devo però osservare che in molti casi sia le opere che le informazioni tecniche ad esse associate avrebbero potuto essere presentate in maniera migliore in un’archivio accessibile online, perché la stampa non sempre permette un adeguato livello di scelta e di accesso. Nel primo volume sono presenti saggi di Rossella Vodret, Giorgio Leone, Marco Cardinali, Maria Beatrice de Ruggieri e Giulia Silvia Ghia, così come contributi di molti altri studiosi di importante caratura scientifica. Il secondo è completamente dedicato alle schede dei dipinti. 
La maggior parte delle analisi scientifiche sono di grande valore dal momento che mostrano dettagli sulle condizioni e la conservazione delle opere, elemento questo che rafforza l’importanza del lavoro. È altrettanto vero però che queste informazioni tecniche, così come i dati storici che possono essere reperiti nelle fonti e negli archivi, non sono sempre interpretati con imparzialità nei testi corrispondenti, e forse le informazioni tecniche derivanti dall’analisi scientifica non sempre sono i mezzi più affidabili per giungere a una attribuzione accurata dei dipinti. 
Una pubblicazione di così ampio respiro ha avuto sicuramente necessità di un congruo tempo di preparazione, e le ricerche condotte negli ultimi cinque anni sono state citate solo sporadicamente (l’editore nota che i manoscritti sono stati tutti consegnati nel 2013) e, pertanto, le conclusioni accademiche del lavoro si fermano sostanzialmente alle ricerche condotte in occasione della mostra del 2010 alle Scuderie del Quirinale che celebrava il quadricentenario della morte dell’artista, per la quale la Vodret aveva la complessiva responsabilità scientifica in quanto da poco nominata Soprintendente. Quella fu una mostra deliberatamente selettiva, che aveva l’intenzione di esporre solo opere che avevano un’attribuzione e una provenienza certe. 
In qualche modo la curatela del direttore dei Musei Vaticani (Buranelli) può essere considerata una sorta di riabilitazione di un artista che ai suoi tempi fu discusso tanto quanto Galileo – ancora non completamente riscattato dall’accusa di eresia. Contrariamente a quanto era stato presentato nella mostra del 2010, un numero crescente di informazioni mostrano che Caravaggio iniziò la sua carriera di pittore soltanto nel 1596, pertanto ogni considerazione, riguardante dove fosse o cosa stesse facendo nei quattro anni prima del suo arrivo a Roma, rimane a tutt’oggi senza fondamenta. Poco dopo, nel 2011, i ricercatori dell’Archivio di Stato portarono alla luce la testimonianza di Pietro Paolo Pellegrini, un garzone di barbiere, che nel luglio 1597 sotto forzatura fornì dei dettagli su Caravaggio. In pratica riportò alla corte alcuni particolari che, tra le altre cose, includevano il suo primo incontro con l’artista nella bottega di Lorenzo Carli nel corso della Quaresima del 1596
L’eccellente articolo di Giorgio Leone sulla Buona Ventura (acquisita da Del Monte) mostra che l’opera fu dipinta su un modello compositivo chiaramente riconducibile a una immagine devozionale della Madonna, molto simile a quelle che uscivano dalla bottega di Carli. Questo elemento è un ulteriore documento a conferma del fatto che, qualsiasi cosa stesse facendo Caravaggio tra il 1592, a Milano, e l’inverno del 1595/96, a Roma, il suo linguaggio così come lo conosciamo ebbe inizio solo nel 1596. Non esiste nessuna indicazione della presenza di questo personaggio così difficile tra le strade di Roma prima dell’incontro con Pellegrini. La gran parte degli studi di questi due volumi semplicemente ignorano le implicazioni di una carriera pittorica che ebbe inizio quando l’artista aveva 25 anni, forse perché ammetterlo sarebbe miracolosa quanto la rivelazione che ebbe Paolo sulla via di Damasco. 

