E’ sempre un’emozione trovarsi di fronte ai quadri di Michelangelo Merisi, passato ormai alla storia direttamente come Caravaggio, che è molto più di un appellativo o di un toponimo. Caravaggio è diventato un titolo, che richiama all’istante l’identità di un genio, di un’epoca e di una rivoluzione artistica. Un sovversivo della pittura che, impugnando con la stessa disinvoltura il pennello e la spada, tracciò uno squarcio tra la corrente del Manierismo ancora in voga e quella del Barocco che stava cominciando. Varcò la porta temporale del 1600, rappresentando un unicum che non permetteva ai contemporanei di classificarlo dentro un movimento, ma che, post-mortem, con naturalezza si appropriarono dell’epiteto per identificarne i seguaci: quella corrente internazionale di pittori caravaggeschi, una legione armata di pennello, che per un secolo seguitò ad intingerne la punta nella sua arte. Poi il suo nome cadde inspiegabilmente nell’oblio, per tornare definitivamente alla gloria alle soglie del Novecento..... LEGGI TUTTO L'ARTICOLO