«La resurrezione di Lazzaro» è uno dei dipinti più importanti che Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, eseguì in Sicilia, nell'ultimo periodo della sua vita, dopo la precipitosa fuga da Malta. Un olio su tela imponente (3,80 metri x 2,85 metri) del 1609, conservato al Museo Regionale di Messina, che sarà ora oggetto di un intervento di restauro della durata di 8 mesi. A metterci le mani, saranno tre restauratrici dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR). «Nella prima fase, rimuoveremo gli strati di materiali sovrapposti nel corso dei restauri del secolo scorso, in particolare del restauro del 1951», ha spiegato questa mattina Anna Marcone, responsabile dell'intervento, durante una conferenza stampa nella sede dell'ISCR, a Roma. A fianco del capolavoro, trasportato da Messina grazie ad un finanziamento dell'associazione culturale Metamorfosi, Marcone ha presentato il progetto di restauro sottolineando che, purtroppo, «alcune parti dell'opera sono irrimediabilmente danneggiate e quindi non potranno essere recuperate». Comunque, ha aggiunto, «tutti i materiali che verranno utilizzati nella seconda fase sono solubili». Il dipinto fu commissionato a Caravaggio da Giovan Battista dè Lazzari, mercante genovese, nel dicembre del 1608. Doveva raffigurare la Madonna, San Giovanni Battista e altri santi ma, non si sa per quale motivo, il soggetto diventò la Resurrezione di Lazzaro. Il restauro sarà a costo zero, dato che lo eseguiranno tre dipendenti del Mibac, ma Metamorfosi non finanzia solamente il trasporto dell'opera, come ha evidenziato il suo presidente, ex deputato del centrosinistra, Pietro Folena: «Il nostro contributo ammonta a 100 mila euro e comprende i costi sostenuti per la comunicazione, il trasporto dell'opera e l'allestimento delle due mostre». Già, perchè una volta finito il restauro, l'opera sarà esposta a Roma, nel magnifico contesto di Palazzo Braschi, dal 15 giugno al 15 luglio, e a Messina, nel Museo Regionale, a partire dal 22 luglio. Con questi 100 mila euro, inoltre, verranno pagati alcuni giovani allievi dell'ISCR che affiancheranno Anna Marcone e le altre due restauratrici, Carla Zaccheo e Emanuela Ozino Caligaris. (Fonte: http://www.ilgiornale.it/)