"Era tempo di riportare la discussione su Caravaggio a livelli scientifici": le anticipazioni dell'ideatore del Convegno che impegnerà studiosi italiani e internazionali il 1° marzo all'Università di Roma sulla cronologia del primo periodo romano di Caravaggio (di Pietro di Loreto)
Alessandro Zuccari (Roma, 1956) è Professore Ordinario di Storia dell'Arte Moderna alla Sapienza Università di Roma. Numerose sono le sue pubblicazioni su artisti e movimenti di varie epoche storiche, dal Quattrocento al Settecento. Risale al 2011 il suo ultimo volume su Caravaggio ("Caravaggio controluce" ed Skira) che raccoglie molti degli interventi svolti nel corso del tempo sulla vicenda umana ed artistica del genio lombardo. E' l'ideatore della Giornata di Studio intitolata Sine ira et studio. Per la Cronologia del giovane Caravaggio (estate 1592 - estate 1600) promossa dal Dottorato di Ricerca in Storia dell'arte della Sapienza Università di Roma, con la collaborazione scientifica del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Roma Tre e della Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institut für Kunstgeschichte.
Ha rilasciato per News-Art alcune importanti dichiarazioni in anteprima
-La prima domanda riguarda le motivazioni del convegno che peraltro appare tutto interno alla dibattutissima questione relativa all'anno in cui Caravaggio approdò a Roma, e la cosa non è di poco conto dal momento che una data piuttosto che un'altra farebbe rivedere anche la cronologia delle opere; tu pensi che il convegno riuscirà a sciogliere questa “vexata quaestio”?
-R: Innanzitutto va detto che il Convegno nasce come una provocazione che il titolo stesso indica, cioè riportare in sede scientifica la discussione sulla vicenda umana e artistica di Caravaggio che troppo spesso invece ha preso e prende ancora strade poco idonee che non consentono un approccio obiettivo; naturalmente discutere di Caravaggio vuol dire anche affrontare temi di tipo trasversale e la scelta di concentrarci sugli aspetti cronologici risponde alla necessità di dare un taglio unitario alla discussione; questo per un motivo di carattere contingente, vale a dire la constatazione che nelle recenti esposizioni tutta la produzione del primo Caravaggio a Roma si sposta e potremmo dire galleggia tra date le più diverse, con l'ovvio disorientamento dei non addetti ai lavori; inoltre, affrontare questo tema della prima fase romana dell'artista vuol dire necessariamente entrare anche nel merito di un determinato ambiente, dei vari contatti e delle proposte culturali che Caravaggio recepisce e riformula in una maniera del tutto originale.
-Da questo punto di vista che importanza può assumere, nel tentativo appunto di delineare le tappe della sua prima produzione e della sua affermazione, il rilievo – già noto, ma da ultimo ripreso e approfondito dal compianto Giorgio Leone in una recente pubblicazione – relativo alla immagine della Vergine che – secondo le indagini diagnostiche – compare sotto la Buona Ventura dei Musei Capitolini? Questo non porterebbe a confortare la tesi dell'arrivo a Roma del Merisi a ridosso del 1596 e non prima?
-R: E' vero che le indagini diagnostiche svolte recentemente hanno consentito di individuare il soggetto che era stato dipinto sotto la Buona Ventura e che certamente raffigura una Madonna col Bambino dormiente davanti, rappresentata probabilmente come la ‘sposa' del “Cantico dei cantici” come alcune stampe, che io stesso avevo individuato tempo fa, documentano con tanto di citazione dal “Cantico” stesso e che in ogni caso corrispondono al tipo di produzione iconografica possiamo dire seriale tipica della bottega di Lorenzo Carli, il modesto pittore noto come “Il siciliano” presso il quale Caravaggio inizialmente lavorò. Tuttavia questo non vuol dire necessariamente che la stesura di questa immagine sottostante la Buona Ventura sia stata opera di Caravaggio; certamente è un'ipotesi molto interessante ma sulla quale è necessario discutere ed approfondire e mettere a confronto le varie opinioni. L'idea della presenza dell'artista a Roma a ridosso del 1596 è legata come si sa al rinvenimento di documenti di grande importanza che testimoniano il rapporto del Caravaggio con Lorenzo Siciliano al tempo della Quaresima del '96, che evidentemente era iniziato in precedenza. Questo però non implica che quel dipinto sottostante sia stato realizzato in quell'anno; si tratta di dati interessanti che certo aiutano a ricomporre una successione cronologica e, per ritornare al significato del Convegno, inevitabilmente, come dicevo, intrecciano vari livelli di lettura. In particolare, quello biografico, quello dei rapporti con la bottega e i committenti, quello iconografico e, perché no?, quelli stilistici, ed è questo a mio parere il punto fondamentale della discussione attraverso cui si dovrebbe riuscire a creare una sorta di consenso o quanto meno dei punti fermi dai quali partire per cercare di ricostruire una base comune. Non si riuscirà a creare una unanimità? E' probabile, ma non è questo lo scopo e però quanto meno credo di potrà realizzare un vero momento di chiarificazione, interrompendo in modo chiaro una deriva di letture caravaggesche fuori da ogni traccia di scientificità.
-Puoi anticipare qualcosa a questo riguardo? In particolare sulle novità, che si annunciano piuttosto importanti e di notevole rilievo, riguardanti la biografia di Gaspare Celio finora inedita?
-R: Posso solo dire che Riccardo Gandolfi ha recuperato il manoscritto autografo delle Vite dei Pittori scritte da Gaspare Celio: un documento importante, che ci mette di fronte ad una datazione precisa e che presenta alcuni elementi biografici inerenti Caravaggio che definirei asciutti ma di estrema chiarezza e non pienamente in accordo con le altre fonti, e che dunque certamente meritano un attento esame.
-Non puoi anticipare altro per il lettori di News-Art?
-R: Cosa posso anticipare che però non danneggi l'intervento del relatore? Posso solo rilevare che Gaspare Celio è la fonte di Bellori e che le novità riguardano Caravaggio molto giovane, nel periodo lombardo, milanese, diciamo così, ed investono la delicata e mai completamente chiarita fino ad oggi questione del primo omicidio; insomma, diciamo che Celio è la prima fonte inedita al riguardo e possiamo riassumere che siamo di fronte ad una sorta di nuovo testimone oculare.
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