Recensione di “Caravaggio. Natività” con un testo di Andrea Camilleri, di Michele Cuppone (su ArtsLife)



Rischia di passare quasi inosservato, tra gli scaffali delle librerie per il formato tascabile e il volume snello, “Caravaggio. Natività” a cura di Filippo Maria Ferro. Edito da Interlinea, l’uscita inaugura la collana “Nativitas” e per questo non poteva andare in stampa in un periodo migliore dell’anno. 
In rare occasioni il critico, cresciuto sotto l’ala di Giovanni Testori, si era dedicato a Merisi. Da ultimo, lo aveva fatto nella prefazione al volume di Franco Moro sui presunti 69 nuovi Caravaggio, che Ferro chiudeva accogliendo la discussa Giuditta trovata di recente in una soffitta a Tolosa. Oggi, l’autore sposta la sua attenzione sull’ultimo, travagliato tempo dell’artista, nel suo costante peregrinare nel Meridione. E si concentra in particolare sul tema della Natività che il pittore affrontò un paio di volte, nell’Adorazione dei pastori (1608-09) di Messina e nella Natività con i santi Lorenzo e Francesco trafugata nel 1969 a Palermo e finita nelle mani della mafia. 
Quest’ultima, dipinta in anni precedenti, vale a dire a Roma (1600) stando alle ultime ricerche. Sarebbe invece napoletana (1606-07) per Ferro, che così recupera, non citando (come accade altrove nel testo) o forse ignorando un’ipotesi di metà Novecento. A ogni modo, per la tela scomparsa lo studioso ammette la genesi romana sulla base di un documento del 1600; ma un’esecuzione appunto più tarda, incompatibile però con lo stesso documento, dove il quadro risulta consegnato nello stesso 1600. 
Comunque non sono le questioni cronologiche, pur avvincenti e affrontate in più passaggi, il cuore del libriccino. Di appena 60 pagine, nelle quali peraltro trova spazio la ripubblicazione di estratti da Andrea Camilleri (unico nome in copertina) e da Renato Guttuso. Del primo, si riportano frammenti da “Il colore del sole”, una sorta di diario siciliano immaginario di Merisi. Del secondo, si attinge da un saggio che rifletteva su Caravaggio come anti accademico e pittore della realtà.
Di suo, il curatore offre un testo che si apprezza per scorrevolezza e taglio narrativo, e che va oltre il mero racconto biografico. Non solo in senso letterale, nel raccontare il ‘dopo Caravaggio’, tra “riverberi napoletani” ed “eredità siciliane” della lezione del maestro. Ma anche per la sensibilità non comune, che si percepisce nel linguaggio e in una certa dote introspettiva, discendente dal fatto che Ferro è persona che eccelle in più campi (insigne psichiatra, oltre che storico dell’arte). È così che si immagina che il lettore si sentirà catturato di pagina in pagina, benché questo piacevole ‘viaggio’ abbia breve durata. 
Chiudono il libro le schede delle due Natività e della copia di quella palermitana – cui ora va ad aggiungersi un’altra copia ancora, nota da una foto di Roberto Longhi e appartenuta al gerarca fascista Luigi Federzoni, pubblicata in queste stesse settimane sulla rivista scientifica “Valori Tattili”. L’autore non manca infine di sottolineare – e bene fa – la fortuna di aver visto in gioventù l’originale, prima del furto. Una ferita mai sanata, ma da cui far nascere una volontà di riscatto e un messaggio di speranza. E proprio ora, più che mai, è tempo di rinascita e di rinnovamento.

