Presentazione del volume "Il giovane Caravaggio 'sine ira et studio'", a Roma l'11 dicembre

Presentazione del volume Il giovane Caravaggio "sine ira et studio", a cura di Alessandro Zuccari (De Luca Editori d'Arte, 2018), atti della giornata di studi dell'1 marzo 2017



Roma, Archivio di Stato di Roma, Complesso di Sant'Ivo alla Sapienza - Sala Alessandrina

Martedì 11 dicembre 2018 - ore 17.00

Interverranno
Raffaella Morselli
Sebastian Schütze
Claudio Strinati

saranno presenti il curatore del volume e gli autori dei saggi


Un artista "rivoluzionario" come Caravaggio non può che suscitare polemiche e discussioni. Tuttavia è necessario riportare il dibattito in sede scientifica per giungere a una piena comprensione della sua personalità e della sua pittura. Per questo si è deciso di affrontare la cronologia del giovane Merisi «sine ira et studio» («senza animosità o parzialità», Tacito, Annales 1, 1, 3), nel modo più obiettivo possibile. 
Quando e come Caravaggio giunse dalla Lombardia a Roma resta ancora un mistero, nonostante un abbondante secolo di ricerche. Dal 1592 al 1596 si perdono le tracce dell'artista, quattro anni decisivi che invece sfuggono al nostro controllo. E persino dopo, quando i documenti ricominciano a segnalarlo a Roma, molti sono ancora i dubbi e le questioni aperte sui quadri eseguiti fino all'esordio pubblico in San Luigi dei Francesi
La giornata di studi (promossa dal Dottorato in Storia dell'arte della Sapienza, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici di Roma Tre e con la Bibliotheca Hertziana- Max Planck Institut) ha permesso agli specialisti di Caravaggio di confrontarsi, per la prima volta in modo specifico, su questi temi nodali per la comprensione del pittore. 
I contributi qui raccolti propongono, con un rigoroso approccio scientifico, approfondite analisi e letture delle opere realizzate dal Merisi fino al 1600 e offrono interessanti novità sulla biografia del pittore (come le notizie fornite dalle inedite Vite di Gaspare Celio). 
Ne emerge una visione più circostanziata del giovane Caravaggio, ricca di nuovi dati e spunti di riflessione, che inoltre costituisce un aggiornato "stato degli studi" su cui potersi basare in futuro.


Sommario del volume:

Alessandro Zuccari - Introduzione
Michele Di Sivo - Il mestiere dello storico. Caravaggio e la critica delle fonti
Riccardo Gandolfi - Notizie sul giovane Caravaggio dall'inedita biografia di Gaspare Celio
Giacomo Berra - Il Caravaggio da Milano a Roma: problemi e ipotesi
Orietta Verdi - Le prime testimonianze sulla presenza di Caravaggio a Roma: il punto sui documenti
Laura Teza - Considerazioni sul Mondafrutto, sul Bacchino malato e su "un ritratto di villano"
Alessandro Zuccari - Le due versioni del Ragazzo morso da un ramarro attribuite a Caravaggio
Rossella Vodret - La Buona Ventura della Pinacoteca Capitolina: alcune riflessioni sulle analisi tecniche
Massimo Moretti - Caravaggio in casa di monsignor Fantino e alcuni documenti sui Petrignani e Ferdinando de' Medici
Stefania Macioce - "Una musica di alcuni giovani ritratti dal naturale, assai bene"
Maria Cristina Terzaghi - Tracce per la Canestra e la natura morta al tempo di Caravaggio
Gianni Papi - I primi ritratti di Caravaggio. Per la cronologia posticipata della Giuditta e del San Giovanni Battista
Francesca Cappelletti - Caravaggio, il ritratto, il cavalier Marino. Qualche riflessione per un nuovo collezionista?
Sybille Ebert-Schifferer - Il primo San Matteo e l'Angelo di Caravaggio
Francesca Curti - Mercanti, pittori, intermediari in rapporto con Caravaggio: la commissione del quadro "cum figuris" e di un San Giovanni Battista


link:



Nuovo volume "Nel segno di Caravaggio" e lezione di Stefano Zuffi, a Milano l'11 dicembre

Lezione del prof. Stefano Zuffi su Michelangelo Merisi da Caravaggio, martedì 11 dicembre alle 18:30 presso il Museo della Permanente di Milano (via Turati, 34)


