Valent’huomini sulle tracce del Caravaggio a Roma. Ma la ricerca, va sostenuta. (articolo di Michele Cuppone sulla mostra "Caravaggio, una vita dal vero")

“Caravaggio a Roma. Una vita dal vero”, presso la Sala Alessandrina del complesso borrominiano di Sant’Ivo alla Sapienza, non si può dire che sia solo e semplicemente una mostra come tante; a partire più strettamente dal contenuto, solo in parte rappresentato da opere d’arte mentre il cuore e punto di partenza sono i documenti custoditi presso tale sede dell’Archivio di Stato di Roma legati al soggiorno capitolino del Merisi.

Ideatore di questo che, a tutti gli effetti, è un vero e proprio evento storico-culturale, il direttore Eugenio Lo Sardo, il cui appello a salvaguardare le preziose carte dalle ingiurie del tempo (minacciate soprattutto dalla forte corrosività degli inchiostri dell’epoca, che tante pagine aveva già pietosamente ridotto in brandelli), diffuso dalla penna del giornalista e “motore” dell’impresa Marco Carminati, è stato prontamente accolto da enti, aziende e soggetti privati (Arcus, Ics, Fit, Land Rover Italia, Eberhard & Co., Axa, Autoservizi Canuto, Giovanni Pezzola), il cui vivo interessamento a preservare la memoria è già di per se lodevole. La grande sensibilità e munificenza dimostrate poi sono andate ben oltre le previsioni, tale che dall’originaria intenzione di restaurare ed esporre documenti, si sono potute attivare delle borse di studio per condurre operazioni di ricerca fra gli oltre sessanta chilometri di scaffalature dell’Archivio. Che tanto c’è ancora da scoprire sull’‘ombroso’ artista che ha lasciato poche testimonianze dirette e quasi nessuno scritto autografo, per cui la biografia è sempre più delineata da deposizioni in tribunale e querele, contratti di committenza e quietanze, inventari e carteggi, ..... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU CARAVAGGIO400.ORG