Prima di una serie di interviste a studiosi caravaggisti su About Art Online. Parla per primo Alessandro Zuccari
R: No, personalmente non lo credo; non si tratta di sciogliere dubbi o scrivere la parola fine; e tuttavia è certo che stiamo toccando un tema importante sul quale è necessario fare chiarezza. A scanso di equivoci dico subito che a mio parere le indagini scientifiche, tra cui quelle che hai citato, sono importanti e considerato lo sviluppo continuo della ricerca in questo campo occorre certamente prenderle in considerazione, ma eminentemente per quanto concerne lo studio della materia pittorica; in questo senso esse assumono il dovuto rilievo perché consentono di comprendere le tecniche e le procedure utilizzate da un artista, di capire quali materiali utilizzati e come sono stati lavorati; insomma si tratta di strumenti utili che a mio avviso, tuttavia, restano complementari.
– Cioè le indagini diagnostiche possono aiutare a stabilire quale è stato l’iter compositivo di un’opera ma non ad accertare quale mano l’abbia realizzata.
R: Esattamente, per arrivare a un risultato davvero esaustivo occorre ben altro.
– Da parecchio tempo ormai da questo punto di vista è sotto i riflettori proprio Caravaggio, diverse opere del quale sono state sottoposte ad indagini diagnostiche, i cui ultimissimi risultati sono stati presentati nel 2016 in un ponderoso volume intitolato Caravaggio Tecnica e stile. Opere a Roma e ora a Milano con la mostra Dentro Caravaggio, in corso a Palazzo Reale, curata da Rossella Vodret ed incentrata proprio sui risultati di indagini relative a svariate opere dell’artista considerate ‘certe’. Tuttavia gli esiti non consentono ancora di superare posizioni che appaiono comunque contrastanti, se pensiamo a come si dividono gli studiosi intorno a ‘doppi’ quali il Ragazzo che sbuccia un limoncello, il Ragazzo morso dal ramarro, Il San Francesco in meditazione, la Cattura di Cristo nell’orto …
R: Innanzitutto intendiamoci su cosa vuol dire ‘certe’, perché a mio avviso l’eventuale superamento di posizioni contrastanti non potrà avvenire se non quando avremo la visione completa ed esaustiva di tutte le opere davvero sicure di Caravaggio, da un punto di vista stilistico, documentario e a quel punto anche diagnostico. Non credo che bastino le indagini tecniche a stabilire l’originalità di un’opera d’arte rispetto ad un’altra all’apparenza uguale, e questo vale per Caravaggio come per chiunque altro. Quando riusciremo a mettere a confronto determinate opere con una sufficiente campionatura relativa ai contemporanei, allora si potrà capire di più sulle reali affinità e sulle compatibilità stilistiche; tutto quanto è stato meritoriamente svolto e realizzato a livello diagnostico ci fornisce senza dubbio motivi di riflessione ed elementi di valutazione interessanti ma nient’affatto probanti.
– Sempre a questo riguardo, in una intervista rilasciata ad About Art lo scorso settembre, a ridosso dell’apertura della mostra a Palazzo Reale, due storici dell’arte piuttosto noti anche come esperti della materia su cui indagano da tempo, cioè Marco Cardinali e Maria Beatrice De Ruggieri, hanno sostenuto che, nello studio di un dipinto, stile e procedimento tecnico dovrebbero formare un “binomio imprescindibile” perché “anche la radiografia va considerata come un documento” e riguardo a questo tema delle repliche o delle copie di opere caravaggesche suggerivano un percorso piuttosto diverso da quello per così dire tradizionale [...]
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