(foto Michele Cuppone)
Di tanto in tanto, una buona notizia caravaggesca e per la capitale in particolare. Con l’apertura del nuovo Museo dei Cappuccini si rende finalmente visibile il «San Francesco in meditazione»troppo a lungo celato tra le mura conventuali dell’Immacolata Concezione in via Veneto, se si eccettuano rare uscite per mostre.
L’opportunità dunque ben si contestualizza in un percorso che muove all’insegna dei valori di cultura e spiritualità francescana attraverso documenti e testimonianze di varia natura – manufatti artistici, volumi a stampa e manoscritti, paramenti liturgici e arredi sacri, semplici oggetti di uso quotidiano, pressoché tutto realizzato dagli stessi frati – avvalendosi pure di innovativi mezzi multimediali e interattivi (pur non sempre pertinenti e taluni perfezionabili) specie laddove si ripercorre la storia dell’Ordine con maggiore riguardo alla Provincia Romana, nel solco di un messaggio sempre attuale rinnovatosi sino ai nostri giorni grazie anche a figure come San Pio da Pietrelcina e Padre Mariano da Torino. Forte elemento di richiamo resterà certo la suggestiva Cripta, singolare architettura che un (altro) genio «stravagante» ideò con i resti mortali dei frati, ora accessibile solo entro il percorso museale, ma recuperandone il corretto senso di percorrenza.
Il visitatore, nell’itinerario cadenzato dalle sezioni espositive, può cogliere in definitiva quei principi di pauperismo e religiosità cappuccina ben esemplificati ..... CONTINUA A LEGGERE SUL "GIORNALE DELL'ARTE"