Restaurata la copia di un Caravaggio, il ‘San Giovanni Battista Costa’ visibile al pubblico alla chiesa di Santo Stefano
Il ‘San Giovanni Battista Costa’ sarà per la prima volta visibile al pubblico sabato 11 Aprile nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani di Empoli a seguito del recente restauro operato dai diagnosti dell’Art-Test di Firenze in collaborazione con la Misericordia di Empoli e altri enti locali. Si tratta di una copia secentesca di altissimo livello del celebre dipinto di Caravaggio donata nel 1823 dal monsignor Marchetti e finora conservata nella cappella destra dell’altare maggiore della chiesa di Santo Stefano. Il quadro è tuttora in restaurazione e sarà reso pubblico il giorno del convegno. L’originale si trova al Nelson-Atkins Museum di Kansas City e sarà esposto tra due mesi a Madrid. Il programma di questa giornata è stato esposto nella conferenza stampa di oggi, venerdi 27 marzo, presentata dal Governatore della Misericordia di Empoli, Pierluigi Ciari e dal professor Valfredo Siemoni, storico dell’arte [...]
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Caravaggio e Mattia Preti a confronto in Calabria
Fino al 3/5 il S.Giovanni Battista al Museo Civico di Taverna
(ANSA) - TAVERNA (CATANZARO), 24 MAR - La tela del 'San Giovanni Battista', realizzata da Caravaggio, sarà esposta nel Museo Civico di Taverna (Catanzaro) dal 25 marzo al 3 maggio. La mostra metterà a confronto, nel Museo civico e nella chiesa monumentale di San Domenico, a Taverna, l'iconografia di "San Giovanni Battista" realizzata dai due maestri della pittura italiana, nello specifico due tele raffiguranti il Precursore, datate rispettivamente 1603-1606, quella dipinta da Caravaggio, e 1672 quella di Mattia Preti. L'iniziativa si è concretizzata attraverso la sinergia del Museo civico di Taverna con il Segretariato regionale del Lazio, diretto da Daniela Porro, e con la Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini, diretta da Giorgio Leone. L'evento sarà accompagnato da numerose giornate di studio promosse dal Comitato Scientifico della mostra in occasione delle quali si approfondiranno le problematiche dell'opera pretiana e caravaggesca, oltre ai discernimenti relativi alla storia umana dei due artisti che vestirono entrambi l'abito dei Cavalieri di Malta e, non di meno, gli aspetti stilistici e tecnici della loro differente parabola creativa. A completare lo scambio culturale tra le due istituzioni italiane, contemporaneamente alla mostra del Museo Civico di Taverna, nella Galleria nazionale d'Arte antica a Palazzo Corsini sarà esposto il dipinto di Mattia Preti raffigurante il "Martirio di San Sebastiano".
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(ANSA) - TAVERNA (CATANZARO), 24 MAR - La tela del 'San Giovanni Battista', realizzata da Caravaggio, sarà esposta nel Museo Civico di Taverna (Catanzaro) dal 25 marzo al 3 maggio. La mostra metterà a confronto, nel Museo civico e nella chiesa monumentale di San Domenico, a Taverna, l'iconografia di "San Giovanni Battista" realizzata dai due maestri della pittura italiana, nello specifico due tele raffiguranti il Precursore, datate rispettivamente 1603-1606, quella dipinta da Caravaggio, e 1672 quella di Mattia Preti. L'iniziativa si è concretizzata attraverso la sinergia del Museo civico di Taverna con il Segretariato regionale del Lazio, diretto da Daniela Porro, e con la Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini, diretta da Giorgio Leone. L'evento sarà accompagnato da numerose giornate di studio promosse dal Comitato Scientifico della mostra in occasione delle quali si approfondiranno le problematiche dell'opera pretiana e caravaggesca, oltre ai discernimenti relativi alla storia umana dei due artisti che vestirono entrambi l'abito dei Cavalieri di Malta e, non di meno, gli aspetti stilistici e tecnici della loro differente parabola creativa. A completare lo scambio culturale tra le due istituzioni italiane, contemporaneamente alla mostra del Museo Civico di Taverna, nella Galleria nazionale d'Arte antica a Palazzo Corsini sarà esposto il dipinto di Mattia Preti raffigurante il "Martirio di San Sebastiano".
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"Maurizio Marini, l’ultima pagina" di Egizio Trombetta
Un pomeriggio per ricordare Maurizio Marini - I suoi compagni di viaggio più cari, Claudio Strinati, Alessandro Zuccari, Rossella Vodret, Monsignor Sandro Corradini ricordano il loro caro amico attraverso racconti inediti.