Pittore e assassino sullo sfondo solenne della Roma del primo Seicento, Caravaggio (1571-1610) è uno degli artisti più appassionanti e potentemente espressivi: protagonista di una vera e propria Odissea mediterranea, ma insieme capace di rivoluzionare il corso della pittura europea. 
Il volume vuole avvicinarci a questo maestro dell’arte italiana da un punto di vista nuovo. Rinunciando per una volta alla consueta sequenza cronologica, le opere di Caravaggio sono qui considerate nel loro insieme, nei due decenni a cavallo dell’anno 1600. 
Di capitolo in capitolo, osserveremo aspetti particolari dell’arte del pittore milanese: la presenza di modelli ricorrenti, la passione per lame e pugnali, l’ossessione per le teste mozzate, l’eccezionale e pionieristica abilità nella natura morta, e così via. 
Fra le luci e le ombre di una pittura appassionata, Caravaggio ci chiama sulla scena, coinvolgendoci in un fatto che si sta compiendo hic et nunc, qui e adesso, sotto i nostri occhi. La sua pittura entra nella nostra vita. 

Storico dell’arte, Stefano Zuffi si occupa del periodo tra Rinascimento e Barocco. È autore di oltre cento pubblicazioni, in particolare su Dürer, Michelangelo, Rembrandt, Vermeer, Tiziano e Caravaggio (fonte: comunicato)

link:




Siracusa. Con i tableaux vivants caravaggeschi, l’arte di Tony Mazzarella




Dei quadri viventi per riprodurre i grandi dipinti del passato con persone vere. E’ questo uno dei lavori del fotografo siracusano Tony Mazzarella, che attraverso le sue opere narra e fa conoscere la vita di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, ai ragazzi dell’istituto musicale Gargallo di Siracusa impegnati nel progetto. 
L’artista aretuseo, intervistato dalle telecamere di Rai 3, ha spiegato sia la sua passione sia il suo impegno in un progetto che come ha ribadito il professore Michele Romano: "rende vive le opere di Caravaggio". 
Un altro successo per il fotografo Tony Mazzarella che ha sottolineato nel servizio televisivo l’importanza di una fotografia priva di ritocchi dove "nulla è inventato".

link:




Presentazione dell'opera di Ippazio Campa ispirata alla "Vocazione di san Matteo" di Caravaggio, il 23 novembre a Salerno



Il 23 Novembre 2018, per il genetliaco di S.E.R. Cardinale Protodiacono Renato Raffaele Martino, verrà presentata presso il Duomo di Salerno, alle ore 17.00, l’opera Mt 9,9-13
Il quadro è stato realizzato con la tecnica del pastello dal maestro Ippazio Campa, appuntato scelto dei Carabinieri. L’artista si è prefissato di rappresentare la vocazione di san Matteo in maniera innovativa, pur mantenendo salda l’ispirazione all’omonimo capolavoro di Caravaggio e abbracciando la lectio della storica dell’arte Sara Magister – già nota per le sue collaborazioni con l’Accademia dei Lincei, i Musei Vaticani, la Fabbrica di San Pietro e l’Enciclopedia Treccani. 
L’opera prende spunto proprio dall’estrema sintesi con la quale il Vangelo narra questo episodio. Gesù vede Matteo dietro a un banco a riscuotere le imposte dovute all’imperatore romano, lo chiama e lui lo segue. Ed è proprio nell’attimo in cui lo sguardo del pubblicano incontra quello del Messia, che si racchiude il significato di quel momento. 
Il gruppo di interpreti e tecnici M9913, sotto la guida del maestro Ippazio Campa, ha ricostruito questo preciso istante, ambientato fedelmente nel periodo storico in cui è avvenuto. Il fotografo Max Angeloni ha fissato in una foto quello stesso istante, poi interpretato pittoricamente. 
Il quadro Mt 9,9-13, delle dimensioni di cm 200×140, sarà collocato permanentemente all’interno del Duomo di Salerno. Esso ha già ricevuto, peraltro, l’autorevole patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, conferito da S.E.R. Cardinale Gianfranco Ravasi
Alla presentazione del dipinto parteciperanno autorità religiose, politiche, militari e personalità dell’arte e della cultura tra cui: la dott.ssa Sara Magister autrice del libro Caravaggio. Il vero Matteo, il dott. Michele Cuppone ricercatore e autore della biografia di Caravaggio nello stesso volume, il dott. Giuseppe Orlando D’Urso socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia, Camilla Bertuzzi per Fujifilm Italia, la Marchesa Federica de Gregorio Cattaneo dei Principi di Sant’Elia Delegato per Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. 
Inoltre, presenzierà il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, rappresentato dal Cap. Giampaolo Brasili C.te del Nucleo TPC di Napoli (fonte: comunicato stampa).

