Sul canale YouTube del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo è disponibile il video “Caravaggio” del Museo e Real Bosco di Capodimonte https://youtu.be/HY9rvClxJxY che racconta e approfondisce il soggiorno napoletano del pittore lombardo e l’eredità lasciata nella città partenopea. Il filmato, con didascalie in lingua inglese, è uno dei tanti contributi che, dall’inizio dell’emergenza coronavirus, musei, parchi archeologici e istituti autonomi statali hanno e continuano a fornire al pubblico a casa per non interrompere il contatto con il loro patrimonio culturale nazionale.
A Napoli Caravaggio arrivò in fuga da Roma, dove era stato coinvolto nell’omicidio di Ranuccio Tomassoni, e visse nella meravigliosa capitale del meridione per complessivi 18 mesi tra il 1606 e il 1610. Il legame di Caravaggio con il territorio ebbe un grande influsso sulla Scuola napoletana e la nascita del naturalismo partenopeo. Sia gli artisti giovani, come Battistello Caracciolo, che quelli già attivi a Napoli, come Fabrizio Santafede, non poterono restare immuni dal realismo caravaggesco. Il soggiorno napoletano procurò a Michelangelo Merisi una grande fama internazionale.
Il racconto e le immagini del filmato si soffermano in particolare su i tre capolavori realizzati da Caravaggio a Napoli: le Sette Opere di Misericordia, un olio su tela di grandi dimensioni, in cui l’artista rivoluziona l’iconografia classica e rappresenta i protagonisti come persone comuni. Le Sette opere di Misericordia si possono ammirare ancora oggi presso il complesso Pio Monte della Misericordia; La Flagellazione di Cristo è un altro olio su tela di grandi dimensioni, commissionato in origine per la chiesa di San Domenico Maggiore e oggi custodito nel museo di Capodimonte. L’opera è concentrata sulla figura del Cristo e i suoi aguzzini che emergono da un’ombra densa e scura; Il Martirio di Sant’Orsola, invece fu eseguito per il banchiere genovese Marcantonio Doria, anche in questo caso Caravaggio stravolge completamente l’iconografia classica. In quest’opera la drammaticità della scena è accentuata dall’uso degli scuri. Sono tutte splendide opere, due delle quali si trovano nel cuore del centro storico di Napoli, che aspettano solo di essere riviste appena l’emergenza sarà terminata.
Con questa iniziativa il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, didattica, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative digitali in atto.
Sulla pagina La cultura non si ferma del sito https://www.beniculturali.it/laculturanonsiferma, in continuo aggiornamento, sono inoltre già presenti diversi contributi dei luoghi della cultura statali.
Roma, 20 aprile 2020
Ufficio Stampa Mibact