Originali e Repliche 
I 22 dipinti non sono realmente tutti in ordine di autenticità e originalità, alcune sono delle repliche, e non rappresentano in maniera esaustiva gli originali veri che sono presenti a Roma. Sarebbe interessante pensare di poter distinguere tra la tecnica personale di Caravaggio e quella dei suoi rivali, ma per quanto sforzo quanto si sia fatto nel cercare di rintracciare gli antecedenti di alcune sue caratteristiche, non sono presenti possibili illuminanti confronti. La sfida però si gioca quando si prendono in considerazione versioni differenti, cercando di determinare cioè quale sia venuta prima, e su questo punto c’è ancora una forte riluttanza nell’accettare l’idea che un così grande artista potrebbe aver ripetuto sé stesso, laddove la sua abilità a copiare fu quella che creò un personaggio così interessante per quanti lo incontrarono e videro le sue opere. Il soggetto è affascinante se si mette in relazione alle molte descrizioni che sono centrali in questi saggi, ma che non sono affrontate in maniera soddisfacente. Molto spazio è dato alle due repliche del San Francesco in due collezioni romane, ma nessuna reale discussione emerge sul San Giovannino della Galleria Doria. Se accettiamo l’idea che la Buona Ventura del Louvre (cm 99 x 131) sia successiva a quella appartenuta a Del Monte, ora nei Musei Capitolini (cm 115x150), e che la maggior parte delle seconde versioni sembrano essere più piccole, è da considerarsi di notevole importanza la continuazione del patronage di Gerolamo Vittrice, al momento quando l’artista stava già lavorando per il cardinale. 
È bene sottolineare l’importante ruolo giocato dalla commissione Contarelli, che fu la prima rilevante sfida su grande scala che ottenne l’artista, fino a quel momento limitato a fare figure a mezzo busto. La recente intuizione che l’Adorazione dei Pastori, già a Palermo, non fu un’opera eseguita durante il soggiorno siciliano di Caravaggio, ma che fu commissionata a Roma da Fabio de Nutis come pala d’altare nel 1600, costituisce un’enorme differenza nella comprensione del suo posto nelle opere dell’artista. Michele Cuppone ha anche proposto recentemente che il pagamento del maggio del 1602, fatto da Ottavio Costa a Caravaggio, sia stato per la Giuditta e Oloferne, ora a Palazzo Barberini (e di solito ritenuto del 1599/1600), così come seguendo l’evoluzione dell’uso delle incisioni nell’esecuzione dei suoi dipinti, si possono spiegare più logicamente collocando quest'opera dopo la cappella Contarelli
Queste scoperte sono arrivate troppo tardi per essere inserite in questi saggi ...

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Corso di storia dell’arte 2016/2017 "Il vero Caravaggio" a Milano


Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta per l’anno 2016/2017 un corso di storia dell’arte dedicato a Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, a cura di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa. La documentazione esistente su questo pittore è cresciuta enormemente negli ultimi decenni, anche se le zone d’ombra - se non addirittura i misteri - non mancano. Parecchi dettagli, pure infinitesimali, della movimentata e tragica vita del Caravaggio sono riemersi: di qui la possibilità di mettere a punto una sceneggiatura che – per alcuni frangenti – segue l’esistenza dell’artista quasi giorno per giorno.

Un ricco calendario di incontri
Sono 22 le lezioni che accompagnano il pubblico lungo questo viaggio alla scoperta del 'vero Caravaggio'. A cadenza settimanale si svolgono dal 5 ottobre 2016 (eccezionalmente a ingresso libero fino a esaurimento posti) al 24 maggio 2017, dalle ore 18.00 alle 19.15, presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi di Milano: un percorso che si può seguire con flessibilità, iscrivendosi al corso o alla singola lezione.

