7 febbraio, Roma, Auditorium Parco della Musica, ore 21: PROCESSO A CARAVAGGIO

Presidente della Corte: Augusta Iannini
Imputato: Guillermo Mariotto
Pubblico Ministero: Stefano Dambruoso
Avvocato difensore: Paola Balducci

Il processo a Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, è il processo all'uomo che sceglie la via più facile per il successo, dalla frequentazione dei salotti buoni della città ai rapporti professionali con committenti potenti, come la Chiesa. E' il processo all'uomo che sceglie di essere "protetto", pur nella consapevolezza di essere genio e sregolatezza insieme. Caravaggio si macchiò anche di un omicidio, forse due ma, grazie alle amicizie influenti, riuscì sempre a sfuggire alle proprie responsabilità. Pittore preferito dai grandi prelati sul finire del '500, e dai nobili romani, veneziani, milanesi e francesi, il grande poeta lombardo amò le donne, ma anche i suoi gusti sessuali potrebbero rispecchiare la sua indole ribelle e trasgressiva. Il magistrato capo dell’Ufficio Legislativo del ministero della Giustizia Augusta Iannini sarà il Presidente della Corte, mentre lo stilista Guillermo Mariotto vestirà i panni dell’Imputato. Stefano Dambruoso, magistrato capo dell’Ufficio Affari Internazionali del ministero della Giustizia, e Paola Balducci, avvocato penalista e docente di procedura penale all’Università di Lecce, si impegneranno rispettivamente nei ruoli di Pubblico Ministero e Avvocato difensore. CLICCARE QUI PER MAGGIORI INFORMAZIONI E ACQUISTARE I BIGLIETTI

LA BOTTEGA DEL GENIO: UNA RICOSTRUZIONE DELL'ATELIER DI CARAVAGGIO (di Michele Cuppone)

Cosa poteva mai contenere quella «cassa con dodici libri dentro», inventariata tra i ben posseduti da Caravaggio nell’agosto 1605, nella casa in affitto di vicolo San Biagio (odierno vicolo del Divino Amore)? Un numero non trascurabile di volumi, per un personaggio che le fonti raffigurano poco incline allo studio, e tale da stimolare la curiosità degli storici dell’arte. Facendo un esercizio di immaginazione, si potrebbe pensare a raccolte di incisioni (spesso i suoi soggetti suggeriscono modelli di varia provenienza), o magari a testi delle sacre scritture (tradotte alla lettera in più di un’opera) o, perché no, al Magiae naturalis di Giovan Battista della Porta. Una proposta mirata, forte eppure verosimile, se le citazioni nelle fonti, gli studi sulla tecnica pittorica, le tracce materiali sulle tele e diversi altri ‘indizi’ portano a supporre quantomeno la conoscenza, da parte dell’artista, dei principi enunciati dal filosofo campano, il primo a descrivere l’impiego nella pittura della camera oscura, tale da permettere una facile e fedele rappresentazione della realtà anche a chi fosse digiuno del pennello. La bibliografia sull’argomento si ampliò ... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU CARAVAGGIO400.ORG

Orbetello, 29 gennaio 2011: "LE DONNE NELLA PITTURA DI CARAVAGGIO"

Il Circolo Culturale orbetellano “Gastone Mariotti” presenta un audiovisivo che descrive e analizza le figure femminili nella pittura di Caravaggio. L’evento si terrà in data 29 Gennaio 2011 presso l’ Oratorio di S. Antonio in via Dante 21.
La narrazione svela l’identità delle modelle che posavano per i suoi quadri, le loro storie e le motivazioni di queste scelte che possono risultare utili per comprendere meglio le opere del Maestro e per approfondire le caratteristiche sociali ed umane dell’artista, i suoi sentimenti e la sua arte.
L’audiovisivo, interamente prodotto dal Circolo, è stato realizzato per la composizione e l’adattamento del testo da: Edoardo Federici, Rossella Rispoli, Francesca Celestra - La voce Narrante è di Marialetizia Cannas - Il montaggio è stato realizzato da Edoardo Federici

