Ancora sulle presunte ossa di Caravaggio (di Renato Di Tomasi)

La deposizione delle presunte ossa di Caravaggio da parte dell’amministrazione comunale nel monumento funerario inaugurato il 18 luglio scorso a Porto Ercole, ha scatenato numerose polemiche tra giornalisti, cittadini e storici dell’arte. Per via delle polemiche apparse su quotidiani  che puntavano il dito sugli sprechi dei soldi pubblici, gli organizzatori si sono risentiti al punto di minacciare querele e risarcimenti, a mezzo di comunicato stampa, nei confronti di Tomaso Montanari, storico dell’arte e polemista del “Fatto quotidiano”, che ha avuto l’ardire di denunciare lo spreco di denaro pubblico intorno all’operazione “Caravaggio” gestita dal Comune toscano. Coprotagonista dell’evento che ha visto sorgere il monumento funerario è l’associazione privata che si occupa di beni culturali presieduta dal pubblicista Silvano Vinceti, che si è occupato personalmente negli anni scorsi della ricerca e del ritrovamento dei presunti resti di Michelangelo Merisi.

PortoErcoleOssaCaravaggio

Ma andiamo ai fatti. In occasione dei 400 anni dalla morte del pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio il 4 luglio 2010 giungono a Porto Ercole (GR) via mare in una teca di vetro alcuni presunti resti dello scheletro del sommo maestro portati da Silvano Vinceti, frutto di ritrovamenti di ossa umane nei pressi del cimitero di San Sebastiano e di successivi studi su questi resti ossei a cura dello stesso Vinceti. All’epoca dell’annuncio, in pieno festeggiamento dell’anniversario del Merisi, uno studioso emerito del Caravaggio, il Prof. Vincenzo Pacelli, venuto a mancare pochi mesi orsono, tuonò: “Si tratta di una barzelletta che offende l’intelligenza delle persone” ...

Continua a leggere su News-Art