20.03.2015. ROMA. Collegio Romano - Da tempo gira una voce secondo cui chi si occupa di Caravaggio viene sfiorato dai demoni dell’impulsività, della passione e dell’amore impetuoso. Ma sarà proprio vero? Non dico di no, non dico di si, lascio a voi il dubbio. Quando si tratta di Caravaggio accadono cose insolite: storici dell’arte che si azzuffano per un’attribuzione, amici che si immergono sorprendenti diatribe per una manciata di post su facebook (!) e altri ancora che si trascinano rancori lunghi una vita intera. Caravaggio è messaggero di bellezza ma anche di una misteriosa energia esplosiva… che coinvolge, ubriaca, appassiona, che ci rende belli, più veri, più simili al lui. Maurizio Marini, indubbiamente, fu sfiorato dalle ali di questo misterioso demone. Un’amicizia, quella col Marini, che non seppi pronosticare, che fu in grado di illuminarmi, stimolarmi, guidarmi per tutto il tempo in cui i nostri destini si trovarono affianco. Chiunque abbia maturato delle esperienze insieme a Maurizio Marini, può comprendere bene di cosa stia parlando. Ad ognuno è rimasto il calore, la sapienza, l’impeto e la comicità della sua essenza vitale. A ricordare Marini, lo scorso 7 ottobre erano presenti i suoi compagni di viaggio, i soliti, i più affezionati: Claudio Strinati, Alessandro Zuccari, Rossella Vodret e, ovviamente, Monsignor Sandro Corradini che era anche suo padre spirituale e confessore. Invitando il lettore a prendere visione del video pubblicato unitamente a queste righe, propongo di seguito un estratto parziale dei discorsi delle persone intervenute [...]
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20.03.2015. ROMA. Collegio Romano - Da tempo gira una voce secondo cui chi si occupa di Caravaggio viene sfiorato dai demoni dell’impulsività, della passione e dell’amore impetuoso. Ma sarà proprio vero? Non dico di no, non dico di si, lascio a voi il dubbio. Quando si tratta di Caravaggio accadono cose insolite: storici dell’arte che si azzuffano per un’attribuzione, amici che si immergono sorprendenti diatribe per una manciata di post su facebook (!) e altri ancora che si trascinano rancori lunghi una vita intera. Caravaggio è messaggero di bellezza ma anche di una misteriosa energia esplosiva… che coinvolge, ubriaca, appassiona, che ci rende belli, più veri, più simili al lui. Maurizio Marini, indubbiamente, fu sfiorato dalle ali di questo misterioso demone. Un’amicizia, quella col Marini, che non seppi pronosticare, che fu in grado di illuminarmi, stimolarmi, guidarmi per tutto il tempo in cui i nostri destini si trovarono affianco. Chiunque abbia maturato delle esperienze insieme a Maurizio Marini, può comprendere bene di cosa stia parlando. Ad ognuno è rimasto il calore, la sapienza, l’impeto e la comicità della sua essenza vitale. A ricordare Marini, lo scorso 7 ottobre erano presenti i suoi compagni di viaggio, i soliti, i più affezionati: Claudio Strinati, Alessandro Zuccari, Rossella Vodret e, ovviamente, Monsignor Sandro Corradini che era anche suo padre spirituale e confessore. Invitando il lettore a prendere visione del video pubblicato unitamente a queste righe, propongo di seguito un estratto parziale dei discorsi delle persone intervenute [...]
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Presentazione a Roma di "Atti della Giornata di Studi Quesiti caravaggeschi", a cura di Pierluigi Carofano
Atti della Giornata di Studi. Quesiti caravaggeschi, a cura di Pierluigi Carofano
Presentazione del volume lunedì 23 marzo 2015 ore 17.00, presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini, in via della Lungara, 10 - Roma.
Presentazione del volume lunedì 23 marzo 2015 ore 17.00, presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini, in via della Lungara, 10 - Roma.
Introducono
Daniela Porro, Dirigente del Segretariato Regionale del Lazio
Giorgio Leone, Direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini
Interverranno
Sergio Guarino, Curatore Storico dell’Arte della Pinacoteca Capitolina di Roma
Pietro di Loreto, Storico dell’Arte
Giorgio Leone, Direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini
Interverranno
Sergio Guarino, Curatore Storico dell’Arte della Pinacoteca Capitolina di Roma
Pietro di Loreto, Storico dell’Arte
Conferenza di Keith Sciberras a Palemo, 13 marzo
Caravaggio in black and white: art, knighthood and Malta
Seminario di Keith Sciberras
Aula Multimediale A, Polo Didattico, Palermo
venerdì 13 marzo ore 15:30
"Miti e realtà nel Matteo di Caravaggio", di Pietro Caiazza
L'eminenza della fonte non giustifica un'errata lettura iconografica
Su L’Espresso del 20 gennaio 2015 Sandro Magister ha rilanciato la tesi dell'identificazione del Matteo nella Vocazione del Caravaggio in San Luigi de’ Francesi a Roma col giovane chino sul tavolo a contare i soldi. La tesi risale al 1985, anno in cui A. Prater, con un articolo in «Pantheon» XLIII (1985), pp. 70-74, (che a sua volta riprendeva una nota di A. De Marco in «Iris» I/1982, pp. 5-7), propose che l’uomo barbuto al centro del tavolo non indicasse con la mano sinistra sé stesso, bensì il giovane alla sua destra sul lato corto del tavolo.