Intervista a Vittorio Sgarbi: "Fuggì dalla Lombardia per diventare un genio" (di Stefania Briccola da LaCultura)

Il pittore milanese non dipinse una sola opera nella regione Sgarbi gli dedicherà una mostra. Dice: «Lo paragono a Bossi»

Caravaggio lombardo come Umberto Bossi, che solo a Roma fa la sua rivoluzione. Caravaggio più grande di Francis Bacon perché la sua condizione è ancora più disperata. Quest’anno numerose esposizioni in Italia e all’estero celebrano Michelangelo Merisi (Milano 1571- Porto Ercole 1610) nell’anniversario di morte. Una mostra di Vittorio Sgarbi lo racconta senza un solo quadro da lui dipinto a partire dalle opere dei maestri che il pittore vide tra Veneto e Lombardia. S’intitola Gli occhi di Caravaggio e si inaugurerà ad ottobre alla Gam di Bergamo. Tra Milano, Venezia, Cremona, Bergamo e Brescia ci sono almeno venti artisti nei quali si osserva la somiglianza con il pittore milanese di famiglia originaria di Caravaggio, a cui deve il soprannome. Tra questi ci sono Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Moretto, Lotto, Romanino, Savoldo, Antonio Campi, Vincenzo Campi e poi Figino, Lomazzo e altri maestri ancora che tracciano una mappa della formazione di Michelangelo Merisi tra Lombardia e Veneto.
Vittorio Sgarbi, con quale provocazione ci stupirà nella rassegna su Caravaggio alla quale sta lavorando, che vedremo a Bergamo?
Farò una mostra su Caravaggio senza un solo quadro da lui dipinto. Il tema è mostrare
l’analogia fra Caravaggio e Bossi poiché Roma è il luogo dove il pittore deflagra, così come quello in cui il leader padano fa la sua rivoluzione, ma tutto..... CONTINUA A LEGGERE L'INTERVISTA SU "LACULTURA"

Teramo, 14 gennaio: Presentazione del volume: "CARAVAGGIO, un ritratto somigliante" di Francesca Cappelletti

Venerdì 14 gennaio 2011, alle ore 18.00, presso la Sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo, verrà presentato un importante studio di Francesca Cappelletti dal titolo “Caravaggio. Un ritratto somigliante” (Electa, 2009). L’evento è a cura della storica d’arte Manuela Valleriani, che interverrà sull’opera relativa al grande maestro a diretto colloquio con l’autrice.
La presentazione del volume si colloca nell’ambito delle celebrazioni - ancora in corso in varie parti d’Italia - per il quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610).
Per l’occasione l’intero “corpus” dell’artista è ripercorso in questo elegante volume da Francesca Cappelletti, studiosa della pittura del Seicento, nota per le ricerche archivistiche legate al dipinto di Caravaggio “La cattura di Cristo” (1602) - rintracciato a Dublino nel 1993 - e per essere stata, in seguito a questa vicenda, la protagonista del romanzo di Jonathan Harr “Il Caravaggio ritrovato”, ispirato appunto a tale ritrovamento.
Un’autorevole monografia sul maestro - arricchita da un’apposita campagna fotografica, sostenuta da Electa, di ben 160 illustrazioni - destinata al grande pubblico, ma aggiornata sugli studi più recenti, basata su una completa ricognizione delle attribuzioni e dei dati documentari, che invita a riflettere su un catalogo di opere da considerare come base realistica per ulteriori proposte attributive ..... CONTINUA A LEGGERE IL COMUNICATO STAMPA COMPLETO