link:


Rassegna stampa:

Salerno - Omaggio a San Matteo [di Enzo Ragone, su Rai 3, 23/11/2018]

Opera cardinale [LIRATV, 23/11/2018]

Il San Matteo inedito di Ippazio Campa donato alla Cattedrale [di Paolo Romano, su La Città di Salerno, 24/11/2018]

Opera caravaggesca di Ippazio Campa per il Duomo di Salerno [su Il Messaggero, 26/11/2018]

Nel Duomo di Salerno il San Matteo del maestro Ippazio Campa [su Nuovo Quotidiano di Puglia, 20/02/2019]

Intervista a Vittorio Sgarbi: Caravaggio? Mai fatto doppi e la diagnostica non serve a niente”

[...] – Visto che lo abbiamo nominato, vorrei sapere tu cosa pensi degli sviluppi che stanno prendendo gli ultimi studi sull’opera del Caravaggio, che sembrano prediligere le indagini scientifiche e diagnostiche su supporti, mestiche, colori ecc e che hanno portato a mostre, pubblicazioni e convegni di vario tipo (l’ultimo in ordine di tempo dal titolo “Art from inside. La diagnostica per immagini applicata al Patrimonio culturale” si tiene alla città della Scienza a Napoli il 20 novembre. NdA).
 R: La diagnostica? Fu quella che consentì di affermare che le pietre di Modigliani erano buone; vuol dire che se ti metti nelle mani di un chimico, di un diagnostico per l’appunto puoi arrivare a dire esattamente il contrario del vero; quindi personalmente non alcuna fiducia in ciò che è legato a questa dimensione; si fanno comitati scientifici, tavoli scientifici come se questa parola, ‘scientifico’, fosse una sorta di alibi atto a giustificare qualunque errore o la mancanza di impegno professionale. Prendi il Cenacolo di Leonardo, dove come sai non possono entrare a vederlo più di cinque sei persone o giù di lì, perché altrimenti i fiati, la polvere, i rumori …Tutte balle, costruite per creare il mito dello scienziato del restauro e della tutela, che è una categoria totalmente fasulla e che sostituisce alla capacità di conoscenza storica e visionaria degli occhi – che è quella dei grandi conoscitori – una macchina in grado di trovare una serie di elementi che portano perfino ad una attribuzione, in alternativa alla intelligenza, alla scelta, agli accostamenti, che solo un uomo può fare con la sua mente. 
– Dunque sei totalmente contrario? 
R: Totalmente, sono cose che possono essere utili solo ed esclusivamente come ancelle sussidiarie: l’opinione di un critico avveduto diventa spesso verità, mentre la verità della diagnostica resta sempre un’opinione. 
– E allora come pensi si possa sciogliere questo enigma sulle opere ‘doppie’ di Caravaggio, laddove cioè due dipinti uguali si contendono – con buone ragioni spesse volte  l’autografia caravaggesca? 
R: Mi chiedi dei ‘doppi’ di Caravaggio, ma io in realtà non credo che Caravaggio replicasse, tanto è vero che ogni qualvolta è emersa un’ opera ritenuta replica di un’altra già nota del maestro essa è apparsa sempre imparagonabile con quella già conosciuta, o viceversa, quella riemersa è migliore e più credibile di quella che si conosceva; per me Caravaggio non ha mai fatto copie e quando esce un dipinto identico ad un altro secondo me non è suo, perché credo che non avesse proprio tempo per fermarsi ad elaborare una seconda opera una volta terminata la prima, dal momento che quell’idea di pittura è interna ad una logica inventiva così rapida e direi quasi rapinosa che non glielo consentiva. 
Ed allora molti di questi quadri in dubbio di legittimazione caravaggesca? 
R: Si tratta secondo me di espedienti per cercare di allargare il mercato con opere che qualcuno tenta di legittimare e che magari sono parzialmente in dubbio di autenticità [...]

