Caravaggio Experience è l’imponente video installazione ospitata dal Palazzo delle Esposizioni, dal 24 marzo al 3 luglio 2016.
Allontanandosi volutamente da qualsiasi intento di revisione scientifica, l’iniziativa nasce con l’obiettivo di dare la possibilità di osservare e conoscere in modo nuovo ed emozionale l’opera di Caravaggio, attraverso proiezioni e ingrandimenti di altissima qualità. Cinquantasette capolavori dell’artista, incluso il dibattuto Narciso su cui è posto un particolare accento, scorrono nell'arco di quarantotto minuti, scanditi da otto sezioni tematiche e accompagnati da musiche originali e fragranze selezionate appositamente. Per un'anteprima clicca QUI, per i crediti e altre informazioni visita il sito del Palaexpo.
Affidiamo infine l'illustrazione del progetto alle parole di Claudio Strinati che ne ha curato in parte i contenuti:
«Qui vediamo una sorta di spettacolare messa in scena della pittura caravaggesca realizzata in modo tale da suggerire allo spettatore un modo nuovo di guardare quelle opere celeberrime e venerate. Questo modo nuovo è una vera e propria immersione dentro immagini gigantesche che incombono sull’osservatore e esaltano la sua stessa capacità di accostarsi ai dipinti e quindi di pensare e di emozionarsi.
Così davanti ai nostri occhi appaiono, con una evidenza ancor più forte rispetto alla normale conoscenza, i grandi argomenti trattati dal Caravaggio, senza bisogno di particolari spiegazioni critiche dato che l’atto stesso del vedere viene avvertito come un atto critico.
Le immagini dilatate e focalizzate costringono in qualche maniera a soffermarsi su aspetti che non necessariamente vengono normalmente notati ma sono proprio la quintessenza dell’arte caravaggesca: la luce, il naturalismo, la teatralità, la violenza.
Specifico ancora meglio il senso del mito che circonda effettivamente la figura di quel sommo pittore, attraverso la sosta in una serie di stanze ciascuna delle quali è dedicata a mettere in risalto un argomento specifico.
Il fascino emanato dalla figura del Caravaggio è nello stesso tempo chiaramente spiegabile e quasi impenetrabile nella sua sostanza più profonda.
E questo spettacolo è basato proprio su questa strana dialettica tra ciò che è evidente e ciò che, malgrado tutto, resta al limite dell’incomprensibile ma non per questo è meno avvincente e coinvolgente. Anzi emana una forza di attrazione che non ha eguali nell’arte occidentale.
Così nello spettacolo compare anche il più grande enigma della storia critica inerente a Michelangelo Merisi: il fenomenale dipinto del Narciso ritenuto da alcuni grandi esperti del Caravaggio, suo capolavoro giovanile, e da altri altrettanto esperti, non suo ma di altro pittore, certamente a lui connesso ma diverso. Sembra incredibile che questa disputa, che ha visto e vede i maggiori studiosi dibattere con argomentazioni spesso di notevole interesse, non sia mai stata risolta ma l’occasione del nostro spettacolo potrà forse arrecare nuovi contributi, mettendo tutti, dai più sapienti ai più ignari, nella possibilità di svolgere le proprie riflessioni.
E proprio la riflessione è l’argomento del Narciso, simbolo supremo dell’Artista, che guardando se stesso in uno specchio d’ acqua si innamora della propria immagine.
Fu Roberto Longhi, il più grande studioso del Caravaggio del secolo ventesimo, a scoprire e attribuire al Merisi il quadro del Narciso e così, nel nostro spettacolo, gli si è voluto rendere un particolare omaggio inserendo tra le opere la versione del Ragazzo morso dal ramarro che il Longhi stesso acquistò per la propria collezione e che oggi appartiene alla Fondazione intitolata al suo nome nella villa di Firenze dove visse.
La versione principale di tale soggetto è conservata alla National Gallery di Londra ma questa appartenente alla Fondazione Longhi, giudicata autografa da molti insigni esperti, è stata qui scelta proprio per dare il giusto riconoscimento all'impegno di uno storico dell’arte che ha riportato la figura del Caravaggio all'attenzione del mondo intero consacrandone l’ immensa fama da cui questo stesso spettacolo nasce».
Così davanti ai nostri occhi appaiono, con una evidenza ancor più forte rispetto alla normale conoscenza, i grandi argomenti trattati dal Caravaggio, senza bisogno di particolari spiegazioni critiche dato che l’atto stesso del vedere viene avvertito come un atto critico.
Le immagini dilatate e focalizzate costringono in qualche maniera a soffermarsi su aspetti che non necessariamente vengono normalmente notati ma sono proprio la quintessenza dell’arte caravaggesca: la luce, il naturalismo, la teatralità, la violenza.
Specifico ancora meglio il senso del mito che circonda effettivamente la figura di quel sommo pittore, attraverso la sosta in una serie di stanze ciascuna delle quali è dedicata a mettere in risalto un argomento specifico.
Il fascino emanato dalla figura del Caravaggio è nello stesso tempo chiaramente spiegabile e quasi impenetrabile nella sua sostanza più profonda.
E questo spettacolo è basato proprio su questa strana dialettica tra ciò che è evidente e ciò che, malgrado tutto, resta al limite dell’incomprensibile ma non per questo è meno avvincente e coinvolgente. Anzi emana una forza di attrazione che non ha eguali nell’arte occidentale.
Così nello spettacolo compare anche il più grande enigma della storia critica inerente a Michelangelo Merisi: il fenomenale dipinto del Narciso ritenuto da alcuni grandi esperti del Caravaggio, suo capolavoro giovanile, e da altri altrettanto esperti, non suo ma di altro pittore, certamente a lui connesso ma diverso. Sembra incredibile che questa disputa, che ha visto e vede i maggiori studiosi dibattere con argomentazioni spesso di notevole interesse, non sia mai stata risolta ma l’occasione del nostro spettacolo potrà forse arrecare nuovi contributi, mettendo tutti, dai più sapienti ai più ignari, nella possibilità di svolgere le proprie riflessioni.
E proprio la riflessione è l’argomento del Narciso, simbolo supremo dell’Artista, che guardando se stesso in uno specchio d’ acqua si innamora della propria immagine.
Fu Roberto Longhi, il più grande studioso del Caravaggio del secolo ventesimo, a scoprire e attribuire al Merisi il quadro del Narciso e così, nel nostro spettacolo, gli si è voluto rendere un particolare omaggio inserendo tra le opere la versione del Ragazzo morso dal ramarro che il Longhi stesso acquistò per la propria collezione e che oggi appartiene alla Fondazione intitolata al suo nome nella villa di Firenze dove visse.
La versione principale di tale soggetto è conservata alla National Gallery di Londra ma questa appartenente alla Fondazione Longhi, giudicata autografa da molti insigni esperti, è stata qui scelta proprio per dare il giusto riconoscimento all'impegno di uno storico dell’arte che ha riportato la figura del Caravaggio all'attenzione del mondo intero consacrandone l’ immensa fama da cui questo stesso spettacolo nasce».
Il prossimo autunno Caravaggio Experience sarà a Napoli dove rimarrà fino ai primi mesi del 2017 mentre sono in corso di definizione altre sedi espositive in Italia e all'estero.