I documenti attestano che il grande artista ebbe in casa propria il primo approccio alla pittura
Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696), letterato e studioso dell’arte fra i più importanti del sec. XVII, fu, com'è noto agli studiosi, un dichiarato denigratore del Caravaggio. Nelle “Vite de’ pittori, scultori et architetti moderni”, pubblicate a Roma nel 1672, egli ne traccia la biografia, elaborata da un primo abbozzo scritto nel 1645. Appena tre anni prima, nel 1642, Giovanni Baglione, pittore, concorrente e nemico di Michelangelo Merisi, aveva pubblicato una biografia sul Caravaggio all’interno delle sue “Vite de’ pittori, scultori et architetti”. Quindi il Bellori, nel comporre la sua biografia del Caravaggio, ebbe certamente presente l’opera del Baglione, che egli aveva personalmente conosciuto e frequentato.
Fatta questa premessa, nel presente studio, che vede il Bellori coprotagonista, ci si asterrà dall’entrare nel particolare di tutte le omissioni e distorsioni che questi fece riguardo la figura artistica e umana del Caravaggio, e si prenderà in considerazione solo un piccolissimo brano della parte iniziale della biografia, dove il Bellori narra della nascita della passione per la pittura del Merisi: “Si esercitò giovane nell’arte di murare, e portò lo schifo della calce nelle fabbriche; poiché impegnandosi Michele in Milano col Padre, che era muratore, s’incontrò à far le colle ad alcuni Pittori, che dipingevano à fresco, e tirato dalla voglia di usare i colori accompagnandosi con loro, applicandosi tutto alla pittura” ...
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