Conferenza di Claudio Strinati "Giorgione e Caravaggio: suonatori di liuto", il 14 dicembre a Roma
Sabato 14 dicembre 2019 alle ore 19:00, presso Palazzo Carpegna sede dell’Accademia Nazionale di San Luca, si terrà la conferenza Giorgione e Caravaggio: suonatori di liuto di Claudio Strinati, in occasione della manifestazione “Musei in musica”, promossa dall’Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura.
Giorgione all'inizio del Cinquecento rappresenta l'esempio più emblematico di quella che si potrebbe definire la nuova immagine dell'artista rinascimentale. Le fonti infatti lo descrivono in termini che potrebbero attagliarsi a quelli con cui sono oggi descritte le cosiddette Rock Star.
Bello, idolatrato sia dalle classi colte e intellettuali, sia dal mondo dell'alta finanza, mondano, agognato seduttore nelle più importanti feste e ricevimenti, il sommo pittore fu anche musicista dilettante ma come tale bravo e dotato di un talento naturale. Vasari attesta come sapesse cantare e suonare accompagnandosi col liuto in modo fascinoso e coinvolgente.
Cento anni dopo i quadri musicali del Caravaggio fanno riferimento a una analoga tipologia di vita mondana, di cui la musica cantata con accompagnamento di liuto è componente ragguardevole.
Ma questa tradizione del pittore-musicista non era nata con Giorgione e affonda le sue radici già nel Quattrocento. Altrettanto emblematica, ad esempio, è la figura di un grande pittore marchigiano attivo intorno alla metà del quindicesimo secolo, Giovanni Angelo d'Antonio da Bolognola, ricordato anche per questa sua attitudine musicale che lo qualificò socialmente, rafforzando peraltro la sua personalità di formidabile maestro della prospettiva e della ritrattistica.
Una storia che ci permette di comprendere meglio il ruolo della musica nell'ambito della promozione delle attività pittoriche nell'età del Rinascimento (fonte: comunicato stampa).
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"David e Caravaggio", in mostra a Napoli fino al 19 aprile
Aperta fino al 19 aprile 2020 alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli, la mostra-dossier David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale che indaga un tema interessante per la storia della critica perché ricostruisce un periodo poco noto della fortuna del Merisi.
La mostra, a cura di Fernando Mazzocca, è realizzata grazie alla collaborazione dell’Institut Français di Napoli, del Museo di Capodimonte e di istituzioni culturali italiane e musei internazionali che hanno concesso importanti prestiti, come il Petit Palais di Parigi e il Fine Arts Museum di San Francisco.
Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, afferma: «David e Caravaggio riflette, in senso pieno, i valori che sono alla base delle iniziative espositive nelle nostre Gallerie d’Italia dedicate all’arte, alla bellezza e alla conoscenza. Vale a dire valorizzazione e studio delle collezioni di proprietà, che suggeriscono sempre nuovi temi, artisti e stagioni da indagare. Promozione e riscoperta del patrimonio culturale e artistico che è espressione dell’identità della città e del territorio, e visione internazionale. La provenienza dei capolavori in mostra restituisce l’ampiezza delle sinergie, degli scambi e dei dialoghi costruiti con istituzioni e musei di tutto il mondo, segno forte e concreto della riconosciuta serietà, su scala globale, dell’impegno culturale di Intesa Sanpaolo».
L’opera più importante conservata nelle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli è il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio. Tale presenza ha motivato, negli anni, un’intensa attività culturale e di ricerca volta all’approfondimento di alcuni temi caravaggeschi.
In particolare, l’occasione di questa mostra nasce dalla presenza nella basilica reale pontificia di San Francesco di Paola a Napoli di una copia molto fedele e delle stesse dimensioni dell’originale, di uno dei maggiori capolavori di Caravaggio, la Deposizione nel sepolcro, in origine nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma e oggi ai Musei Vaticani. La copia era stata eseguita nel 1824 dal pittore napoletano Tommaso De Vivo quando l’originale, requisito dopo il trattato di Tolentino per entrare significativamente a far parte delle prestigiose collezioni del Musée Napoléon, era rientrato a Roma e trasferito nelle raccolte vaticane.
Tali circostanze offrono l’opportunità di ripercorrere la fortuna di questo capolavoro in un momento in cui Merisi, pur non godendo di considerazione da parte della storiografia artistica e della critica, catturava invece l’attenzione dei pittori francesi che in età neoclassica soggiornavano a Roma per un periodo di formazione. Tra questi, come ormai già evidenziato dagli studi ed in particolare da un fondamentale saggio di Pierre Rosenberg (pubblicato nuovamente in catalogo nella traduzione italiana), ha avuto un peso decisivo Jacques-Louis David, nelle cui opere ritroviamo vari richiami a quelle di Caravaggio.
Si tratta di una mostra dossier che, grazie a materiali documentari e al suggestivo confronto, ormai consacrato dagli studiosi di David, tra la Deposizione nel sepolcro e La morte di Marat, rievoca questo momento affascinante e meno noto della fortuna di Caravaggio, la cui riscoperta viene generalmente attribuita alla critica (in particolare a Roberto Longhi) e ai pittori del Novecento.
Non essendo possibile esporre i due originali di Caravaggio e David, il confronto avviene tra la copia napoletana della Deposizione – restaurata in questa occasione – e una delle quattro belle repliche, quella conservata a Reims, della Morte di Marat, eseguite dagli allievi del maestro francese nell’atelier e sotto la sua direzione. Esse sono documentate, dopo la sua morte, nello studio di Bruxelles dove si trovava in esilio.
Il percorso della mostra è arricchito da alcuni capolavori del grande protagonista del Neoclassicismo e da volumi dei primi decenni dell’Ottocento dedicati alle raccolte vaticane, in cui notevole risalto è dato alla Deposizione di Caravaggio.
Il catalogo contiene saggi di Pierre Rosenberg, Francesco Leone, Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca (fonte: comunicato stampa).
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