Grande successo di pubblico per “Caravaggio a Roma. Una vita dal vero” la rassegna di documenti e opere che hanno rivelato grandi novità sulla vita di Caravaggio. A pochi giorni dalla chiusura, la mostra ha raggiunto i 20 mila visitatori. Ancora un week-end per visitare la straordinaria esposizione inaugurata lo scorso 11 febbraio all’Archivio di Stato di Roma a Sant’Ivo alla Sapienza. Visitabile solo su prenotazione (06.66134.51), fruisce di un servizio di guide di altissimo livello professionale che rende la visita un momento unico per immergersi nel passato, tra i vicoli di Roma, i banchi d'osteria, le botteghe, i luoghi frequentati dal Merisi.
I curatori della mostra si dicono molto soddisfatti e aggiungono “Il riconoscimento della validità della mostra è venuto proprio dal pubblico che in questi mesi ha visitato ininterrottamente l’esposizione, rivolgendoci l’apprezzamento più ambito: essere riusciti a comunicare contenuti inediti o poco noti in maniera suggestiva e affascinante, ma non per questo meno rigorosa. Un modo nuovo per conoscere come visse e lavorò il Caravaggio a Roma”
Una mostra unica, costruita su documenti originali, restaurati e conservati presso lo stesso Archivio, che svelano fatti salienti della vicenda umana e artistica del grande pittore e aspetti finora sconosciuti legati all’ambiente intellettuale, culturale e artistico frequentato dal maestro lombardo nel periodo vissuto a Roma. Accanto ai documenti l'esposizione propone opere eseguite da pittori suoi contemporanei, con alcuni dei quali egli ebbe un rapporto di stima e amicizia, e da lui stesso definiti “uomini valenti” - Annibale Carracci, il Pomarancio, Antonio Tempesta, Giuseppe Cesari detto il cavalier d’Arpino – e da altri con i quali le relazioni furono invece contrassegnate da rivalità e competizione come Giovanni Baglione e Tommaso Salini. Completano la mostra due quadri attribuiti a Caravaggio, il Ritratto di Paolo V Borghese, della collezione privata del Principe Borghese, esposto al pubblico solo una volta nel 1911, e il Davide con la testa di Golia, proveniente da collezione privata, che propongono al visitatore alcuni “quesiti caravaggeschi” sui quali la critica si sta misurando.
Ideata e diretta da Eugenio Lo Sardo, a cura di Orietta Verdi e Michele Di Sivo la rassegna è costruita come una detective story, un’indagine sul campo dove quello che emerge è la vita vissuta dall’artista attraverso le sue parole, i suoi incontri, in un incredibile caleidoscopio di relazioni e una polifonia di voci che, nella suggestiva cornice della sala borrominiana con volta affrescata, conducono il pubblico a conoscere da vicino gli episodi e le vicende della “vita dal vero” di Michelangelo Merisi durante il suo soggiorno romano (1595/96-1606). COLLEGATI AL SITO DELLA MOSTRA