La napoletanità nella storia dell’arte. Un poco noto primato napoletano (di Achille Della Ragione da NAPOLI.COM)

Il dipinto le Sette opere di Misericordia eseguito da Caravaggio a Napoli nel corso del suo primo soggiorno napoletano è tra le tele più importanti del pittore ed ha influenzato intere generazioni di artisti locali.  La sua grande capacità creativa e la sua energia innovativa seppero proporsi come fonte d’acqua viva nell’ambiente pittorico partenopeo, dove egli trovò i suoi nuovi e più motivati seguaci. I suoi quadri realizzati nella capitale vicereale produssero sull’ambiente artistico conseguenze immediate, profonde e durature.  Egli giunse in città al culmine della sua maturità, dopo aver penetrato le ragioni più autentiche del cristianesimo e nei suoi schemi compositivi, spesso rifiutati dai committenti perché ritenuti poco decorosi, gli eroi sono gli umili, i vinti, la gente della strada. Caravaggio nelle sue opere, col pretesto dell’iconografia religiosa, si compiace di rappresentarci il dramma della condizione umana. Il 9 gennaio del 1607, tra lo stupore e l’ammirazione generale, cade il telone che ricopriva le Sette Opere di Misericordia nella chiesa del Pio Monte, opera memorabile nella quale convivono la più disperata visione di un’umanità elementare associata ad una fedele rappresentazione didascalica dei precetti morali della Chiesa. Sembra di percepire il fragore quasi fisico di vita passionale che prorompe dalla tela. Alcuni brani prelevati dai vicoli cittadini sono indimenticabili, come la Madonna ..... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU NAPOLI.COM