Caravaggio perde un esperto: è morto MAURIZIO MARINI (Fonte L'Unità)
Caravaggio ha perso uno dei suoi studiosi più appassionati e convinti. Maurizio Marini, storico dell'arte romano di 69 anni, è morto a Villa Stuart nella notte. Lunedì alle 11 alla chiesa di Sant'Agostino a Roma si terranno i funerali.
Conosceva l'arte del Merisi e quella barocca come pochi, era un “romanaccio” verace, come l'avrebbero definito molti, di gran simpatia. Vagamente, a un profano (ma non con la stessa mole), poteva ricordare Tino Buazzelli. E dialogare con lui era un piacere raro, per come sapeva raccontare fatti e retroscena dietro i quadri, chi li aveva dipinti, chi li studiava e comprava. E che fosse uno studioso lo si comprendeva entrando nel suo studio cercando di non far crollare le pile di libri che si alzavano dal pavimento: volumi d'arte – ma conosceva anche la letteratura e la storia dell'epoca che studiava – si ammassavano l'uno sull'altro in colonne stranamente stabili nonostante le leggi della fisica, sulla scrivania, sugli scaffali. E, come molti studiosi, Marini sapeva dov'era quel testo o quell'altro o quella fotografia nel caos apparente.
Marini era un uomo appassionato capace di gran familiarità con i mass media. Ha collaborato a lungo con le pagine culturali .... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU "L'UNITA'"
Conosceva l'arte del Merisi e quella barocca come pochi, era un “romanaccio” verace, come l'avrebbero definito molti, di gran simpatia. Vagamente, a un profano (ma non con la stessa mole), poteva ricordare Tino Buazzelli. E dialogare con lui era un piacere raro, per come sapeva raccontare fatti e retroscena dietro i quadri, chi li aveva dipinti, chi li studiava e comprava. E che fosse uno studioso lo si comprendeva entrando nel suo studio cercando di non far crollare le pile di libri che si alzavano dal pavimento: volumi d'arte – ma conosceva anche la letteratura e la storia dell'epoca che studiava – si ammassavano l'uno sull'altro in colonne stranamente stabili nonostante le leggi della fisica, sulla scrivania, sugli scaffali. E, come molti studiosi, Marini sapeva dov'era quel testo o quell'altro o quella fotografia nel caos apparente.
Marini era un uomo appassionato capace di gran familiarità con i mass media. Ha collaborato a lungo con le pagine culturali .... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU "L'UNITA'"
Caravaggio? E' nel caveau. Le illustri ossa sono posteggiate in banca. (da "IL FATTO QUOTIDIANO)
Caravaggio sepolto in banca. Nessun’altra notizia potrebbe rappresentare meglio lo stato attuale della storia dell’arte: morta e sepolta alla vita dello spirito e trasfromata in business, in vacca da mungere, in pozzo petrolifero, in BOT da cui percepire una rendita. Se poi si pensa al fiorire delle attribuzioni caravaggesche al limite della truffa e spesso oltre si deve convenire che l'iperbole "Caravaggio sepolto in banca" sarebbe una sintesi perfetta della situazione. Ma come in molti ambiti della vita pubblica italiana, la realtà supera l'iperbole.... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO DI TOMMASO MONTANARI SU "IL FATTO QUOTIDIANO"
Due versioni della "MEDUSA" di Caravaggio? (di Claudio Ferranti)
Della terribile testa urlante della Medusa con i serpenti guizzanti al posto dei capelli Caravaggio a fine ’500 dipinse una prima versione, oltre a quella esposta agli Uffizi di Firenze e da poco restaurata.
La testa di Medusa sconosciuta ai più (è in mano privata in un caveau di Londra) non è una copia, è opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Probanti soprattutto tre elementi: una firma, il disegno sottostante la superficie pittorica, due poesie. La firma. «Vi ha apposto il proprio nome nel sangue che stilla al di sopra del bordo decorato a viticci, in basso a destra, “Michel. A. f.”. Secondo elemento: il disegno. Il dipinto londinese, eseguito su legno di fico (quello degli Uffizi è pioppo). Gli esami hanno rilevato un disegno steso in gran parte a carbone con tante cancellazioni e rifacimenti che dimostrano le difficoltà di sperimentare un ritratto su una superficie convessa. Il disegno sottostante il quadro fiorentino e svelato dalle recenti indagini si limita a puntualizzare occhi, denti, qualche serpente, «nonché a minime variazioni nella bocca, ha meno pentimenti.Segno che il pittore aveva già tracciato il percorso.