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Esce "Caravaggio. Catalogo ragionato delle opere autografe, attribuite e controverse", di Fabio Scaletti

Risultato di anni di lavoro esclusivo, questo catalogo ragionato riunisce l’intera opera di uno dei più grandi nomi dell’arte universale, certo il pittore più rivoluzionario e oggi amato: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. 
In due specifiche sezioni sono ad uno ad uno esaminati e schedati dal punto di vista storico-critico, documentario e scientifico i dipinti riconosciuti originali e tutti quelli di autografia dubbia, dibattuta e comunque non ancora accertata e condivisa, riportando e classificando i pareri della totalità degli studiosi, di ieri e di oggi. L’attenzione viene focalizzata sui casi più importanti e significativi ma si riferiscono anche le attribuzioni più datate o marginali e si dà spazio a quelle che hanno riempito le cronache dei giorni nostri, non dimenticando il tema delle eventuali repliche e censendo le copie antiche esistenti. 
Tutto ciò consente di fare il punto della situazione sugli studi caravaggeschi, mai come ora tanto vitali, effettuando nel contempo un intervento, inderogabile, di assestamento del corpus pittorico dell’artista lombardo. 
La completezza del materiale raccolto e il particolare rigore della trattazione fanno di questo volume una sorta di autorevole “catalogo dei cataloghi” dell’oeuvre caravaggesca. 

Fabio Scaletti, Caravaggio. Catalogo ragionato delle opere autografe, attribuite e controverse, Artstudiopaparo, Napoli, 2017. Due volumi brossurati in cofanetto, cm 24 x 28, 550 pp., 600 ill. a colori e in B/N, euro 140,00.

Michelangelo e Caravaggio, la Fondazione cerca "alleati" per valorizzare la grande mostra (da ForliToday)

L'invito a "'collaborare' al buon esito della grande mostra" è rivolto alle associazioni culturali e le scuole.

Conto alla rovescia all'inaugurazione della mostra "L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio", in onda ai Musei San Domenico dal 10 febbraio al 18 giugno. La Fondazione Cassa di Risparmio ha rinnovato il bando per gli eventi collaterali all'esposizione al fine di "valorizzare non solo l’evento espositivo ma anche l’intero patrimonio culturale della comunità". L'invito a "'collaborare' al buon esito della grande mostra" è rivolto alle associazioni culturali e le scuole.

Il bando si rivolge in particolare, come di consueto, agli enti aventi natura giuridica privata e senza scopo di lucro che possano dimostrare una comprovata esperienza in ambito culturale; agli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti; e agli istituti scolastici di ogni ordine e grado di istruzione (primaria e secondaria). Ferma restando la possibilità di realizzare progetti condivisi attraverso la costituzione di reti di partenariato tra più soggetti non profit (nel qual caso la richiesta dovrà essere comunque presentata dal solo ente capofila) e fermo restando ovviamente il fatto che gli enti richiedenti devono avere la sede legale e/o operativa nel territorio di intervento della Fondazione.

Consuete anche le tipologie di intervento finanziabili (quali, ad esempio le creazioni e rappresentazioni artistiche; le iniziative in ambito teatrale, musicale e coreutico; gli eventi espositivi, installazioni e proiezioni e i convegni, visite guidate, eventi di valorizzazione del patrimonio storico-artistico) e quelle non finanziabili (come, sempre a titolo di esempio, le iniziative già in atto alla data di presentazione della richiesta o che prevedano ..... CONTINUA A LEGGERE SU FORLI TODAY

Mostra-Evento: Caravaggio raccontato da Manara (da La Repubblica)

Dal 9 dicembre al 24 febbraio al Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli 
Via dei Tribunali 214, Napoli


Sedici tavole del maestro del fumetto al Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli sulla vita del leggendario artista di Alessandro Di Nocera

Due anni di lavoro: è questo il tempo che ha impiegato Milo Manara, star internazionale del fumetto e dell’illustrazione, per portare a termine “La Grazia”, album che racchiude la seconda parte della sua indagine biografica sulla figura di Michelangelo Merisi, il leggendario Caravaggio. Il primo capitolo, “La tavolozza e la spada” — pubblicato nel 2015 dall’etichetta Panini 9L — era stato presentato in anteprima nazionale al Napoli Comicon, il festival partenopeo dedicato al fumetto e all’entertainment, suscitando grande interesse e consensi anche nel mondo accademico, che ne riconobbe, pur attraverso il filtro dell’interpretazione narrativa e della visionaria potenza grafica, l’accuratezza scientifica e la verosimiglianza storica.
Una scelta immaginifica, quello di Manara, sicuramente derivante dalle sue frequentazioni con Federico Fellini (impossibile non andare con la memoria all’analogo approccio presente in film come “Casanova” o “Satyricon”) e Alejandro Jodorowsky, assieme al quale realizzò la saga “I Borgia”, contenente una surreale sequenza ambientata in una Napoli rinascimentale perfettamente ricostruita. Anche l’erotismo, tratto distintivo dell’opera omnia del maestro veneto, in “Caravaggio” assume una funzione di medium: il contrasto originato dalla presenza delle splendide, idealizzate donne di Manara inserite in scenari cupi e decadenti (con soluzioni visive ricavate dai capricci settecenteschi e perfino da Piranesi) trasmette, infatti, tutta la passione e la sofferenza che permeano la vera arte.
Adesso otto tavole tratte dal secondo tomo ancora inedito di “Caravaggio” — Panini 9L lo lancerà nella primavera del 2018 — verranno esposte, assieme ad altrettante pagine scelte da “La tavolozza e la spada”, in una mostra che aprirà i battenti il 9 dicembre, e alla quale il pubblico potrà accedere ogni sabato mattina fino al 24 febbraio, per un totale di dodici appuntamenti. La location o de “Il Caravaggio di Manara” — questo il titolo della personale — sarà il CartaStorie, ovvero ..... CONTINUA A LEGGERE SU REPUBBLICA.IT

"Il ‘Natale’ rubato di Caravaggio rivive in un inedito video d’epoca. La storia", di Michele Cuppone (su Artribune)

Fotogrammi inediti della Natività di Palermo di Caravaggio da un video degli anni '60. E da ricerche di Michele Cuppone e Roberta Lapucci riemerge una copia sconosciuta del quadro


La Natività con i santi Lorenzo e Francesco di Caravaggio, trafugata nell’ottobre 1969 dall’oratorio di San Lorenzo a Palermo e finita in mano alla mafia, diventa sempre più un ricordo lontano nel tempo, a mezzo secolo dalla sua scomparsa. Ultimamente, si è ridata in qualche modo nuova vita alla tela, con una riproduzione ‘hi-tech’ voluta e realizzata da Sky che ha preso il posto dell’originale. Conosciamo quest’ultimo in particolare attraverso un paio di scatti a colori: la diapositiva di Enzo Brai del 1967 e la foto, ben più nitida, degli Archivi Scala del 1964. Ciò che risalta all’occhio, nella commovente bellezza e pacatezza della scena, è l’assonanza con i quadri della prima maturità romana di Caravaggio, in particolare con i celebri dipinti della cappella Contarelli. E difatti, nuove scoperte d’archivio (e non solo) hanno appurato che la tela fu eseguita contemporaneamente a quelli nel 1600, dunque a Roma e da lì spedita a Palermo, e non in Sicilia nel 1609 come si credeva.

IL PRESEPE PALERMITANO 
A ogni modo, il Presepe palermitano sopravvive, benché per pochi fotogrammi, anche in rari filmati d’epoca. Pubblichiamo – per la prima volta online – un estratto da Lo scultore degli angeli, importante documento audiovisivo trovato di recente e che rischiava di essere perduto per sempre. Giaceva infatti abbandonato, assieme ad altro materiale non classificato, nei locali dell’istituto zootecnico di Palermo. Non è chiaro come fosse finito lì, in un posto tra i più impensabili, ma il caso vuole che nel fare pulizia e prima di disfarsi di ogni cosa, sia stato contattato il regista concittadino Sergio Gianfalla, che ha colto subito il valore del reperto. La pellicola, un 16 mm della durata di 10’30’’, dedicata alle decorazioni in stucco di Giacomo Serpotta che impreziosiscono luoghi sacri del capoluogo siciliano, parte proprio dall’oratorio di San Lorenzo. E si sofferma per qualche secondo sulla Natività – “reputata l’ultima opera del celebre pittore” recita il narratore secondo una vecchia ipotesi. Ma tanto basta per riaccendere l’emozione che ancora trasmette il capolavoro di Michelangelo Merisi, una delle sue prime pale d’altare (se non la prima in assoluto).

