Molte delle opere conservate nei Musei Vaticani, sono davvero “Parola dipinta”, comunicazione del messaggio evangelico attraverso le immagini. Ma bisogna sapere come leggerle. A meno di un mese dall’apertura dell’Anno della fede, ci facciamo guidare nella lettura di due capolavori della pittura italiana dal direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci.
ANTONIO PAOLUCCI-Direttore Musei Vaticani:
I quadri che vedete rappresentano tutti episodi della storia dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma sono anche uno straordinario capolavoro di catechesi, di dottrina, spiegata attraverso le figure.
Prendiamo un quadro famoso, che tutti conoscono… la cosiddetta deposizione di Caravaggio, che sta qui, forse uno dei quadri in assoluto più celebri di Roma. Dipinta da Caravaggio circa nel 1602, 1603. Quel quadro si trovava in origine, era stato dipinto per una cappella della Chiesa Nuova. Doveva essere la pala d’altare di una piccola cappella.
Raffigura appunto Gesù, schiodato dalla Croce e che sta per ricevere i riti funerari. Intorno ci sono i personaggi storici della passione e morte di Cristo, quelli che conosciamo tutti. E lo mettono su una grande lastra di marmo. Di solito le guide dicono che questa è la copertura del sepolcro. Questo non è esatto. Probabilmente quella che vedete è quella che i romani chiamavano il lapis unzionis, cioè la pietra dell’unzione, perché i personaggi che stanno intorno a Cristo, i suoi parenti e amici, stanno compiendo, nella rappresentazione di Caravaggio, il pietoso rito comune a tutte le culture del Mediterraneo, non solo gli ebrei, ma anche i greci e i romani, della purificazione del corpo del morto prima di calarlo nel sepolcro.
La cosa che fa capire come dietro ci sia una riflessione catechetica e teologica formidabile ..... CONTINUA A LEGGERE SU "CANTONUOVO.EU"