Le ultime, incalzanti vicende della vita del pittor celebre: dalla fuga da Forte Sant’Angelo a Malta nell’ottobre del 1608, fino alla leggendaria morte sulla spiaggia di Porto Ercole nel luglio del 1610. Ripercorreremo, attraverso la Sicilia e Napoli, quel lungo viaggio fatto di soggiorni operosi e brevi, di partenze necessarie e precipitose, di generosi committenti e influenti protettori ed anche di sicari, agguati, ferite. Ci accompagnerà ovunque il suo pensiero per immagini, ovvero le sue opere: quelle visionarie, affollate e dolenti dipinte tra Siracusa, Messina e Palermo e quelle più allusive, violente ed estreme realizzate a Napoli, dove il Caravaggio visse qualche tempo sotto la protezione della Marchesa Costanza Colonna. Dalla capitale del Vicereame, dopo l’ultimo attentato alla sua vita che lo lasciò sfigurato nel volto, Caravaggio si imbarcò con le sue robbe su una feluca alla volta di Roma nella speranza che Paolo V gli facesse grazia del bando capitale che, quattro anni prima, lo aveva costretto a fuggire via - da assassino - dalla città eterna. Invece, in una manciata di giorni - tra il Golfo di Napoli, le coste laziali e lo Stato dei Presidi - si decise la sua sorte tragica che ha fatto di un pittore famosissimo ai suoi tempi, anche un grande eroe della nostra modernità. Fu quella morte solitaria, come molti ripetono, segnata da un destino avverso? O piuttosto, come in pochi sostengono, fu perseguita da un nemico potente e irriducibile? Ad ogni modo, come stanno ad indicare alcune carte, il fatto accadde a Porto Ercole il 18 luglio del 1610. Una data rispetto alla quale non mancherà, nell’occasione dell’incontro, qualcosa di nuovo da osservare e da dire.
Conversazioni d’arte - "Caravaggio: 18 luglio 1610" con Fiora Bellini
Le ultime, incalzanti vicende della vita del pittor celebre: dalla fuga da Forte Sant’Angelo a Malta nell’ottobre del 1608, fino alla leggendaria morte sulla spiaggia di Porto Ercole nel luglio del 1610. Ripercorreremo, attraverso la Sicilia e Napoli, quel lungo viaggio fatto di soggiorni operosi e brevi, di partenze necessarie e precipitose, di generosi committenti e influenti protettori ed anche di sicari, agguati, ferite. Ci accompagnerà ovunque il suo pensiero per immagini, ovvero le sue opere: quelle visionarie, affollate e dolenti dipinte tra Siracusa, Messina e Palermo e quelle più allusive, violente ed estreme realizzate a Napoli, dove il Caravaggio visse qualche tempo sotto la protezione della Marchesa Costanza Colonna. Dalla capitale del Vicereame, dopo l’ultimo attentato alla sua vita che lo lasciò sfigurato nel volto, Caravaggio si imbarcò con le sue robbe su una feluca alla volta di Roma nella speranza che Paolo V gli facesse grazia del bando capitale che, quattro anni prima, lo aveva costretto a fuggire via - da assassino - dalla città eterna. Invece, in una manciata di giorni - tra il Golfo di Napoli, le coste laziali e lo Stato dei Presidi - si decise la sua sorte tragica che ha fatto di un pittore famosissimo ai suoi tempi, anche un grande eroe della nostra modernità. Fu quella morte solitaria, come molti ripetono, segnata da un destino avverso? O piuttosto, come in pochi sostengono, fu perseguita da un nemico potente e irriducibile? Ad ogni modo, come stanno ad indicare alcune carte, il fatto accadde a Porto Ercole il 18 luglio del 1610. Una data rispetto alla quale non mancherà, nell’occasione dell’incontro, qualcosa di nuovo da osservare e da dire.