LA RICERCA DI GIANFALLA 
Gianfalla, appassionatosi al tema, ha condotto una personale ricerca che lo ha portato a scoprire che cortometraggi come questo, proiettati nelle sale cinematografiche prima dei film, venivano realizzati nella prima metà degli anni ’60 per concorrere all’erogazione di uno speciale “premio di qualità”. Di più, è risultato provvidenziale il suo intervento di digitalizzazione del nastro, poiché questo nel frattempo si è deteriorato irrimediabilmente. In ogni modo, Rai Teche fortunatamente custodisce, consentendone la visione su richiesta, il servizio in bianco e nero Il melodramma di stucco interamente girato a San Lorenzo (e dove ancora una volta protagonista è Serpotta). Questo andò in onda, all’interno della trasmissione Capolavori nascosti, nell’agosto 1969, giusto due mesi prima della sparizione del Caravaggio. Tanto che si arrivò a dire che potrebbe aver generato particolari interessi sul dipinto (paradossalmente fino a quel momento poco noto agli stessi palermitani), che avrebbero spinto a commissionarne il furto.

LE SORPRESE SUL FRONTE ICONOGRAFICO 
Comunque le sorprese sul fronte iconografico non finiscono qui. A Castello Ursino a Catania è custodita la finora ritenuta unica copia del quadro, molto fedele, dipinta da Paolo Geraci nel 1627-1628. Ed ecco invece che ora, in una ricerca congiunta tra chi scrive e Roberta Lapucci pubblicata nella rivista scientifica Valori Tattili, è stata reperita nella fototeca del famoso storico dell’arte Roberto Longhi una foto di un’altra copia antica, con poche varianti. Mistero nel mistero, ne è ignota l’ubicazione attuale; forse il quadro andò disperso durante la seconda guerra mondiale: apparteneva al gerarca fascista Luigi Federzoni.
La citata documentazione fotografica e audiovisiva non potrà in nessun modo colmare il vuoto incommensurabile lasciato nel patrimonio storico-artistico universale dal dipinto, peraltro inserito nella Top Ten mondiale dei furti d’arte stilata dall’FBI. Ma certo questi nuovi studi e scoperte riaccendono i riflettori sulla Natività, immeritatamente poco conosciuta, tenendo sempre viva la pur fioca speranza di una restituzione alla collettività.

‒ Michele Cuppone

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Caravaggio sbarca sul grande schermo, con la voce di Manuel Agnelli

Bisognerà attendere solo pochi mesi per ascoltare la storia di Michelangelo Merisi da Caravaggio in versione cinematografica. Il 19, il 20 e il 21 febbraio 2018 i grandi schermi italiani faranno da cornice a Caravaggio ‒ L’Anima e il Sangue, il nuovo film d’arte dai creatori di Firenze e gli Uffizi e Raffaello, il Principe delle Arti, prodotto da Sky e Magnitudo Film e dedicato a uno degli artisti più controversi e amati di sempre. 
La pellicola offrirà un emozionante viaggio attraverso la vita, le opere e i tormenti di Caravaggio, dando risalto ai luoghi in cui l’inquieto artista visse e a quelli che ancora oggi custodiscono alcune tra le sue opere più note ‒ come Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta. Il film ‒ che ha ottenuto il riconoscimento del MiBACT – Direzione Generale Cinema e il Patrocinio del Comune di Milano ‒ è stato realizzato in collaborazione con Palazzo Reale e con il Centro Televisivo Vaticano, con il supporto di Malta. 
A rendere ancora più avvincente la trama contribuiscono la consulenza scientifica di Claudio Strinati ‒ storico dell’arte esperto di Caravaggio, che nel film indaga la stretta correlazione fra l’artista e le sue opere ‒ e gli interventi di Mina Gregori, presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, e di Rossella Vodret, curatrice della mostra Dentro Caravaggio, in corso presso il Palazzo Reale di Milano, che illustrerà i risultati dei più recenti studi sulla tecnica pittorica dell’artista. 
Un’approfondita ricerca documentale negli archivi che custodiscono traccia del passaggio dell’artista guiderà il pubblico sulle tracce di Caravaggio, alla scoperta del suo travagliato vissuto e delle sue opere ‒ quaranta delle quali prese in esame dal film ‒ che, grazie all’impiego di evolute elaborazioni grafiche, sembreranno prendere vita, suggerendo una percezione quasi tattile. Una serie di scene fotografiche e simboliche ambientate in un contesto contemporaneo restituiranno, inoltre, tutta la contemporaneità di Caravaggio. 
L’attualità dell’animo di Caravaggio sarà trasmessa anche da colui che gli presterà la voce, il talentuoso frontman degli Afterhours, Manuel Agnelli. Un alter ego capace di tradurre in parole le tante anime di Caravaggio, anche le più impetuose. Il film, girato in formato Cinemascope 2:40 e una delle prime produzioni in Italia realizzate in 8K, conta sulla direzione artistica per Sky di Cosetta Lagani, mentre il produttore esecutivo per Magnitudo Film è Francesco Invernizzi. La sceneggiatura è di Laura Allievi e la regia è affidata a Jesus Garces Lambert, che ha firmato documentari per Sky e per importanti network televisivi internazionali, tra i quali National Geographic, BBC, ZDF, CBS, Arte. Dopo l’esordio italiano, la pellicola approderà nelle sale cinematografiche mondiali, distribuita da Nexo Digital. (fonte: Sky Arte).