Altra prova, è un sonetto sulla «chioma avvelenata di Medusa» del poeta genovese Gaspare Murtola, pubblicato nel 1604. Il letterato era a Roma nel 1600 e in quell’anno avrebbe visto la «rotella» citata (senza indicare il soggetto) in un inventario del 1606. Siccome il poeta Giovanni Battista Marino dedicava una poesia alla Medusa medicea nel 1601, vista a Firenze, si deduce che le teste del mostro raffigurate da Caravaggio erano due: quella rimasta a Roma e finita a Londra, quella della corte fiorentina, dove arrivò nel settembre del 1598.
Ma gli studiosi come spiegano la duplice versione? Secondo Mahon Caravaggio considerò la commissione così importante (era per i Medici) e così complessa (su una superficie convessa) da voler affrontare una prova preliminare. Invece Marini considera la prima Medusa un esercizio privato, pronto a essere ripreso nel caso di una richiesta specifica, e lo inserisce nella casistica dei «doppi» (doppie versioni di un medesimo soggetto) caravaggeschi. Però, conclude, «resta più bello e meno aspro il dipinto degli Uffizi».
La testa di Medusa sconosciuta ai più (è in mano privata in un caveau di Londra) non è una copia, è opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Probanti soprattutto tre elementi: una firma, il disegno sottostante la superficie pittorica, due poesie. La firma. «Vi ha apposto il proprio nome nel sangue che stilla al di sopra del bordo decorato a viticci, in basso a destra, “Michel. A. f.”. Secondo elemento: il disegno. Il dipinto londinese, eseguito su legno di fico (quello degli Uffizi è pioppo). Gli esami hanno rilevato un disegno steso in gran parte a carbone con tante cancellazioni e rifacimenti che dimostrano le difficoltà di sperimentare un ritratto su una superficie convessa. Il disegno sottostante il quadro fiorentino e svelato dalle recenti indagini si limita a puntualizzare occhi, denti, qualche serpente, «nonché a minime variazioni nella bocca, ha meno pentimenti.Segno che il pittore aveva già tracciato il percorso.
Altra prova, è un sonetto sulla «chioma avvelenata di Medusa» del poeta genovese Gaspare Murtola, pubblicato nel 1604. Il letterato era a Roma nel 1600 e in quell’anno avrebbe visto la «rotella» citata (senza indicare il soggetto) in un inventario del 1606. Siccome il poeta Giovanni Battista Marino dedicava una poesia alla Medusa medicea nel 1601, vista a Firenze, si deduce che le teste del mostro raffigurate da Caravaggio erano due: quella rimasta a Roma e finita a Londra, quella della corte fiorentina, dove arrivò nel settembre del 1598.
Ma gli studiosi come spiegano la duplice versione? Secondo Mahon Caravaggio considerò la commissione così importante (era per i Medici) e così complessa (su una superficie convessa) da voler affrontare una prova preliminare. Invece Marini considera la prima Medusa un esercizio privato, pronto a essere ripreso nel caso di una richiesta specifica, e lo inserisce nella casistica dei «doppi» (doppie versioni di un medesimo soggetto) caravaggeschi. Però, conclude, «resta più bello e meno aspro il dipinto degli Uffizi».
4 agosto, San Felice Circeo (Roma): I CAPOLAVORI DI CARAVAGGIO NARRATI AL PIANOFORTE
La rivoluzione pittorica di Caravaggio narrata e musicata per pianoforte. E’ un evento unico ed emozionante quello che sarà messo in scena giovedì 4 agosto a San Felice Circeo, nell’ambito di “Dipingea”, la Rassegna Itinerarte 2011 organizzata da Yes-Art e Nitam col patrocinio del Comune. Pittura, arte, storia e musica si mescoleranno in una magica unione di sensazioni, che renderanno suggestiva e decisamente originale la rappresentazione narrata dei capolavori di Caravaggio. L’evento si terrà alle ore 21:30 in piazza Busiri Vici. L’ingresso è gratuito.