15 febbraio - 30 giugno: "Gli occhi di Caravaggio" una mostra al Museo Diocesano

Una grande mostra creata da Vittorio Sgarbi che si inititola "Gli occhi di Caravaggio", ideata per il IV centenario della morte di Michelangelo Merisi. L'esposizione si terrà dal 15 febbraio al 30 giugno al Museo Diocesano.  Lo scopo dell'importante rassegna è quello soprattutto di ripercorrere gli anni della formazione di Caravaggio, tra il Veneto e la Lombardia, con la raccolta di oltre 50 opere da Lotto a Giorgione, un allestimento che il Merisi avrebbe potuto ammirare nelle chiese e negli studi dei pittori tra i 14 e i 20 anni, prima della partenza per Roma. Dunque in mostra opere degli artisti che hanno influenzato maggiormente il giovane Caravaggio, tra i quali figurano Giorgione, Moretto da Brescia, Moroni, Tiziano, Vincenzo e Antonio Campi, Simone Peterzano, Arcimboldi Ortolano, Tintoretto, Lorenzo Lotto, Giovanni Ambrogio Figino, Jacopo da Bassano e molti altri, tutta la grande pittura lombarda e veneta del '500.
Presso Museo Diocesano - Corso di Porta Ticinese, Milano

"La deposizione di Cristo nel sepolcro" di Caravaggio (di Marco Agostini)

Il capolavoro di Caravaggio riletto in base alla collocazione originaria nella chiesa di Santa Maria in Vallicella

La Deposizione di Cristo nel sepolcro di Caravaggio è una delle più celebrate opere dei Musei Vaticani; nell'Ottocento fu copiata a mosaico sull'altare della sagrestia della basilica Vaticana. Tra i primi dipinti pubblici dell'artista, fa parte di quella produzione della maturità che racconta episodi drammatici della religione, attraverso forme di straordinario impatto evocativo, che rinnovano profondamente l'iconografia tradizionale del fatto sacro. È una vera e propria sacra rappresentazione avvolta da un misterioso silenzio in cui la luce, che è più di quella naturale, irrompe con forza propria dall'alto e indaga ansiosa i corpi scultorei degli attori impegnati in gesti semplici e ieratici, cadenzati da un ritmo arcano. L'opera è pervasa da un'altissima tensione morale densa di riferimenti autobiografici che la storiografia artistica non ha mancato di rilevare.   Il dipinto mira all'essenziale; non all'ambiente, al giardino - qualche sasso e un arbusto - in cui l'avvenimento accade. Rari bagliori evocano il luogo, possibile ovunque, sepolto nell'ombra. Solo il lastrone di pietra su cui poggia il gruppo ha un ruolo pari ai personaggi che sostiene. La pietra e i movimenti dei protagonisti sono bloccati in scorci arditi, l'evidenza plastica dei corpi e delle poche cose emerge dal buio, il sorprendente classicismo fatto di essenzialità e solennità scaturisce dalla realtà stessa nel momento in cui questa è rivelata dalla luce. Qui c'è tutto di Caravaggio: l'uomo dalla vita tormentata e il pittore.
La storia e la critica d'arte, tuttavia, non bastano a rendere giustizia a un simile quadro perché in esso c'è qualcosa che si muove più in profondità e che, per essere percepito, abbisogna di una condizione fisica e spaziale diversa e pure di una sensibilità visiva diversa. Per intercettare questa eccedenza ... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SUL BLOG MARANATHA.IT

Intervista a Maurizio Marini (dal TG1 Focus)

Addormentarsi con un Caravaggio (di Achille Della Ragione, da NapoliNews Arte)

Visita senza immagini ad una straordinaria collezione di dipinti. Il personaggio di cui voglio parlarvi è un vero principe della cultura, esperto di storia dell’arte e tra i massimi specialisti del pittore oggi alla moda, l’unico in grado anche con un solo suo dipinto in mostra di attirare fiumi di visitatori, desiderosi di sostare davanti ad un suo quadro e poter poi raccontare: era un vero capolavoro.

