PORT'HERCOLE, A LI 18 LUGLIO 1610 (riflessioni sulle celebrazioni e sulla mostra del San Giovanni Battista a Porto Ercole "Chiuder la vita" - di Michele Cuppone)

Il luogo e la data in cui cade il quarto centenario dalla morte di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio è occasione per fare il punto su un anno di celebrazioni che, al di là dell’ufficialità o meno, si sono talvolta rivelate opportunistiche, quando non ingiuste per la memoria del genio universale che si intendeva richiamare. Ancora una volta, si è avuta la riprova dell’artista più amato dal grande pubblico delle mostre, sembra anche più dell’altro Michelangelo – il Buonarroti – che pure è stato modello di riferimento per il Lombardo. Troppo semplice e opinabile fregiarsi dei grandi numeri che sa mettere in piedi una personalità artistica di tale levatura, merito anche dell’indiscusso fascino che promana una vicenda umana così sofferta e accidentata. La mostra alle Scuderie del Quirinale, nella scelta lineare di esporre le sole opere autografe, se da un lato ha sacrificato possibili contributi scientifici inediti (scoperte di restauro a parte), ha avuto il grande pregio di esibire una rilevante sezione del catalogo caravaggesco, riportando in Italia tele di oramai difficoltosa fruizione come quelle americane, che fanno riflettere sulla dispersione, purtroppo anche recente, di un patrimonio inestimabile, tagliato fuori (oltreoceano!, sic) dai grandi circuiti del più sano turismo culturale. Mostra celebrativa a parte, altri eventi espositivi, pur nella qualità della curatela, si sono rivelati piuttosto pretestuosi (vedasi Caravaggio-Bacon alla Galleria Borghese), hanno colto l’occasione per azzardare discutibili nuove attribuzioni (la più clamorosa, il Ritratto di Benedetto Giustiniani degli Uffizi), o semplicemente si sono abilmente inseriti sulla scia dei festeggiamenti organizzando delle mostre di vario tema intorno ad una singola tela del maestro. Va considerata a parte La notte di Caravaggio, evento-lampo mediatico e di ‘consumo’: giusto aver onorato la memoria nell’esatta ricorrenza, se però tutti i visitatori messisi in coda per ore meditassero che quei capolavori sono visibili a Roma tutti i giorni dell’anno, se scoprissero il piacere di frequentare più spesso musei che tutto il mondo ci invidia, mossi da sinceri interessi didattico-culturali..... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU CARAVAGGIO400.ORG