link:


La "Natività" di Caravaggio reinterpretata dal pittore spagnolo Santiago Ydáñez, in mostra all'oratorio di San Lorenzo a Palermo


Si inaugura venerdì 16 novembre alle ore 19,00 in Oratorio di S. Lorenzo la mostra di Santiago Ydáñez, organizzata dall’associazione Amici dei Musei Siciliani in collaborazione con l’Istituto Cervantes
A quasi cinquant’anni dal furto della Natività di Caravaggio, e a breve distanza dal “ritorno” dell’opera sotto forma di riproduzione 'hi tech', la tela dell’artista lombardo appare nuovamente nell’Oratorio di San Lorenzo nell’interpretazione che ne dà il pittore spagnolo Santiago Ydáñez. 
L’artista non è nuovo a questo genere di interventi: lo testimoniano le tre versioni di un’altra tela caravaggesca, il Martirio di San Pietro della cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo a Roma, e da ultimo la sua rilettura degli affreschi della Villa di Livia attualmente esposti al Museo Nazionale Romano. La sua versione ad acrilico su tela della Natività, che fronteggerà l’immagine dell’originale fino al prossimo 16 dicembre 2018, si caratterizza per la fedeltà nella riproposizione delle misure e delle linee generali del dipinto seicentesco, da cui si distanza tuttavia per la libera pennellata di Ydáñez
Alla compattezza delle forme caravaggesche, scolpite nel buio da una luce tagliente, si sostituisce cosí una visione sfaldata, che ricorda peraltro certi esiti già seicenteschi della ricezione di Caravaggio (un nome per tutti: Giovanni Serodine). Punto focale di entrambe le Natività è la figura del Bambino, il solo brano in cui Ydáñez si distanzia nettamente dal prototipo, attraverso il ricorso al non-finito. In questo Bambino che non c’è si può scorgere un’allusione all'assenza dell’originale di Caravaggio, ma ancor più la volontà di evidenziare la natura di organismo vivente dell’opera d’arte, che ha una sua natività e cresce per stadi successivi fino a raggiungere (o a non raggiungere, come in questo caso) il suo assetto definitivo. 
Dopo essersi confrontato con il San Pietro di Santa Maria del Popolo, Ydáñez torna dunque a reinterpretare Caravaggio: ma questa volta il dialogo è con un fantasma, con un’opera che, nella sua assenza, è presente quant’altre mai nell’immaginario collettivo di un Paese e di una regione come l’Italia e la Sicilia, gremiti di fantasmi e di misteri irrisolti. 

Vernissage Venerdì 16 Novembre ore 19.00 La mostra sarà visitabile fino al 16 Dicembre Ogni giorno dalle 10.00 alle 18.00

(fonte: comunicato stampa)

Premio Nazionale Città Cristologica per "Caravaggio. Il vero Matteo" di Sara Magister



Il Premio Nazionale "Città cristologica", nella III edizione - 2018, è stato assegnato a Sara Magister per il volume Caravaggio Il vero Matteo, Campisano Editore, Roma, 2018, in quanto «con mirabile acribia giunge a identificare in maniera del tutto convincente il Matteo usuraio nella Chiamata di Matteo», come motivato dalla Presidenza della Fondazione Lucana Antiusura "Mons. Vincenzo Cavalla".
Il Premio viene assegnato a opere di scrittura attinente il Cristo della fede o della storia o della cultura. Si propone di testimoniare che il nome di Matera circola nel mondo soprattutto grazie a quello di Cristo – cfr. Cristo si è fermato a Eboli (1945) di Carlo Levi, Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pierpaolo Pasolini, The Passion (2004) di Mel Gibson –, per cui la Città dei Sassi ha il dovere di onorarne la perenne presenza.
La cerimonia di premiazione avrà luogo a Matera martedì 20 novembre alle 17.30, nella Sala Joseph Ratzinger in Piazza Sant'Agnese.
Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, recherà una preziosa testimonianza. Toccherà poi a Sara Magister svolgere una Lectio sul telero caravaggesco La chiamata di Matteo. Seguirà la consegna del Premio. Sono invitate le Autorità civili, militari e religiose, ma la partecipazione è estesa a tutti; è un’occasione culturale offerta agli appassionati, per una riflessione di sostanza sull’usura, sul Caravaggio e la perenne attualità della sua opera. Tre slanci della cantante lirica Dayana Hernandez Lorente punteggeranno la premiazione.

link:



Paolo Jorio e Rossella Vodret presentano "Luoghi e misteri di Caravaggio", il 27 novembre a Milano

Le tappe della tormentata vita dell’artista lombardo, attraverso i luoghi dove ha vissuto e creato i suoi capolavori immortali. 


