Il racconto del professor Biagio De Giovanni che aveva acquistato il “Martirio di Sant’Orsola” del Caravaggio
«Sono stato il proprietario per un giorno». «Ma per me sarebbe stato complicato custodire un Caravaggio…». Ormai ci scherza su Biagio De Giovanni, politologo e docente di storia dell’integrazione europea all’Orientale di Napoli, che per un giorno fu il proprietario del “Martirio di Sant’Orsola”, quando ancora non si sapeva che era del pittore lombardo. E’ una storia che ha reso noto Biagio Coscia, su “Il Corriere della Sera” del 10 giugno 2007. Era l’opera più misteriosa di Caravaggio, l’ultima della sua vita. Realizzata un mese prima di morire. Ma anche quella della storia più sofferta e controversa. Ora è il dipinto che più di ogni altro ha un percorso tracciato da documenti e testimonianze. « Sono passati 40 anni, andai a Eboli a vedere il dipinto custodito dalla baronessa Romano Avezzano. Era tra altre opere appartenute alla famiglia Doria». Il professore ne intuì il valore e accettò di acquistare subito il dipinto con un contratto verbale. «Costava quasi tre milioni, nel 1966 erano una cifra. Non avevo quei soldi e oltre a vendere un mio quadro, spinsi mia madre a cedere dei titoli. “Chi lo comprerà avrà una sorpresa” diceva la baronessa Felicita Romano Avezzano. Poi fui mal consigliato proprio da chi mi aveva introdotto al collezionismo. Mi dissero infatti che non si trattava nemmeno di un Mattia Preti, uno dei più noti seguaci del Caravaggio. Così ci ripensai e scrissi una lettera alla baronessa dicendo che il quadro era troppo ingombrante per la mia casa. Undici anni dopo, mi chiamò un amico annunciandomi la brutta notizia: “Nella cartella dei Doria custodita al Banco di Napoli hanno trovato tutto il carteggio tra Caravaggio e il committente del tuo quadro”». Il quadro fu realizzato per il principe genovese Marcantonio Doria che, come molti collezionisti, era un po’ irrequieto e scriveva spesso a Caravaggio per accelerare i tempi della consegna al punto che il dipinto fu messo ad asciugare al sole di napoli. Nel ’72 la Banca Commerciale comprò il capolavoro della baronessa di Eboli, cliente dell’istituto di credito. (Oreste Mottola - Settimanale UNICO)