La redazione di Caravaggio400 augura Buon Natale con un quadro emblematico di Caravaggio, la Natività di Palermo.
Il quadro, rubato nel 1969, è stato oggetto di ricerche recenti e di alcune in corso di pubblicazione, che lo riferiscono con sicurezza tra 5 aprile e 20 novembre 1600 e dunque agli anni romani, sulla base di documenti vecchi e nuovi, delle indagini diagnostiche e della rilettura critica delle fonti, oltre che dell’analisi stilistica e iconografica.
Hanno avvalorato con nuovi elementi tale acquisizione, o comunque hanno già espresso il loro totale accordo su di essa, Enrico Mauceri, Edoardo Arslan, Stefano Bottari, Alfred Moir, Maurizio Calvesi, Michele Cuppone, Giovanni Mendola, Claudio Strinati, Alessandro Zuccari, Vittorio Sgarbi, Nicola Spinosa, Francesca Curti, Roberta Lapucci, Clovis Whitfield, Massimo Moretti, Sergio Benedetti, Herwarth Röttgen, Vincenzo Abbate, Giorgio Leone, Raffaella Morselli, Sara Magister, Elisabetta Giani, Claudio Seccaroni e altri ancora, mentre si dimostravano già quanto meno possibilisti Richard Spear, Rossella Vodret, Alvise Spadaro, Rodolfo Papa, John Gash.
Da ultimo, durante il suo intervento Painting from Life: from Caravaggio to Valentin de Boulogne, nell’ambito delle giornate di studio Beyond Caravaggio tenutesi alla National Gallery di Londra il 17-18 novembre 2016, Keith Christiansen si è così espresso sul tema:
«[The Nativity
with Saints Francis and Lawrence] has often but almost certainly wrongly
been considered the virtually contemporary painting [to the Adoration of the
shepherds] … I agree with a
number of scholars that the picture must date from Caravaggio’s Roman period»
(«[La Natività con
i santi Lorenzo e Francesco] è stata spesso considerata, ma quasi certamente a torto, un dipinto pressoché contemporaneo [all’Adorazione dei pastori]
… sono d’accordo con un certo numero di studiosi che il quadro debba datarsi al periodo
romano di Caravaggio»).
Resta comunque sempre viva la speranza che, a quasi mezzo secolo dalla scomparsa, il capolavoro venga restituito alla collettività.