Già allora fu evidente che si trattava di un’idea poco fondata, ed il dibattito successivo (raccolto poi nel volumetto Caravaggio. Dov’è Matteo?, Milano 2012) non ha potuto che confermarne l’astrusità, se consideriamo che la lettura, ora di nuovo avanzata, contrasta da una parte con la realtà del dipinto, e dall’altra con l’esegesi dei Vangeli, con la traccia iconografica precisata dal cardinale Contarelli, con la dottrina della Grazia ed infine con il pensiero religioso del Caravaggio, che, crediamo, è sostanzialmente inconciliabile con tale lettura. Avevo già segnalato l’assurdità di quella tesi in un mio breve intervento su Caravaggio400 del 18 giugno 2013 (con relativo corredo iconografico), e mi riprometto di ritornare sul problema in modo più ampio ed organico in distinta sede
Per ora mi limito a ribadire qui una sola osservazione - non fatta da altri - e cioè che il dito indice ed il dorso della mano sinistra dell’uomo barbuto sono in ombra rispetto alla luce che viene proprio dalla sua sinistra, e precisamente questo non consente di ipotizzare che il dito sia puntato a 45° verso il giovane chino sui soldi (perché in tal caso il dorso ed il dito della mano dovrebbero essere in piena luce: e Caravaggio non era uomo da commettere errori così evidenti). Il dito dell’uomo barbuto è dunque “angolato” verso il suo stesso petto e non già verso il giovane ricurvo sui soldi: e pertanto, l’uomo barbuto indica sé stesso, ed è egli dunque Matteo. C’è peraltro, nel dipinto, un altro particolare evidentissimo dal quale si comprende che Matteo deve essere l’uomo barbuto, come ho rilevato nel mio contributo in Caravaggio Vero, Bologna 2014, a cui per ora rimando [...]
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Su L’Espresso del 20 gennaio 2015 Sandro Magister ha rilanciato la tesi dell'identificazione del Matteo nella Vocazione del Caravaggio in San Luigi de’ Francesi a Roma col giovane chino sul tavolo a contare i soldi. La tesi risale al 1985, anno in cui A. Prater, con un articolo in «Pantheon» XLIII (1985), pp. 70-74, (che a sua volta riprendeva una nota di A. De Marco in «Iris» I/1982, pp. 5-7), propose che l’uomo barbuto al centro del tavolo non indicasse con la mano sinistra sé stesso, bensì il giovane alla sua destra sul lato corto del tavolo.
Già allora fu evidente che si trattava di un’idea poco fondata, ed il dibattito successivo (raccolto poi nel volumetto Caravaggio. Dov’è Matteo?, Milano 2012) non ha potuto che confermarne l’astrusità, se consideriamo che la lettura, ora di nuovo avanzata, contrasta da una parte con la realtà del dipinto, e dall’altra con l’esegesi dei Vangeli, con la traccia iconografica precisata dal cardinale Contarelli, con la dottrina della Grazia ed infine con il pensiero religioso del Caravaggio, che, crediamo, è sostanzialmente inconciliabile con tale lettura. Avevo già segnalato l’assurdità di quella tesi in un mio breve intervento su Caravaggio400 del 18 giugno 2013 (con relativo corredo iconografico), e mi riprometto di ritornare sul problema in modo più ampio ed organico in distinta sede
Per ora mi limito a ribadire qui una sola osservazione - non fatta da altri - e cioè che il dito indice ed il dorso della mano sinistra dell’uomo barbuto sono in ombra rispetto alla luce che viene proprio dalla sua sinistra, e precisamente questo non consente di ipotizzare che il dito sia puntato a 45° verso il giovane chino sui soldi (perché in tal caso il dorso ed il dito della mano dovrebbero essere in piena luce: e Caravaggio non era uomo da commettere errori così evidenti). Il dito dell’uomo barbuto è dunque “angolato” verso il suo stesso petto e non già verso il giovane ricurvo sui soldi: e pertanto, l’uomo barbuto indica sé stesso, ed è egli dunque Matteo. C’è peraltro, nel dipinto, un altro particolare evidentissimo dal quale si comprende che Matteo deve essere l’uomo barbuto, come ho rilevato nel mio contributo in Caravaggio Vero, Bologna 2014, a cui per ora rimando [...]
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