Ero, l' altra sera, a cena con un amico colto e tennista, uno di quelli che anni addietro venivano definiti "amateur". L' amico, che chiamerò Pier, possiede una notevole collezione di tele che, secondo i detrattori rappresentano una sorta di investimento, secondo altri - quorum ego - una ammirevole mania. Poiché avevo perduti i giornali senza leggerli, ne cavò due dal suo zainetto, sventolandomeli sotto il naso, e affermando, piuttosto infastidito: «Non se ne può più». «Della P3, del petrolio della BP, o di Pomigliano?». «Saranno argomenti noiosi ma doverosi» rispose Pier. «Quello che non reggo più è il fumetto sul Caravaggio». «Cos' hai contro Michelangelo?». «Io niente. L' ho sempre ammirato, credo di conoscerlo non come il Professor Longhi, o il tuo amico Bassani che ne era affascinato, ma insomma benino. Quello che non riesco a sopportare è il trattamento da tabloid, la capacità di tanti giornalisti, o peggio telegiornalisti, di tramutare una vita in un fumetto. Pare una storia alla Polanski, del quale parlano tutti quelli che non avevano mai visto un suo film, ma sapevano tutto sullo stupro». «Mica vorrai paragonarli», protestai un po' infastidito. «Cosa sarebbe, secondo te, il fumetto a proposito del Caravaggio?». «Le circostanze della fuga da Roma, dopo un omicidio. Si sapeva benissimo che era un caratteraccio, e che a quei tempi ci mettevano niente a tirar fuori la spada. E pare che tutto sia avvenuto più o meno come raccontano, che già ci fosse ruggine tra lui e il tipo con cui venne a duello». «Ranuccio Tomassoni» interruppi. «Allora - disse Pier con un sorriso - avrai anche letto che il duello sarebbe iniziato per una lite relativa a un punto mal giudicato su un campo da tennis, a Roma, mentre stavano giocando in quattro contro quattro. Nel 1606: anzi - precisò - questo articolo si spinge addirittura a specificare la data, il 28 maggio. Lo avranno chiesto al polipo Paul, ma ogni epoca ha il .... CONTINUA LEGGERE L'ARTICOLO SU "LAREPUBBLICA.IT"