L’incontro era fissato per il pomeriggio, grazie ai buoni uffici di Pietro, un professore mio amico, che si era offerto di presentarci. Il principe abita in una stradina della vecchia Roma, un palazzo apparentemente modesto. Saliamo al quarto piano con l’ascensore e quando entriamo veniamo accolti da una marea debordante di libri d’arte, che occupano ogni angolo della casa, straripando dagli scaffali ed impossessandosi di ogni spazio disponibile, al punto che muoversi è una vera impresa, anche perché l’abitazione è posta su due livelli con lunghi corridoi e temerarie scalinate, che si affrontano con timore reverenziale, a stento rincuorati sapendo che di recente sono state scalate con successo anche dal centenario Denis Mahon, una leggenda della storia dell’arte. Alcune stanze si aprono su piccoli e grandi terrazzi .... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU TELERADIOSTELLA.IT

L'occultismo di Caravaggio nella "Decollazione" del Battista (dal blog di Maurizio Decollanz)

La Decollazione del Battista (1607-8), opera realizzata a Malta, sicuramente costituisce un'importante chiave ermeneutica per la comprensione non solo dell'ultima produzione pittorica del Caravaggio ma anche dei suoi dipinti giovanili. 
La decollazione del Battista, come si sa, è la più grande tela che Caravaggio abbia mai dipinto. In tale opera è la vastità dello spazio architettonico con le sue forme circolari e orizzontali che domina la scena, la quale sembra svolgersi in un ideale palcoscenico di quel teatro della crudeltà immaginato e realizzato da Antonin Artaud solo alcuni secoli dopo.
In tale palcoscenico lo sfondo è costituito dalle alte mura esterne di un carcere. La scena madre si svolge per l'appunto innanzi al suo portone d'ingresso. Al suolo giace stramazzato il corpo del Battista. Il carnefice piegato su di lui gli tiene la testa ferma con la mano destra mentre con un coltello impugnato nella sinistra, tenuta dietro la schiena, si prepara a staccargli di netto la testa. La giovane Salomé si china premurosa verso il carnefice porgendogli un canestro di vimini. Il carceriere con le chiavi alla cintura e lo sguardo fisso per terra punta l'indice della sinistra in direzione del canestro nell'atto di ordinare la fase finale della decollazione del santo e la destinazione della sua testa.  Un'anziana domestica della giovane principessa in preda all'orrore innanzi alla scena di macelleria, che le si presenta innanzi, con le sue mani sorregge il capo in procinto di vacillare. La sua è l'unica reazione di sgomento innanzi alla spietata crudeltà dell'esecuzione. Due detenuti, infine, si sporgono curiosi da dietro le grate del carcere per assistere alla scena della decollazione. Tra tutti questi personaggi del dramma non c'è però un solo scambio di sguardi. Tutti gli occhi sono puntati per terra, al suolo, dove giace abbattuta la vittima il cui volto esprime un'indicibile sofferenza. Il sangue che fuoriesce dal collo semitroncato del santo, forma al centro e quasi sull'orlo della base del quadro un grumo di liquido rossastro... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SUL BLOG DI REBUSTV

Balletto dedicato a Caravaggio, domenica 9 gennaio al Municipale di Torino

La tormentata figura del pittore Caravaggio, diventa straordinario soggetto nel balletto di Matteo Levaggi che domenica 9 gennaio (ore 16) vede protagonista al Municipale il Balletto Teatro di Torino. Lo spettacolo sarà preceduto dalla presentazione a cura di Stefano Tomassini che dialoga con il coreografo. (Invito alla danza, Ridotto del teatro ore 15)
La figura tormentata del pittore Caravaggio, la sua intensità, la modernità lacerante dei suoi lavori, è diventata un creazione coreografica di Matteo Levaggi, uno spettacolo, Caravaggio, ricco di suggestioni sul quale i danzatori del Balletto Teatro di Torino diretto da Loredana Furno si muovono sulla partitura originale per violoncello e elettronica. creata appositamente dal noto compositore Giovanni Sollima e l’impianto scenico di Roger Salas. Andrà in scena al Municipale di Piacenza per la stagione di danza ideata dalla Fondazione Teatri domenica 9 gennaio (ore 16) Il balletto nasce per il Festival Internazionale di Balletto di Genova Nervi e tra i numerosi riferimenti al Barocco, spicca la presenza in scena di un sopranista (massimo Castagno), ad evocare quella spensierata giovinezza, fresca, sensuale, ma allo stesso tempo ambigua e tormentata, come poteva essere la personalità di Caravaggio. Matteo Levaggi definisce questa creazione il suo lavoro sulla seduzione, ed è proprio in questa direzione che si sviluppa la coreografia, con il suo intercedere bruciante e avvolgente. Lo spettatore, non è portato a conoscere la storia del Caravaggio, ma a vivere un'esperienza di pura energia in cui vengono lanciati i danzatori, in continuo gioco-sfida che crea tra loro, quell'energia travolgente e quella forza che caratterizzano l’opera del grande pittore. L’emozione che Levaggi prova .... CONTINUA A LEGGERE LA NOTIZIA SU PIACENZASERA.IT