Milano, Roma, Napoli, Malta, Siracusa, Messina, forse Palermo e poi di nuovo Napoli. Sono i palcoscenici della vita inquieta, violenta, ma straordinariamente creativa, di un immenso personaggio: Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, figura contorta, rissosa, inquieta, geniale, che ha tratto, proprio da quei luoghi in cui si è immerso e dall’umanità che li ha popolati, linfa vitale per la sua magnifica arte. 
Luoghi e misteri di Caravaggio inquadra il periodo storico e politico in cui il grande pittore lombardo ha vissuto, e ci porta alla scoperta degli angoli bui, delle strade, dei costumi, delle osterie che ha frequentato con gli amici e le prostitute, dei palazzi di chi lo ha protetto, delle case dove ha abitato, degli ambienti che sono stati teatro delle sue aggressioni e che lo hanno visto protagonista di un’esistenza intensa e irregolare. 
Un affascinante itinerario ricco di misteri che si intreccia, in modo indissolubile, con la sua opera; dalla nascita, e dalla formazione a Milano, all’emigrazione a Roma in cerca di lavoro, in lotta con la povertà, la fame e gli stenti del primo periodo. Poi gli anni sotto l’ala protettiva dei potenti della città papalina, come il Cardinal del Monte e la sua raffinata cerchia intellettuale, fino ai primi successi, ben presto offuscati da denunce, arresti, processi. Infine l’apoteosi – la fama – seguita dalla caduta nel precipizio – il grave fatto di sangue che ha marchiato l’ultima fase della sua vita. Quindi la fuga a Napoli, a Malta, in Sicilia lasciando al suo passaggio capolavori di eccezionale bellezza, ma anche i segnali dello squilibrio che gli sconvolgeva la mente. Fino all’approdo a Porto Ercole, dove la morte lo colse solo e disperato (fonte: comunicato Mondadori).

Il libro sarà presentato presso Mondadori Megastore-Milano Marghera, in via Marghera 28 a Milano, martedì 27 novembre alle 18:30.

Presentazione di "L’Arte di vivere l’Arte. Scritti in onore di Claudio Strinati", a Bologna il 14 novembre




Mercoledì 14 novembre 2018 alle ore 17:30 presso Palazzo Magnani Salem, sede UNICREDIT a Bologna, sarà presentato L’Arte di vivere l’Arte. Scritti in onore di Claudio Strinati. Il volume, a cura di Pietro Di Loreto, è stato pubblicato in occasione del 70esimo compleanno di Claudio Strinati da Etgraphiae editore.
Interverranno Roberto Grandi, Fabrizio Lemme e Valerio Massimo Manfredi.
Introdurrà Mario Mattei.
Sarà presente Claudio Strinati

Il volume contiene alcuni saggi su temi caravaggeschi, a firma di Maria Grazia Bernardini (L'iconografia rivoluzionaria delle Sette Opere di Misericordia), Giacomo Berra (E il Caravaggio disse che «tanta manifattura gl'era à fare un quadro buono di fiori, come di figure»), Anna Coliva (Ottavio Leoni? Giuditta con la testa di Oloferne - Roma, Collezione Lemme), Alberto Cottino (Un caso interessante: il cosiddetto "Maestro delle mele rosa" tra caravaggismo e vasi a grottesche), Michele Cuppone («tre salti» sulle orme di Caravaggio intorno a Palazzo Madama), Dinko Fabris (Il liutista di Ribera: un caso precoce di caravaggismo), Helen Langdon (Caravaggio's Cardsharps and Gypsies Travel to Britain), Riccardo Lattuada (Un Archimede inedito del giovane Mattia Preti), Emilio Negro (Caravaggio e il giovane, che sonava il Lauto Wildenstein: un un rivoluzionario "manifesto" pittorico per il partito musicale petrarchesco?), Gianni Papi (Due dipinti di Juan Batuista Maino), Nicosetta Roio (Caravaggio, il problema del "Maestro della natura morta di Hartford" e il possibile ruolo dei siciliani Mario Minniti e Pietro d'Asaro), Keith Sciberras (Caravaggio ispirato. Il ruolo dei Lorena e l'Annunciazione di Nancy nella Malta del 1608: un capolavoro tra politica e religione).

