'Entusiasmo' e perplessità sulla collocazione nell'oratorio di San Lorenzo a Palermo di una riproduzione innovativa della Natività di Merisi. Per la quale, tuttavia, nemmeno si può parlare di "copia perfetta" o "fatta con la massima cura": vedi quanto già osservato su ArtItalies 2017 (link) - in particolare, sull'erronea interpretazione di taluni dettagli, sul mancato utilizzo di parte della documentazione fotografica disponibile, su alcune scelte deliberate di modificare il contrasto dell'unica foto a colori presa a riferimento
Ferita aperta, di Franco Luccichenti
Andrea Purgatori su Atlantide (La7) ha dedicato parte della interessante puntata di qualche giorno fa su Caravaggio al misterioso furto della Natività avvenuto nella chiesa di S Lorenzo a Palermo il 18 ottobre del 69. Purgatori ha parlato nella trasmissione della scelta di inserire una copia perfetta nel vuoto lasciato nell’oratorio della chiesa dall’opera perduta e della estrema difficoltà tecnica di “ricostruire ” la pala di Caravaggio. La scelta a suo tempo è stata ampiamente dibattuta ma vedere Atlantide mi ha portato ad alcune considerazioni.
E’ giusto cancellare una assenza drammatica rappresentata dalla sparizione fisica dell’originale e riempire un VUOTO di alto valore simbolico con una maschera perfetta?
La materia dell’originale è conseguenza di un atto creativo complesso e misterioso emerso dalle profondità dello spirito e da una densità culturale personale e meravigliosa. La maschera sostitutiva è figlia invece di una complessità tecnica messa a punto da tecnici anche se abili e sensibili. A me sembra che la sostituzione abbia apparentemente rimarginato la ferita rappresentata dalla vuota cornice dell’oratorio dove era collocata la pala. In realtà la ferita non guarirà fino al ritrovamento dell’opera e il simulacro ora esposto in un certo senso nasconde la gravità della sottrazione mascherando appunto il vuoto che doveva rimanere come ricordo e simbolo della stupidità umana. Oggi, dopo tanto tempo, uno strano gioco di specchi tra la copia e l’originale perduto fa abitare l’oratorio di S. Lorenzo a Palermo da una estraniante, densa melaniconia. L’oblio incombe sul drammatico furto (fonte: About Art online).
Punto di vista. Gli originali e le copie, di Mario Ursino
È legittimo porre una copia dove prima figurava l’originale? Direi di sì, e le ragioni sono ogni volta di natura diversa: preservare l’originale da atti vandalici, oppure per ragioni conservative o di restauro, o ancora per motivi di musealizzazione e di studio. Certo ha ragione Franco Luccichenti a dire che la copia del Caravaggio collocata nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo sta a ricordare una “ferita aperta”. Ma la vera ferita, a mio avviso, è nella perdita del famoso originale, poiché la Natività, dopo quarantotto anni, o è andata distrutta o è stata sezionata in più frammenti, e quindi difficilmente recuperabile. Se l’opera fosse ancora integra, la Mafia avrebbe avuto certamente modo di sbarazzarsene, sia pure con l’espediente del “ritrovamento” (leggi dietro riscatto).
Tuttavia, “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica …” (W. Benjamin) ha raggiunto oggi risultati di altissima definizione, come lo straordinario fac-simile delle Nozze di Cana del Veronese, realizzato dall’artista britannico Adam Lowe, e collocato nel 2007 nel Refettorio di San Giorgio Maggiore, oggi della Fondazione Cini. L’opera figura egregiamente al posto dell’originale che si trova al Louvre e che è inimmaginabile possa ritornare a Venezia. Va ricordato tra l’altro che i veneziani all’epoca, vedendosi negata la restituzione di quel capolavoro sottratto da Napoleone per punire la fedeltà della città all’Austria, chiesero ai francesi in sostituzione un’opera di pari dimensioni, cosa che è avvenuta e oggi all’Accademia di Venezia è conservata una bellissima tela di Charles Le Brun (1619-1690), Maria Maddalena ai piedi di Gesù, opera considerata uno dei capolavori dell’artista francese, ma che certo non ha, almeno da noi, la stessa notorietà delle Nozze di Cana del Veronese.
In definitiva, fin dai tempi antichi, la copia di qualità ha avuto sempre grande valore: non conosceremmo gli originali greci perduti se non attraverso le repliche di età romana. Questo per dire che la riproduzione della Natività del Caravaggio sarà stata fatta con la massima cura, usando le tecniche più innovative, non solo per colmare l’orribile vuoto sull’altare di San Lorenzo, ma anche per restituire ai fedeli nel luogo sacro un’opera collocata lì per devozione (fonte: About Art online).