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Nuova serie di articoli caravaggeschi su About Art online


About Art online pubblica in questi giorni una serie di articoli su tematiche caravaggesche, che si elencano di seguito:

Il volto misterioso della Maddalena addolorata di Caravaggio, di don Alessio Geretti

La difficile condizione delle donne al tempo di Caravaggio; un punto di vista socio sanitario, di Paolo Nucci Pagliaro

I “Suonatori di liuto” e l’“Amore vincitore”, di Emilio Negro

Il Caravaggio dopo Caravaggio, da Napoli a Milano (dal CORRIERE DELLA SERA)

Il 30 novembre alle Gallerie d’Italia a Milano apre la mostra «L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri» realizzata da Intesa Sanpaolo con i Musei di Strada Nuova di Genova.

di Stefano Bucci

Un simbolo praticamente perfetto di Caravaggio e della sua lezione. Questo è il Martirio di Sant’Orsola, ultima sua opera conosciuta, datata 1610: lo stesso anno della morte. Una lezione, quella di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610), che fino al 1640 si ritrova fortissima in tutti luoghi dove l’artista aveva soggiornato (Roma, Napoli, l’Italia meridionale).

A quest’influenza è dedicata la mostra L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri, che si apre il 30 novembre a Milano alle Gallerie d’Italia (fino all’8 aprile), realizzata da Intesa Sanpaolo in partnership con i Musei di Strada Nuova di Genova e in collaborazione con l’Università degli Studi. E dove il Martirio, abitualmente conservato a Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli (nella Collezione Intesa Sanpaolo) arriva direttamente da un’altra della mostre evento di quest’anno, Dentro Caravaggio, sempre a Milano, ma a Palazzo Reale, che l’aveva finora «ospitata».

Sono oltre 50 le opere esposte alle Gallerie d’Italia firmate da seguaci di Caravaggio (Battistello Caracciolo, Ribera) e da nuovi maestri (Rubens, Van Dyck, Procaccini e Strozzi). «Con questa mostra — ha spiegato Giovanni Bazoli, presidente ..... CONTINUA A LEGGERE SU CORRIERE DELLA SERA

Il tempo tra Michelangelo e Caravaggio, in mostra a Forlì (da ARTSLIFE.IT)

L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio, dal 10 febbraio al 17 giugno 2018 a Forlì.

Per la prima volta utilizzata come sede espositiva la Chiesa di San Giacomo Apostolo.

Il complesso museale San Domenico di Forlì annuncia, dal 10 febbraio al 17 giugno 2018, L’Eterno e il tempo tra Michelangelo e Caravaggio, mostra che documenta quello che è stato uno dei momenti più alti e affascinanti della storia occidentale. Gli anni che idealmente intercorrono tra il Sacco di Roma (1527) e la morte di Caravaggio (1610); tra l’avvio della Riforma protestante (1517-1520) e il Concilio di Trento (1545-1563); tra il Giudizio universale di Michelangelo (1541) e il Sidereus Nuncius di Galileo (1610) rappresentano l’avvio della nostra modernità.