Di seguito, l'elenco completo degli autori:
Cristina Acidini, Stefan Albl, Maria Giulia Aurigemma, Francesca Baldassari, Costanza Barbieri, Maria Grazia Bernardini, Giacomo Berra, Giuseppe Bertini, Arnauld Brejon de Lavergnée, Beatrice Buscaroli, Franco Cardini, Pierluigi Carofano, Sonia Cavicchioli, Maria Cristina Chiusa, Marco Ciampolini, Anna Coliva, Alberto Cottino, Michele Cuppone, Silvia Danesi Squarzina, Michele Di Sivo, Andrea Emiliani, Dinko Fabris, Marcello Fagiolo, Antonio Forcellino, Maria Barbara Guerrieri Borsoi, Helen Langdon, Riccardo Lattuada, Fabrizio Lemme, Anna Lo Bianco, Stéphane Loire, Stefania Macioce, Paola Mainetti, Valter Mainetti, Valerio Massimo Manfredi, Paola Mangia, Mario Marubbi, Giovanni Morello, Antonio Natali, Emilio Negro, Paolo Nucci Pagliaro, Franco Paliaga, Gianni Papi, Stefania Pasti, Alberto Mario Pavone, Francesco Petrucci, Massimo Pirondini, Rita Randolfi, Nicosetta Roio, Giancarlo Rostirolla, Keith Sciberras, Emanuela Settimi, Gianni Venturi, Rossella Vodret, Alessandro Zuccari.

link:

"Il ‘vero’ metodo di Caravaggio; un’analisi dei motivi di una delle più audaci rivoluzioni artistiche di tutti i tempi", di Clovis Whitfield


Voglio ragionare un po’ su come Caravaggio vedeva le cose, e la sua maniera di imitare il naturale. Mi sembra che egli abbia notato molte cose che altri prima non avevano visto, e che le procedure che ha adottato per dipingerle erano anche del tutto diverse da quelle convenzionali. Questo si può dedurre anche dal susseguirsi delle sue pennellate, e dall’assenza di un disegno generale – le figure sono associate per l’ordine della loro posa nello studio, piuttosto che per un’idea dall’inizio, e non parte mai da una formula. Per confronto un esempio di disegno di Baglione per una Maddalena fa vedere come egli cercava di inventare dalla sua fantasia una possibile posa con tutti i trucchi che aveva imparato – notare la presenza ripetuta dell’accento della fossetta sull’avambraccio in tutte le pose. E le composizioni intere erano precedute da una configurazione generale nonché un calcolo delle prospettive. Guardando le mani del Cavalier d’Arpino apprezziamo che hanno un carattere generico, da un lato quella femminile, dall’altro quella maschile; il modello vero è lontano. 
Per capire Caravaggio le analisi diagnostiche sono fondamentali ma non sempre decisive per risolvere tutti i problemi attributivi, e quello che vorrei individuare oggi è l’iter del suo operare perché possa dare un’idea delle priorità che lui aveva dipingendo. Due particolari di Caravaggio che segue il vero. Non ci risulta che ci siano schizzi o disegni preparatori (benché egli sembra di aver dato una indicazione del disegno di una pala importante in almeno un caso nel 1600). Si deve sempre ricordare comunque che non c’è una minima indicazione di un contorno completato in via soggettiva. Non esiste una tentazione da parte sua di completare una figura o un elemento ricordato da qualcosa che egli, o quanto meno un altro, aveva già espresso altrove. E abbastanza difficile, oggi quando le immagini sono ovunque e vengono create con una facilità senza paralleli, di immaginare la differenza che la presentazione del vero di Caravaggio rappresentava allora, e di provare l’emozione che se ne è verificata. Quello che ha tanto colpito era la vicinanza al vero, a quello che che già si sapeva ma sotto un aspetto che non si riconosceva [...]

link: