Tutto esaurito ed ospiti di spicco al convegno su Caravaggio a Ladispoli (da OrticaWeb)

Era il 30 luglio.Erano le ore 16 di un pomeriggio torrido. Era un evento nel quale non si parlava di sport, musica o argomenti leggeri. Era un evento nel quale si affrontava un tema culturale. Ebbene, Ladispoli ha risposto in modo inequivocabile al messaggio lanciato dagli organizzatori del convegno “Caravaggio, una falsa verità lunga 400 anni?”, che si è svolto ieri presso la sala conferenze dell’Hotel Villa Margherita di Ladispoli. 

Oltre 200 persone, nonostante orario scomodo e clima caldo, hanno gremito lo splendido hotel di Ladispoli, rimanendo anche estasiati dalla mostra dei quadri delle copie di Caravaggio affissi sulle pareti, realizzati dagli allievi della Bottega d’arte del maestro Guido Venanzoni. Un successo che ha sbalordito le tre testate giornalistiche, Tracciati d’arte, L’Ortica e Centro Mare Radio, che avevano organizzato il convegno per presentare l’inchiesta che conferma come esistano prove documentali, in primis quelle fornite dal ... CONTINUA A LEGGERE SU ORTICAWEB

Ladispoli, 30 luglio, ore 16:00, Convegno: "Caravaggio, una falsa verità lunga 400 anni?"


Una mostra di copie d'autore dei quadri del Caravaggio, opera del pittore Guido Venanzoni e dei suoi allievi, e un convegno per sollevare il dubbio sulle circostanze e luogo della morte.
Palo laziale invece di Porto Ercole? 
Il dibattito è aperto. 
Appuntamento il 30 luglio alle ore 16 presso la sala conferenze dell'Hotel Villa Margherita, via Duca degli Abruzzi, 147 a Ladispoli (RM). 
L’evento, organizzato dal periodico Tracciati d'arte, prevede la presentazione di un’inchiesta giornalistica che si pone l’obiettivo di porre in evidenza come Caravaggio, dopo essere approdato nel borgo di Palo Laziale, malato e debilitato, difficilmente potrebbe aver camminato sulla spiaggia fino a Porto Ercole dove avrebbe trovato la morte. Attraverso documenti storici, il convegno tenterà di proporre nuove ipotesi a 409 anni dalla morte del grande pittore.

Porto Ercole commemora Caravaggio a 409 anni dalla morte, con una conferenza di Stefania Macioce

Porto Ercole - Il 18 luglio di 409 anni fa, era il 1610, in circostanze non ancora del tutto acclarate, a Porto Ercole moriva Michelangelo Merisi da Caravaggio, uno dei più affermati pittori al mondo e le cui opere continuano a conquistare e affascinare per la sua eccelsa genialità. Giovedì 18 luglio, alle 21:30 in piazza Indipendenza, a due passi dal monumento a lui dedicato, la delegazione di Porto Ercole del Comune di Monte Argentario ricorderà pubblicamente il sommo genio artistico con una conferenza della prof. Stefania Macioce, docente di storia dell’arte alla Sapienza Università di Roma, autrice di numerose approfondite pubblicazioni su Caravaggio e per questo ritenuta uno dei maggiori esperti del pittore. 
La conferenza, dal titolo “Caravaggio e l’Ordine di Malta”, è dedicata alle vicende che legano l’artista all’isola mediterranea che lo ospitò in una fase cruciale della sua tormentata esistenza. Il pittore in fuga terminò poi i suoi giorni a Porto Ercole nel disperato tentativo di ricevere la grazia papale ed essere così assolto dalle sue condanne per rientrare così definitivamente a Roma “con la croce in petto” di Cavaliere del prestigioso Ordine di Malta e riacquistare nuova dignità. 
La serata commemorativa sarà introdotta dalle autorità comunali di Monte Argentario e moderata dalla giornalista Francesca Costigliola, filologa classica e bizantinista (fonte: MaremmaNews).

"Caravaggio, i pentiti, la Svizzera. Una lista di nomi ai raggi X", di Riccardo Lo Verso

Nuovo giro di interrogatori per alcuni collaboratori di giustizia sul furto della "Natività"


PALERMO - C'è una lista di nomi, alcuni dei quali di importanti antiquari, sul tavolo di magistrati e carabinieri che indagano sulla Natività di Caravaggio. Sono trascorsi quasi 50 anni dal furto della tela all'oratorio di San Lorenzo, a Palermo, e la Procura, titolare dell'indagine, batte più di una pista concreta. 
Gli investigatori del Nucleo tutela patrimonio artistico di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Marzia Sabella, hanno interrogato alcuni pentiti storici: Francesco Marino Mannoia, Gaetano Grado, Giovanni Brusca e Gaspare Spatuzza
Mannoia e Grado erano già stati sentiti nel maggio 2017. Il primo aveva ritrattato le sue vecchie dichiarazioni: il quadro non è stato distrutto. Grado, invece, ha raccontato l'inedita fase della vendita del dipinto, passato dalle mani del capomafia di Santa Maria di Gesù Stefano Bontade a quelle del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti e, infine, consegnato ad un mercante svizzero. Dopo quasi cinquant'anni arriva una possibile svolta nelle indagini. C'è davvero la speranza di potere recuperare il quadro. 
Il nuovo giro di interrogatori è servito per ricostruire i canali svizzeri utilizzati negli ultimi decenni dalla mafia per riciclare i soldi sporchi e chissà forse anche per piazzare il quadro. 
Il racconto di Grado ha fatto tornare di grande attualità una vecchia informativa. Il 18 dicembre 1996 l'allora maresciallo capo del Nucleo tutela patrimonio artistico di Roma Bruno Cerone era stato a Palermo ed aveva preso contatti “con la fonte confidenziale, nome in codice Pietro”. “Pietro sapeva che il furto fu ordinato personalmente da Stefano Bontade che per un certo periodo ha conservato il quadro ceduto qualche tempo dopo a Gaetano Badalamenti, probabilmente in cambio di un grosso favore”. Pietro aveva ricevuto la confidenza “da un personaggio di cultura della zona che ha visto il dipinto”. 
La fonte Pietro è deceduta. E il “personaggio di cultura"? Di certo l"uomo che passava informazioni a Cerone ha anticipato il ruolo di Badalamenti, ricostruito vent'anni dopo da Grado. È Badalamenti il boss attorno a cui ruota il mistero della Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi. Don Tano è morto, ma ci sono persone vive che conoscono i suoi segreti. 
A cominciare dal figlio Vito sul quale dal 1999 pendeva una condanna definitiva a sei anni per mafia. La non esecuzione della pena, trascorsi 12 anni, gli ha garantito la libertà. Vito Badalamenti ha chiuso il conto con la giustizia senza scontare neppure un giorno di carcere (fonte: LiveSicilia).

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Caravaggio e i caravaggeschi (ri)portano Roma a Potsdam

Da Palazzo Barberini 54 opere in mostra al museo ospitato nel Palast Barberini della città tedesca. L’occasione è la rassegna dedicata alla «vie del Barocco», che ruoterà attorno al "Narciso" attribuito a Caravaggio