A essere protagonisti al San Domenico saranno il dramma e il fascino di un secolo che vide convivere il tramonto di del Rinascimento -in cui si pensava si fosse raggiunta la perfezione artistica- e il procedere di un nuovo e luministico orizzonte, con i grandi capolavori del Manierismo.

L’istanza alla Chiesa di Roma di un maggiore rigore spirituale, se da un lato produceva una rinnovata difesa delle immagini sacre, dall’altro imponeva una diversa attenzione alla composizione e alla ..... CONTINUA A LEGGERE SU ARTSLIFE.IT

Caravaggio contemporaneo (di Francesco Zucconi, da DoppioZero)

Mai come oggi tanto attuale, Caravaggio. Ben più che attuale, se con questo termine si intende semplicemente “corrente”: contemporaneo. Per contare gli eventi dedicati, solo nel corso degli ultimi anni, al pittore di origine lombarda, non basterebbe un articolo intero. Di sicuro, non bastano tutte le dita delle mani che si trovano nei suoi dipinti, del resto quasi sempre impegnate a stringere un corpo, a sperimentare i limiti del senso del tatto, oppure a indicare qualcosa di indeterminato, qualcosa di ambiguo, presente, da qualche parte, nel visibile o nell’invisibile.

Limitandoci a due esempi recenti, si pensa prima di tutto alla mostra Dentro Caravaggio, inaugurata il 29 settembre a Palazzo Reale di Milano, dove dipinti come Salomé con la testa del Battista (1607 o 1610) e San Francesco in estasi (1597) sono esposti fianco a fianco con le loro radiografie, che invitano lo spettatore a scoprire la stratigrafia creativa dell’opera d’arte. In secondo luogo, si può ricordare la serie di dodici puntate, trasmessa su Rai 5, La vera natura di Caravaggio (2017), ideata e condotta da Tomaso Montanari: una puntuale ricostruzione del percorso artistico del Merisi e della traccia incisiva lasciata nella tradizione visiva seicentesca. Ma, a ben vedere, neppure una grande mostra come quella milanese e neppure un moderno “critofilm” sembrano sufficienti a contenere un’attualità che esorbita dai confini della storia dell’arte e si impone nel di scorso mediatico contemporaneo.

Rintracciamo citazioni di Caravaggio e forme di caravaggismo dappertutto: nei chiaroscuri delle drammatiche foto che ogni anno vincono il World Press o altri premi, scattate in luoghi lontani del mondo; nei gesti incarnati che hanno caratterizzano il salvataggio del piccolo Pasquale, intrappolato nelle macerie di una palazzina di Casamicciola, durante il terremoto di Ischia dell’agosto appena passato. Addirittura, si fa ricorso ..... CONTINUA A LEGGERE SU DOPPIOZERO.IT

In libreria “Il mistero dell’angelo perduto” di Paolo Jorio e Rossella Vodret (da Sololibri.net)

Skira nella collana StorieSkira pubblica “Il mistero dell’angelo perduto” (2017, pp. 144, euro 16,00), romanzo di Paolo Jorio e Rossella Vodret che rievoca l’avventurosa storia di un capolavoro di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (Milano, 29 settembre 157-Porto Ercole, 18 luglio 1610), forse andato in fumo.

La copertina del volume raffigura la ricostruzione del mirabile dipinto San Matteo e l’Angelo che il pittore lombardo dipinse nel 1599. L’opera acquistata da Vincenzo Giustiniani, banchiere, collezionista e intellettuale, passò ai Musei di Berlino nel 1815 e scomparsa verso la fine della II Guerra Mondiale nell’incendio della Flakturm Friedrichshain, dove migliaia di opere d’arte (tra cui dipinti di Caravaggio, Rubens, Goya), furono distrutte dalle fiamme.

