"Il 'Caravaggio della Mafia' non è stato distrutto", di Carole Blumenfeld e Michele Cuppone su The Art Newspaper Daily

La confessione di un pentito di Cosa nostra davanti alla commissione parlamentare antimafia porta sulla pista del Caravaggio rubato. L'articolo, contenente informazioni inedite, apre il primo numero di "The Art Newspaper Daily" 
[NEW: l'articolo è stato ora ripubblicato nell'edizione russa "The Art Newspaper Russia"]


Nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 ottobre 1969, sparisce la Natività con i santi Lorenzo e Francesco, una tela di Caravaggio di circa 3 metri di altezza per 2 di larghezza conservata nell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Da allora "il Caravaggio della mafia" ha fatto versare fiumi di inchiostro [...].
La speranza di ritrovare un giorno il Caravaggio era in parte affievolita quando Francesco Marino Mannoia aveva dichiarato di aver egli stesso partecipato al furto e distrutto il quadro già molto danneggiato [...].
Recentemente, Mannoia, sempre sotto arresto, ha dichiarato di aver inventato di sana pianta questo racconto. Un primo colpo di scena che segue un'altro, altrettanto importante. Un pentito di Cosa nostra, un certo Gaetano Grado oggi settantenne, membro della famiglia di Santa Maria di Gesù, è stato interrogato dalla commissione parlamentare antimafia  una commissione dai poteri giudiziari – e ha descritto con precisione le circostanze in cui fu coinvolto nell'affare [...]
Secondo Grado, appena la sparizione del quadro fu annunciata dalla stampa, lunedì 20 ottobre, i vertici di Cosa nostra l'avrebbero incaricato di mettere le mani sulla tela. In meno di una settimana, particolare inedito, egli ritrovò i quattro ladri – una nuova informazione pubblicata qui perché si parla spesso di due ladruncoli –, dei teppistelli locali che sono stati tutti identificati e interrogati cinque decenni dopo i fatti. A partire dalla fine del mese di ottobre 1969, Cosa nostra si diede da fare per cercare un acquirente e a negoziare il prezzo. Il quadro trovò una persona interessata in Svizzera, o quanto meno grazie a un intermediario svizzero [...]. Così, sei mesi dopo il furto, il Caravaggio, venduto, lasciò "integro" la Sicilia [...]