Verranno proiettati i quadri che ne hanno segnato il cammino artistico e svelato il significato di quella rivoluzione pittorica, incontrando nella narrazione il Caravaggio che si racconta in prima persona e i testimoni dell’epoca che ci raccontano chi fosse e cosa accadde. La musica (alternanza di narrazione e brani musicali) di Bach, Chopin e Prokofiev, suonata dal vivo al pianoforte da un giovane talento europeo della musica, fisserà le emozioni dell’evento nelle pagine dei ricordi di ogni spettatore. La voce narrante è di Erasmo Scinicarelli, al pianoforte si esibirà Natalia Valentini. La rassegna si è già tenuta con successo a Capalbio il 31 luglio scorso e nel corso dell’estate sarà ospitata in importanti festival artistici, tra cui il Polo museale dell’Umbria (Montefalco 18 agosto), e in Svizzera (a dicembre in rappresentanza della cultura italiana con il patrocinio della Presidenza della Repubblica). PER MAGGIORI INFORMAZIONI CLICCARE QUI
Un spettacolo di marionette dedicato a CARAVAGGIO
Il video dello spettacolo di marionette dedicato a CARAVAGGIO del famoso "PUPPET THEATRE RAPHAEL MÜRLE PFORZHEIM". ACCEDI A QUESTO LINK PER INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI (tedesco e inglese)
Danza, dal 28 settembre 2011: "CARAVAGGIO, EXILE AND DEATH" - Darshan Singh Bhuller
Lo spettacolo teatrale di danza di Darshan Singh Bhuller ispirato alla vita di Caravaggio. La tournè inizia in Inghilterra il 28 settembre 2011. DA TENERE D'OCCHIO..... ACCEDI AL SITO UFFICIALE
Libro: "CARAVAGGIO. IL FUOCO OSCURO" - Linda Murray
Caravaggio dipinse magnifici quadri in cui la rappresentazione artistica rispecchia la violenza che ha caratterizzato la sua vita reale. Il suo nome, infatti, emerge di continuo nei registri della polizia romana: l’offesa a due donne, il ferimento di un capo delle guardie, la causa per diffamazione portata avanti da un altro pittore per «versi offensivi», l’aggressione a un oste, il lancio di pietre contro le finestre di un’abitazione e, infine, l’uccisione di un uomo in una rissa, nella quale riuscì a malapena a salvarsi. Ottenuta la commissione del gran maestro Wignacourt di decorare la chiesa di La Valletta, si rifugiò a Malta, ma fu ferito durante un litigio e imprigionato. In seguito fuggì a Napoli, dove, nel corso di una rissa in una locanda, fu sfigurato al punto da divenire irriconoscibile. Durante la convalescenza si ammalò di febbre, e morì all’età di soli trentanove anni. Caravaggio. Il fuoco oscuro racconta in quattro fasi la vita del pittore: la giovinezza dell’artista e il suo apprendistato a Milano; la protezione ... CONTINUA A LEGGERE SU "ALIBERTI EDITORE"
Libro: IL MARTIRIO DI SANT'ORSOLA DI CARAVAGGIO PER MARCANTONIO DORIA - Vincenzo Pacelli
Il Martirio di sant'Orsola di Caravaggio dipinto per Marcantonio Doria, o sant'Orsola confitta dal tiranno, come l'opera viene indicata nei documenti Doria d'Angri, nell'Archivio di Stato di Napoli è diventato il dipinto più certo dell'artista lombardo da quando - nell'ormai lontano 1980 - ne furono rese note le carte che finalmente promuovevano quello che era un quadro intitolato Soggetto allegorico assegnato a Mattia Preti ad originale del Merisi raffigurante appunto il Martirio di sant'Orsola. Il dipinto, come è ormai noto, era stato eseguito da Caravaggio a Napoli nel maggio 1610 per Marcantonio Doria, signore genovese, figlio del celebre doge Agostino. Ecco la storia del dipinto.
La lettera che ha consentito, o meglio, che ha imposto la restituzione del Martirio di sant'Orsola al Caravaggio, è stata ritrovata nelle carte Doria d'Angri della nobile famiglia genovese presso l'Archivio di Stato di Napoli. Non si è trattato di un casuale, fortuito ritrovamento, ma piuttosto di una orientata ricerca archivistica indirizzata verso un preciso obiettivo, che in ogni caso è stata baciata dalla fortuna. Con il collega Giorgio Fulco, costantemente impegnati nella messa a fuoco dei grandi committenti del Caravaggio e di quanti avessero intessuto rapporti con l'artista lombardo, e che da poco aveva dato alle stampe un bel saggio sul "Caravaggio nelle ... CONTINUA A LEGGERE SU LIBRERIA NEAPOLIS
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