Non sarà facile capire perché mai il quotidiano vaticano “Osservatore Romano” lo scorso 17 luglio abbia accantonato la tradizionale, e sarebbe il caso di dire sacrosanta, ed opportuna prudenza per annunciare, proprio alla vigilia del “Caravaggio Day”, la scoperta presso la Compagnia di Gesù di un “nuovo” dipinto del Merisi. Nuovo perché né perduto, né trafugato, né tantomeno presente nelle fonti. Nuovo perché sconosciuta una committenza gesuita fra quelle caravaggesche, mentre è ben nota la feroce polemica fra Michelangelo Caravaggio (Milano, 1571-Porto Ercole, 1610) e Giovanni Baglione (Roma, 1566-1643), pittore si potrebbe dire quasi ufficiale della Compagnia di Gesù. Il giorno dopo, il 18 luglio 2010, cadeva la ricorrenza dei 400 anni dalla tragica e misteriosa morte, a Porto Ercole, del pittore ed in un vero e proprio clima da “caravaggiomania” (non solo la grande Mostra alle Scuderie del Quirinale ma persino, puntualissimo, il rinvenimento a Porto Ercole delle ossa del pittore), cosa mancava a completare la consacrazione di una vera e propria “icona-pop” se non un San Lorenzo mai sentito prima? Ed eccoti, caro Caravaggiomane, della prima o dell’ultima ora, un mai visto “Martirio di San Lorenzo”, del quale si sa solo che è un olio su tela, e non vengono fornite né le dimensioni né una foto completa, ma, e con il contagocce, prima un particolare (il giovane santo mezzo nudo che si divincola non sulla classica graticola, ma “su una tavola avvolta dalle fiamme, la bocca aperta in un muto grido, la mano tesa in un gesto estremo”), poi un secondo particolare.... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU STRILL.IT