In occasione del recente Convegno internaionale che si è svolto presso la Sala Gialla del Palazzo dei Normanni di Palermo dal titolo Caravaggio La luce dell’Ombra, si conclude il percorso “Il Genius Loci oltre la tela” dedicato all’artista ed alla sua opera della “Natività” realizzata nel 1609 per la Compagnia di S. Francesco nell’Oratorio di S. Lorenzo.
L’unico assente, l’opera, rubata il 17 ottobre 1969 ma non per questo l’interesse sull’argomento e sulla speranza di ritrovare la famosa tela, inserita dalla FBI tra le dieci ricercate più importanti del pianeta, è diminuito. Infatti ancora oggi nuove scoperte sono state fatte sotto l’aspetto iconografico che danno una nuova lettura artistica all’opera d’arte che per quattrocento anni aveva celato la vera identità del Pastore raffigurato accanto a S. Francesco. “Tutto è iniziato – dichiara Gippetto- fin dal primo momento che vidi la tela, e mi chiesi perché Caravaggio aveva rappresentato di spalle S. Giuseppe e chi era il suo misterioso interlocutore? Dopo varie ipotesi e due anni di studi sono arrivato alla conclusione che il Pastore che poteva stare in piedi accanto a S. Francesco e davanti la Sacra Famiglia non poteva essere altro che un altro Santo. Dal tipo di abbigliamento, è S. Giacomo con la sua inconfutabile veste da pellegrino. La conferma l’ho avuta –continua Gippetto-quando guardando i decori eseguiti nel 1699 da Giacomo Serpotta all’interno dell’Oratorio di S. Lorenzo in Palermo, mi accorsi che nella “folla” di statue e scene di virtù, nell’arco trionfale davanti a dove stava il quadro (prima del furto), Serpotta aveva messo non a caso, a sinistra la Carità ed a destra l’Ospitalità, ispirandosi alla scena del quadro. Come sappiamo nella iconografia religiosa la carità viene rappresentata da S. Francesco così come l’ospitalità viene raffigurata da S. Giacomo. Allora perché S. Giuseppe di spalle con la mano indica il bambino appena nato ai due Santi? Grazie a l’unica foto a colori realizzata da Enzo Brai poco prima del furto, si vede chiaramente che il dito indice della mano di S. Giuseppe che indica il Bambino, ha una piccola ferita. Prendendo in prestito un principio della Geometria che dice: per un punto passano infinite rette, per due punti passa una ed una sola retta. Infatti prolungando con una semiretta la proiezione del dito vediamo che indica la parte destra del torace del Bambino dove troviamo la ferita del costato come a presagire quale sarà il suo destino sulla Croce, inoltre, considerato che la Madonna nella Santa Notte non ricevette ne Carità ne tanto meno Ospitalità in nessuna locanda, S. Giuseppe quasi con ira dice ai due Santi: “Guardate come hanno trattato il Salvatore appena nato, a terra, come un guscio di tellina” (Extroart - Ufficio Stampa - ufficiostampa@extroart.org)
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E' stato anche recentemente pubblicato un romanzo dal titolo "Caro Vincenzo" di Antonio Amico (A & B editrice)
Il quadro rubato è inserito nella "FBI TOP TEN ART CRIMES", in testa alle più importanti opere d'arte trafugate in tutto il mondo.