Un ricco calendario di incontri
La formula delle lezioni resta invariata: come per le precedenti edizioni dedicate a Michelangelo (2013 - 2014) e Leonardo (2015 - 2016), il corso si fonda, infatti, sulla ricostruzione biografica del protagonista attraverso un montaggio di testi di prima mano. A raccontare, di puntata in puntata, il percorso del Caravaggio è una compagnia di giovani e giovanissimi, costituita da studiosi di più università italiane e da attori diplomati presso la scuola del Piccolo Teatro di Milano sotto la guida di Luca Ronconi (1933-2015), che aveva collaborato con il FAI per la messa a punto di questa singolare modalità pedagogica.

Non solo lezioni in aula
Si aggiungono alle lezioni presso l’Università degli Studi di Milano delle visite guidate esclusive riservate agli iscritti al corso e condotte dagli stessi docenti: un'opportunità unica per ricostruire il museo immaginario del Caravaggio adolescente e tornare a vedere – con occhi nuovi – la Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana e la Cena in Emmaus di Brera. Insieme si potranno, quindi, visitare la Pinacoteca Ambrosiana, la Pinacoteca di Brera e altri due luoghi significativi contenenti opere di Simone Peterzano, maestro dell’artista: la Chiesa di San Paolo Converso e la Certosa di Garegnano.

"Concerti longhiani"
Parlare del Caravaggio significa inevitabilmente fare i conti con il suo maggiore interprete: Roberto Longhi (1890-1970), responsabile primo della resurrezione critica dell’artista lombardo, a cui aveva tra l’altro dedicato, a Palazzo Reale a Milano, un’insuperata mostra nel 1951. Per questo il percorso del Caravaggio – presentato alla luce delle più recenti scoperte ma libero da sensazionalismi – è arricchito da quattro "concerti longhiani" in cui Toni Servillo, Luca Zingaretti, Monica Guerritore e Lella Costa, maestri della scena teatrale italiana contemporanea, si alternano nella lettura dei brani di Longhi dedicati alla vita dell'artista: il migliore viatico per comprendere il peso e il ruolo di questo artista nel corpo della storia dell’arte europea.

Per informazioni: Ufficio Valorizzazione 02-467615.252/349 faiarte@fondoambiente.it

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Alla pinacoteca di Ancona arriva il capolavoro di Caravaggio

Da fine settembre a inizio gennaio sarà esposto «Ragazzo morso da un ramarro»



Uno straordinario ‘spot’ per la Pinacoteca Civica ‘Francesco Podesti’, da qualche mese restituita alla fruizione pubblica, e per tutta la città. E’ la presenza di uno dei dipinti più celebri di Caravaggio, il ‘Ragazzo morso da un ramarro’. Un capolavoro della storia dell’arte occidentale, che dalla fine di settembre fino all’8 gennaio impreziosirà il penultimo piano dell’ampliamento di Palazzo Bosdari, spazio che sino ad ora non è mai stato utilizzato. Il dipinto sarà esposto con un allestimento specifico che racconta il rapporto tra Roberto Longhi (lo storico dell’arte che ha di fatto scoperto la grandezza di Caravaggio) e l’artista. Non si tratta di una tournée che coinvolge varie città. L’opera si potrà ammirare solo ad Ancona. La mostra è organizzata da Civita Mostre, uno dei maggiori soggetti del settore che operano nel nostro Paese, dalla quale è giunta la proposta del prestito. 
La scelta del capoluogo marchigiano si spiega innanzitutto proprio con la riapertura della Pinacoteca, ma anche con il fatto che per gli operatori di livello nazionale la città comincia ad essere un polo molto interessante, in particolare per la presenza della Mole Vanvitelliana, spazio espositivo di grande interesse. L’allestimento includerà un video realizzato appositamente dalla Fondazione Longhi di Firenze, proprietaria del dipinto. La visita sarà approfondita, ed effettuata per gruppi, sempre con l’ausilio di una guida storico-artistica. Inutile dire che la notizia sta già suscitando grande clamore, e non solo a livello locale. Definito anche «la prima fotografia della storia» per il suo eccezionale realismo, il ‘Ragazzo morso da un ramarro’ è un’immagine iconica, una di quelle immediatamente riconoscibili anche da chi non frequenta il mondo dell’arte...