Intervista a Francesca Cappelletti (di Egizio Trombetta)

Francesca Cappelletti, professione storica dell’arte, i più se la ricordano per le sue ricerche documentarie condotte agli archivi Mattei di Recanati. A seguito del suo lavoro certosino, condotto insieme ad un’altra studiosa, Laura Testa,  fu possibile far luce su quadri di Caravaggio come il San Giovannino della pinacoteca capitolina e sulla Cattura di Cristo ora esposto a Dublino. Caravaggio un ritratto somigliante è il libro edito da Electa, targato Francesca Cappelletti, uscito in occasione del quadricentenario della morte di Michelangelo Merisi. Incontriamo Francesca Cappelletti all’università di Ferrara, dove insegna come professore associato di Storia del’arte moderna, per chiarire alcuni aspetti del suo libro, ma non solo… LEGGI IL TESTO E VEDI IL VIDEO INTEGRALE DELL'INTERVISTA SUL BLOG DI EGIZIO TROMBETTA

I Cavalieri di Malta e Caravaggio. Da Roma alla Valletta e ritorno (di Michele Cuppone)

Difficile rimanere indifferenti al fascino della storia e le testimonianze melitensi: dietro la scorza di un territorio arido e segnato dalla monocromia della pietra locale nelle possenti fortificazioni e l’edilizia civile e religiosa, si cela un patrimonio storico-artistico così ricco da debordare i ristretti confini isolani. Ambasciatori e promotori primi di tale retaggio, i Cavalieri dell’Ordine di Malta, di cui tale operato è troppo spesso misconosciuto e offuscato da un diffuso indugiare in romanticherie di ‘frati guerrieri’.

Ora, l’immagine più completa è restituita da “I Cavalieri di Malta e Caravaggio. La Storia, gli Artisti, i Committenti”, a cura di Stefania Macioce, la massima studiosa italiana in tale ambito. La sue ricerche ventennali, tra l’altro, hanno riportato in luce episodi legati al soggiorno maltese del Merisi, grazie a importanti scoperte d’archivio, tutte trascritte nel regesto di documenti, fonti e inventari pubblicato dalla medesima nel corso di quest’anno caravaggesco. Che, in appena un anno di permanenza nell’isola, il Lombardo scrisse uno dei capitoli memorabili della sua carriera e per l’Ordine stesso, con una pittura solenne e contemplativa, impostata generalmente sui toni spenti delle terre con misurate accensioni color vermiglio e che, com’era nella sua sensibilità, riverberava le suggestioni che venivano da quell’ambiente. Ne è un chiaro esempio la Decollazione di San Giovanni Battista, la più grande tela mai realizzata e l’unica firmata, nel sangue del martire, che ancora fa bella mostra di sé nell’Oratorio della Co-Cattedrale della Valletta, e probabilmente rappresenta la più elevata espressione della cultura artistica dei Cavalieri. Nondimeno, la loro committenza si rivolse alla maestria del Pinturicchio, Tiziano, Parmigianino, Rubens, Mattia Preti, Piranesi; o ai meno noti Filippo Paladini e Matteo da Lecce, dalle biografie per certi versi affini a quella del Merisi; o ancora a pittori che gli furono più prossimi stilisticamente, quali .... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU CARAVAGGIO400.ORG