Pur facendo riferimento a fatti e personaggi reali, frutto di un’attenta ricostruzione degli avvenimenti, Paolo Jorio e Rossella Vodret hanno intrecciato storia e fantasia, liberamente ispirandosi a due donne speciali del secolo scorso, una russa e l’altra moldava, che hanno avuto ruoli non marginali nello spionaggio sovietico e nella Resistenza francese, prima e durante il secondo conflitto mondiale e rivestendo, al termine, importanti incarichi nel mondo ..... CONTINUA A LEGGERE SU SOLOLIBRI.NET

A Milano, Caravaggio arriva a teatro (da Finestre dell'Arte)


Dal 21 al 26 Novembre, lo spettacolo teatrale “Io, Caravaggio” andrà in scena al Teatro Franco Parenti di Milano.

Ispirato al romanzo di Dominique Fernandez “La Course à l’abîme”, lo spettacolo è stato presentato per anni, a partire dal 2010, a Parigi e in tutta la Francia e ora arriva in Italia in una nuova versione con Cesare Capitani, interprete e autore dello spettacolo, e Laetitia Favart.

Caravaggio rivive davanti agli occhi dello spettatore: l’infanzia nel piccolo borgo lombardo, l’approccio alla pittura, i primi problemi con la giustizia, la fuga a Roma nella speranza di fare fortuna. Nella Città Eterna il giovane Michelangelo Merisi, grazie a pochi quadri carichi di una forza e di un erotismo mai visti, sconvolge la pittura e raggiunge la gloria. I potenti se lo contendono, i cardinali lo proteggono e rapidamente diventa il pittore ufficiale della Chiesa.

Ma Caravaggio è un uomo dal carattere violento e solitario: rifiuta ogni compromesso, ogni vantaggio che il suo talento e i suoi contatti potrebbero garantirgli. Il suo modo di vivere è una costante provocazione, un affronto continuo alla morale e i processi a suo carico si moltiplicano: passa lunghi periodi in prigione, assapora il gusto ..... CONTINUA A LEGGERE SU FINESTREDELLARTE.IT)

17 novembre 2017: Una serata dedicata all’arte e a Caravaggio


Appuntamento per venerdì 17 novembre, alle ore 21, alla Sala Consiliare di Piazza Mazzini


Una serata dedicata all’arte di Caravaggio. E’ organizzata dall’assessorato alla cultura con il titolo di “Tommaso, uno di noi”, l’incredulità di Tommaso: un viaggio nella Storia dell’Arte e nella pittura di Caravaggio”. Relatore della serata il professor Angelo Croci. Appuntamento per venerdì 17 novembre, alle ore 21, alla Sala Consiliare di Piazza Mazzini. (fonte: VARESENEWS)

Un Caravaggio alto nove metri al Policlinico di Roma (da VARESENEWS)

L'artista varesino Andrea Ravo Mattoni sta realizzando un murales sulla facciata della struttura ospedaliera romana


È iniziata il 10 novembre, per proseguire fino al 20 novembre, l’opera dell’artista Andrea Ravo Mattoni (nella foto sopra vicino al murales di Varese), che riprodurrà il dipinto “Le sette opere della Misericordia” di Michelangelo Merisi (1571- 1610), noto come il Caravaggio, su una delle due pareti esterne della Residenza Sanitaria di Ospitalità Protetta, struttura dedicata a pazienti e familiari del Policlinico Universitario A. Gemelli che hanno necessità di un alloggio confortevole a pochi passi dall’ospedale.

L’artista varesino Ravo sta perseguendo l’ambizioso e originale progetto di creare una pinacoteca diffusa a cielo aperto di dipinti classici dal 1400 al 1800, riprodotti su muri pubblici o aperti al pubblico. Il suo primo murales, all’interno di questo ..... CONTINUA A LEGGERE SU VARESENEWS

Il genio di Caravaggio spiegato ai bambini (da IlGiornale.it)

Una forte fonte di luce, un cavalletto, alcuni pennelli e un drappo di colore rosso: siamo nello studio di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, dove bambini e ragazzi vengono accompagnati a scoprire l'artista che illuminava il buio, capace di catturare l'attimo e fermare sulla tela la bellezza e la forza delle emozioni.


