"La Natività torna a Palermo", articolo di Fabio Isman su "Il Messaggero"

Il capolavoro di Caravaggio rubato dalla mafia nel 1969 si è "rimaterializzato" al suo posto all'Oratorio di San Lorenzo. Grazie ad Adam Lowe, che ha realizzato la copia con la Factum Arte di Madrid, e a Sky, che ha prodotto un documentario



Miracolo a Palermo: si rimaterializza il capolavoro rubato (e forse distrutto) dalla mafia: la Natività di Caravaggio torna all’Oratorio di San Lorenzo: tra gli stucchi creati apposta per lei da Giacomo Serpotta. Per primo, la vede il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e resta stupito. Perché questa è una pagina dell’arte, «ma anche del riscatto», dice Corrado Lorefice, l’arcivescovo appena nominato da papa Francesco. Perché, per la prima volta, si riproduce, e bene, un’opera non più vista da nessuno dopo il 1969. Perché risarcisce, almeno un po’, una perdita che fa ancora male anche soltanto a pensarci; ma ora sappiamo che se la mafia ha vinto, l’ha fatto soltanto in parte.

Ingenti gli sforzi, tecnologici e finanziari, per realizzare l’operazione. La copia di un originale che non c’è, si deve a Adam Lowe e alla sua Factum Arte di Madrid: ha all’attivo pure Le nozze di Cana di Veronese sull’isola di San Giorgio a Venezia, ormai al Louvre, e la tomba di Tutankhamon in Egitto, vicino all’accampamento di chi la scoprì. E i fondi li ha offerti Sky tv: quanti, non si sa esattamente, ma tra 100 e 150 mila euro. Ne ha realizzato un documentario, in onda a gennaio e anche in altri cinque paesi europei: «Un possibile pubblico di 21 milioni di famiglie», dice, l’amministratore delegato Andrea Zappia. Quel Caravaggio, non è più «perduto». Portato via dalla mafia una piovosa notte del 1969; secondo i pentiti, di volta in volta venerato nei «summit» dell’onorata società, oppure distrutto da troppa umidità; per qualcuno, «dato in pasto ai maiali»; ma ora è di nuovo sull’altare. «Un anno di lavoro», dice Lowe. Ha esaminato ogni fonte possibile: remote foto a colori; quelle in bianco e nero durante il restauro; perfino i pigmenti delle tele di San Luigi dei Francesi a Roma che si sono scoperte coeve. Si pensava che la Natività fosse tra le ultime opere del maestro, 1609; ora, la si accredita al 1600: i tempi dello sfolgorante esordio romano. Troppo complesso descrivere le tecniche; basti dire che il risultato è ottimo: restituisce perfino le pennellate dell’artista [...]

LEGGI l'articolo integrale su "Il Messaggero"