Nel suo nuovo articolo Documenti e fonti sul soggiorno siciliano di Caravaggio. Qualità della produzione e autorevolezza degli studiosi, pubblicato nel numero 56 della rivista “Agorà”, Alvise Spadaro passa appunto in rassegna tutte le fonti più o meno note sul periodo siciliano di Merisi, uno dei meno indagati ma non per questo di secondaria importanza nell'iter del milanese e recente oggetto di revisione negli studi.
In particolare Spadaro conferma con nuove evidenze la morte nel 1608 – data che era stata recentemente messa in dubbio – di Tommaso Lazzari, fratello del più noto committente caravaggesco Giovanni Battista, che avrebbe così scelto una diversa iconografica per la tela nella cappella di famiglia (la Resurrezione di Lazzaro anziché l'iniziale Madonna con san Giovanni Battista e altri santi), proprio per rendere omaggio al fratello scomparso da poco tempo.
L'autore riporta poi alla memoria la sua scoperta del più antico manoscritto che faccia cenno al periodo siciliano di Caravaggio, dove si ricorda di un suo passaggio da Caltagirone.
Infine, fa riferimento all'eventualità di un «inesistente soggiorno palermitano. Teoria quest'ultima già avanzata in considerazione di evidenze stilistiche della pala scomparsa, ma più recentemente dall'attribuzione alla tela, per quanto non esplicitamente indicata, di un documento risalente al periodo romano».
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