Un pubblico attento ha accolto con emozione che l’assessore alla culture del comune di Recanati, Andrea Marinelli, sollevasse il drappo che ha coperto per giorni una tela devozionale di notevole fattura, di scuola italiana del 1600, che, potrebbe avere una clamorosa attribuzione.
Nella sala dedicata all’Estasi di San Francesco il prof. Sergio Benedetti, scopritore di un Caravaggio di cui si erano perse le tracce, “la cattura di Cristo”, ha fornito una descrizione artistica dell’opera esposta a Recanati trovando un pubblico attento e preparato che non ha mancato a sua volta di fornire elementi sia artistici che storici per una prima traccia di attribuzione. Sicuramente storici e critici d’arte animeranno un vivace dibattito intorno la “firma”, aprendo contemporaneamente un confronto su aspetti ancora poco approfonditi intorno alla presenza nella nostra zona di questo maestro, per ora ignoto, del ‘600, che qualcuno ipotizza Caravaggio, o della sua scuola. Sul retro appaiono le scritte “op”, Roma, Francesco Castracani. Non a caso Recanati, nella chiesa dei Cappuccini, conserva un dipinto, “La Madonna dell’Insalata” che uno studio del Patrizi attribuisce a Caravaggio. Questa tela (180 cm. X 130 cm.), restaurata, sarà esposta per la prima volta al pubblico in un’allestimento speciale all’interno del museo Villa Colloredo Mels di Recanati fino all’8 novembre. Leggi tutto l'articolo su "vivereitalia.eu"
Nota: Sergio Benedetti, insieme a Sir Denis Mahon e Francesca Cappelletti sono il gruppo che ha attribuito con certezza a Caravaggio l'opera "La Cattura di Cristo", esposta alla National Gallery di Dublino. Francesca Cappelletti scoprì proprio a Recanati, nell'archivio inaccessibile e dimenticato della famiglia Mattei, la prova che un originale di Caravaggio (la Cattura di Cristo: Gesù circondato da soldati e baciato da Giuda) era stato venduto nel 1802, con un'attribuzione errata, a un gentiluomo scozzese. L'avvincente storia del ritrovamento è stata raccontata in un libro di Harr Jonathan, "Il Caravaggio perduto".