Quando si accede al salone d’ingresso e lo sguardo si alza verso l’alto, Il trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona illumina e confonde. Siamo ancora a Potsdam o siamo a Roma a Palazzo Barberini? È un magnifico effetto ottico, naturalmente, grazie a sei proiettori che riproducono con precisione millimetrica l’affresco del maestro toscano nella volta del grande spazio rettangolare. Ma la risposta al quesito non è univoca. Perché se non siamo nella città eterna, ci troviamo comunque in un Museum Barberini. Quello della capitale del Brandeburgo, appunto, capolavoro barocco voluto da Federico II di Prussia che si ispirò all’originale romano al punto da dargli lo stesso nome, Palast Barberini, distrutto dai bombardamenti alleati del 1945 e ricostruito com’era e dov’era tra il 2013 e il 2016. 
L’occasione è la mostra Wege des Barock, le «vie del Barocco», aperta fino al 6 ottobre e curata dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma e dal Museum Barberini di Potsdam. Ben 54 opere della collezione romana hanno fatto il lungo viaggio verso la città che i sovrani di Prussia vollero polo artistico e culturale, contrapposto alla ferrigna Berlino, simbolo e laboratorio di tutte le loro inclinazioni militariste e ambizioni egemoniche. Un prestito «eccezionale», per numero e qualità delle opere, come ha sottolineato l’ambasciatore italiano in Germania, Luigi Mattiolo, che conferma «la profondità della collaborazione tra le istituzioni museali italiane e tedesche».
La star dell’allestimento è Caravaggio, ma a dargli spessore e rigore filologico sono i caravaggeschi del Sud e quelli del Nord, plastica dimostrazione della dimensione europea della pittura barocca, che da Roma catturò un’intera generazione di artisti dalla Spagna alle Province Unite. «La nostra mostra — spiega Ortrud Westheider, direttrice del museo di Potsdam — presenta lo sviluppo del Barocco a Roma a partire dal Caravaggio e la sua diffusione in tutta l’Europa». 
Co-curatrice di Wege des Barock è Flaminia Gennari Santori, che dirige le Gallerie Barberini Corsini e non si stanca di sottolineare «gli impulsi che Michelangelo Merisi e i suoi epigoni italiani diedero alla pittura nordeuropea». Con lei e Westheider, un team di tre persone ha lavorato in perfetta intesa: Maurizia Ciccone e Michele di Monte per la parte italiana, Inés Richter Musso per quella tedesca.
Cuore dell’esposizione brandeburghese, pietra angolare che fa da fondamento e ispirazione a tutto il resto, è il Narciso del, o meglio attribuito al, Caravaggio. Dalla drammatica raffigurazione del mito, secondo il racconto di Ovidio, prendono le mosse gli altri due percorsi della mostra: le opere commissionate da un mecenate d’eccezione, il cardinale Maffeo Barberini poi Papa Urbano VIII, del quale la mostra propone un ritratto di Gian Lorenzo Bernini. E le allegorie di tanti caravaggeschi che provarono ad ammorbidire il realismo e i drammatici contrasti del genio milanese, pur movendosi nel suo solco. Alcuni capolavori per il tutto: Amor Sacro e Amor Profano di Giovanni Baglione, la Trasfigurazione di Giovanni Lanfranco, Venere e l’Adone morente di Jusepe de Ribera, il San Francesco sorretto dall’Angelo di Orazio Gentileschi e ancora La Musica e La Poesia di Salvator Rosa. 
Due quadri memorabili chiudono la mostra di Potsdam in modo intelligente e singolare. Sono le uniche opere dell’allestimento che non provengono da Roma, ma che nella loro genesi raccontano quanto l’arte barocca italiana fosse una vera ossessione per i sovrani di Prussia, oltre a rendere omaggio a una grande artista, sola donna nel cielo del Barocco. Fu Federico il Grande infatti che nel 1768 volle per il suo Neuen Palais Lucrezia e Sesto Tarquinio e Betsabea al bagno di Artemisia Gentileschi. 

L’evento 
La mostra Wege des Barock (cioè: le vie del Barocco) è aperta fino al 6 ottobre a Potsdam, in Germania, ed è curata dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma e dal Museum Barberini della città del Brandeburgo. L’istituzione romana ha prestato al Museum Barberini 54 opere della sua collezione, tra le quali il Narciso attribuito a Caravaggio. Esposti anche due dipinti di Artemisia Gentileschi conservati a Potsdam. La mostra è stata curata da Ortrud Westheider e Flaminia Gennari Santori con Maurizia Ciccone, Michele di Monte e Inés Richter Musso (fonte: Corriere.it).

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Caravaggio in Giappone, mostra itinerante tra Sapporo, Nagoya e Osaka

Tra i quadri esposti, di mano sicura o attribuiti a Caravaggio, il Bacchino malato, la Maddalena di collezione olandese, il Cavadenti, il Suonatore di liuto ex Badminton


Sabato 10 agosto apre al pubblico una importante mostra dedicata a Caravaggio presso Hokkaido Museum of Modern Art di Sapporo (10 agosto-14 ottobre 2019), che sarà poi poi visitabile a Nagoya (26 ottobre-15 dicembre 2019) e Osaka (26 dicembre 2019-16 febbraio 2020). Accanto a opere originali, una decina delle quali giungono per la prima volta in Giappone, saranno esposte repliche e copie. 
Ad esempio, dell’Incredulità di san Tommaso conservata presso la Pinacoteca del Palazzo di Sanssouci a Potsdam e ritenuta l’originale restano ben 22 delle copie realizzate nel Diciassettesimo secolo, mentre di altre 14 andate perdute restano tracce documentarie. In questa mostra sarà visibile la copia ritenuta più fedele e più bella, quella proveniente dalla Galleria degli Uffizi il cui primo proprietario fu il cardinale Giovan Carlo de' Medici che ne venne in possesso a Roma nel 1615, dopo la morte di Caravaggio. 
Attorno al 1600, nel periodo in cui il pittore era attivo a Roma, il mercato dell’arte in Italia era in piena fioritura e originali, copie, talvolta imitazioni erano oggetto di trattative commerciali e spesso finivano nelle collezioni di prelati, nobili, ricchi banchieri. Le opere di Caravaggio erano quotatissime e spesso se ne facevano repliche e copie appositamente per i collezionisti.
La mostra è anticipata dalla conferenza Originali, copie e Caravaggio, di Osano Shigetoshi, Kimura Taro e Maeda Kyoji, che si terrà a Tokyo il 17 luglio.

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