Il "San Francesco in meditazione" è attualmente conservato a palazzo Barberini. Ma il comune a sud della Capitale non ci sta
Un quadro del Caravaggio e due comunità a
contenderselo. Protagonista è il “San Francesco in meditazione”,
attribuito al pittore lombardo e rinvenuto nel 1968 nella chiesa di San
Pietro di Carpineto romano. Oggi la tela è conservata a Roma, a Palazzo
Barberini, dove è arrivata in prestito perpetuo. Ma il comune di
Carpineto non ci sta e rivuole indietro la sua opera d’arte.
Per questo motivo, in occasione di un convegno al museo Civico di Carpineto, è stata proposta una petizione rivolta al ministro della Cultura Dario Franceschini,
“affinché si adoperi per far tornare il quadro”. Il convegno, dal
titolo “Il Caravaggio Ritrovato – Conversazione sul capolavoro di
Carpineto a quindici anni dalla sua attribuzione ufficiale”, ha come relatori lo storico dell’arte Claudio Strinati e il presidente dell’Associazione Metamorfosi Pietro Folena.
"Il San Francesco in meditazione è un'opera d'arte universale – dice il
sindaco di Carpineto Matteo Battisti - e come tale i valori di cui è
portatore
appartengono al mondo intero, ma anche alla comunità di Carpineto
romano". L’opera risale probabilmente al 1606, epoca in cui Caravaggio,
in fuga da Roma per avere ucciso un suo rivale in una rissa, si rifugiò
per alcuni mesi nei feudi della famiglia Colonna. Il suo arrivo a
Carpineto è datato intorno al 1617 e il 1622, legato a una committenza
del Cardinal Pietro Aldobrandini. La sua attribuzione a Caravaggio, dopo
molte controversie, è arrivata nel 2005.
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