Il riscontro diagnostico applicato a Caravaggio? È una questione di democrazia! Parla Davide Bussolari

–Tu hai lavorato molto su copie da celebri autografi di Caravaggio ma anche su opere che aspirano all’autografia; l’ultimo tuo lavoro mi pare sia stato sui Bari, di cui in effetti si conoscono svariate versioni; nel complesso che idea ti sei fatta? 
R: Intanto posso dire che non conosco nessuna versione dei Bari, tra quelle che ho avuto modo di analizzare, che fosse certamente di mano del Maestro milanese, ma in generale su questo argomento delle repliche o delle copie posso senz’altro affermare che tra le sempre più numerose versioni o copie ce ne sono alcune che appaiono condotte pittoricamente in un modo così deciso e sicuro da poter essere per molti aspetti assimilabili a quelle di Caravaggio.
–Potrebbero però essere opera di ottimi copisti ? 
R: Certamente, per questo va fatta una precisazione a mio avviso: in effetti l’idea che noi abbiamo di Caravaggio e che ci è stata tramandata, cioè di un uomo strano, senza veri amici se non pochissimi, ha fatto nascere certe considerazioni, ormai consolidate, che secondo me in larga parte sono da rivedere, cioè ad esempio che non entrasse mai in contatto con altri artisti e che quindi avesse una sua tecnica per nulla simile a quella di altri pittori dell’epoca; a mio parere di artisti bravi e anche molto bravi, allora ce ne erano veramente molti e non si può escludere che – oltre quelli della sua cerchia – alcuni avessero potuto vederlo all’opera e rendersi conto del suo modus operandi, e viceversa. Quello che voglio dire cioè è che occorrerebbe abbandonare certi luoghi comuni quando entrano in gioco i rapporti professionali, tanto più che la tecnica di Caravaggio è sicuramente innovativa ma abbastanza semplice, basata com’è, soprattutto nelle opere tarde, sulla sintesi e sulla scioltezza. E’ il frutto senza dubbio di una visionarietà chiaramente tutta soggettiva ma, talvolta, non proprio di assoluta maestria, tant’è vero che in molti hanno affermato nel corso dei secoli che ci fosse allora chi dipingesse ‘meglio’ di lui, da un punto di vista meramente formale e tecnico, e quindi può essere benissimo capitato che alcuni artisti molto bravi possano avere realizzato copie di suoi lavori che oggi appaiono più o meno credibilmente autografe. 
–Credi insomma che il lavoro di un artista potesse risentire di una certa casualità …? 
R: Penso che un artista potesse cambiare spesso modus operandi, magari in dipendenza del luogo ove si trovava ad operare, del tipo di committente, dei materiali di cui poteva disporre, ecc; Caravaggio del resto era così emotivo e talmente attivo nel cercare traguardi sempre più avanzati che in effetti, come si sa, cambia progressivamente, da un tipo di pittura ‘lombarda’ a una basata sugli scuri e così via, come ad esempio avviene con Tiziano, che conosco bene per aver lavorato su numerosi suoi dipinti, e al quale il Merisi come si sa deve molto, il lombardo del resto era molto veloce a cavalletto ed era talmente bravo da saper improvvisare; per questo credo sia sbagliato cercare di incanalarlo dentro schemi precisi, ed anzi mi pare che il grande interesse che tutti – addetti ai lavori e non – mostrano per la sua arte stia proprio nel fatto che non sia incanalabile [...]

link: