"Il Caravaggio scomparso riemerge in un’antica litografia di Philippe Benoist", di Michele Cuppone

Scoperta la più antica riproduzione dell'oratorio di San Lorenzo a Palermo, noto perché custodì la Natività di Caravaggio fino al 1969, anno in cui fu rubata. Si tratta di una litografia ottocentesca di Philippe Benoist

La litografia Eglise de la Compagnie de St. Laurent/Chiesa della Compagnia di San Lorenzo, di Philippe Benoist (part.)



È la più antica riproduzione dell’oratorio di San Lorenzo a Palermo. Una bella riscoperta se, risalente a metà Ottocento, se n’era persa memoria. E a ragione, tenendo conto che fu pubblicata in un’opera bibliografica di fatto oggi irreperibile: si tratta della serie L’Italie Monumentale & Artistique. Vues et Monuments Dessinés d’après nature par Ph. Benoist et lithographiés aux deux crayons par Bachelier, Ph. Benoist, et Jacottet. Essa uscì a dispense tra 1845 e 1852, per gli editori parigini Bulla e Delarue, e volumi come questi prima o poi venivano smembrati per venderne le singole immagini impresse su ogni pagina. Ecco dunque che la Chiesa della Compagnia di San Lorenzo, così denominata nell’imprecisa didascalia bilingue, è stata appena acquisita sul mercato antiquario messinese per poi ora tornare felicemente in esposizione nel luogo dove fu concepita
Dell’autore Philippe Benoist, che si dedicò con esiti brillanti alla tecnica litografica illustrando “dal vero” monumenti e vedute nei suoi numerosi viaggi, è significativo sapere che fu allievo del padre della fotografia Daguerre. E meticolose appaiono appunto le sue riproduzioni, come si vede bene dall’interno dell’oratorio palermitano. Una scena, questa, che permette di tornare indietro nel tempo, nell’ambiente rimasto sì pressoché immutato da allora, ma vivacizzato dalla presenza in abiti dell’epoca di popolani e degli stessi artisti intenti a copiare. Per quanto inconcepibile oggi, fa persino sorridere sul lato destro il cagnolino in riposo sulle preziose panche intarsiate con avorio e madreperla. Dalla parte opposta, addossato alla base dell’arco trionfale, un vecchio modello di confessionale.
Estratta dalla sezione “Royaume de Naples” de L’Italie Monumentale, la litografia fu esposta nel 1848 allo storico Salon de Paris e risulta registrata al deposito legale nel maggio 1847. Già assente pertanto l’affresco della volta dei fratelli Giacinto e Domenico Calandrucci (1706-1707), crollato nel 1823 per un terremoto. Sono invece documentate alcune delle statuine, vandalicamente asportate anni fa, dei “teatrini” in stucco di Giacomo Serpotta con le storie dei santi Lorenzo e Francesco (1700-1705).
Per di più, cronologicamente successiva alle sue due copie antiche note (una a Catania e l’altra già in collezione Federzoni), Benoist ci restituisce una sorprendente riproduzione della Natività che Caravaggio dipinse nel 1600. Benché, nelle sue dimensioni ridotte e nella penombra del presbiterio, essa sia necessariamente stilizzata e con qualche ‘licenza’: forse mal interpretando lo sfondo scuro o comunque per questioni legate alla leggibilità dell’opera, il soffitto della capanna diventa un cielo con nubi. 
Su questa tenue immaginetta, tutto converge prospetticamente e si concentra l’attenzione dei tanti cultori del grande lombardo. Con l’auspicio che, ora che si è tornati a investigare sul furto avvenuto nel 1969, come questa litografia anche la Natività un giorno possa fare rientro a casa [...]

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