È «Caravaggio e la luce dipinta», l'originale percorso elaborato dalla Sezione Didattica di Palazzo Reale che, in uno spazio appositamente allestito all'interno della mostra, accoglierà i piccoli visitatori in un affascinante viaggio alla scoperta del pittore. Pensato e realizzato per le scuole dalle educatrici del Comune di Milano, il percorso didattico sarà disponibile anche per bambini e ragazzi dai 5 ai 16 anni accompagnati dalle loro famiglie in quattro appuntamenti speciali: 13 novembre, 27 novembre, 11 dicembre e 15 gennaio alle ore 17.

«L'eccezionale lavoro di promozione artistica e di innovazione educativa delle sezioni didattiche del Comune di Milano sottolinea la vicesindaco e assessore all'Educazione, Anna Scavuzzo è rivolto innanzitutto agli alunni delle scuole, ma è importante che la qualità dei percorsi pensati per le classi sia accessibile ..... CONTINUA A LEGGERE SU ILGIORNALE.IT

Presentazione il 13 novembre a Milano de “Il respiro del Caravaggio”, con Mariarita Signorini


Lunedì 13 novembre alle ore 17, a Palazzo Reale nella sala Conferenze in piazza Duomo 14 a Milano, Mariarita Signorini presenta il libro: “Il respiro del Caravaggio”, edizioni Delmiglio, dedicato al restauro del San Francesco di Caravaggio, conservato presso il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona. Con l’autore sarà presente Marco Tanzi, dell’Università del Salento.

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"Problemi caravaggeschi. Da Carlo Bonone ad Antonio Giarola", conferenza di John Gash a Ferrara il 7 novembre



Il ciclo Il Museo. Dentro e intorno ospiterà, martedì 7 novembre, la seconda delle conferenze Intorno Bononi. Interverrà il prof. John Gash dell’Università di Aberdeen parlerà di Problemi Caravaggeschi: da Carlo Bonone ad Antonio Giarola
Sono ancora molti i quesiti che circondano l’opera di Caravaggio e dei suoi seguaci. Nella sua conferenza il Professor Gash affronterà le problematiche di iconografia, ma soprattutto, di attribuzione attorno ad alcuni specifici dipinti. In particolare, ci parlerà di due quadri attribuiti allo stesso Caravaggio, dell’identità di certi pittori caravaggeschi “anonimi”, come il cosiddetto Pensionante del Saraceni, e di alcuni “bei quadri individuali” ancora in cerca d’autore, come La Liberazione di San Pietro degli Uffizi, in passato erroneamente attribuito a Carlo Bonone. 
L’appuntamento è alle ore 17:00 nel Salone d’onore della Pinacoteca Nazionale di Ferrara. 
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

La Roma in chiaroscuro di Caravaggio, documentario su ARTE con Michele Cuppone



È andato in onda il 6 ottobre 2017, all'interno della trasmissione "Invitation au voyage" / "Stadt Land Kunst" sulla tv franco-tedesca ARTE, "La Rome claire obscure du Caravage" / "Im helldunkel-Rom von Caravaggio"
Nel documentario, Michele Cuppone conduce lo spettatore sui luoghi che costituirono il teatro stabile del quotidiano e spesso irrequieto vissuto di Michelangelo Merisi, ricordando alcuni momenti significativi della sua biografia e carriera artistica, che trova un simbolico baricentro in Piazza Navona.
"La Roma in chiaroscuro di Caravaggio" ruota attorno all'idea del regista Frédéric Massot di far vedere la città attraverso gli occhi di Caravaggio e, come illustrato da Michele Cuppone nel corso della sua intervista, l'artista fa scendere letteralmente la dimensione celeste nelle strade di Roma. Le stesse, che è possibile ripercorrere a piedi, nel tessuto urbanistico del centro storico rimasto pressoché intatto dagli inizi del Seicento a oggi. 
Si possono rivedere in streaming le versioni francese e tedesca del documentario, che ospita anche interventi di Roberta Bernabei e Maria Antonietta Visceglia, sulla pagina web di ARTE.


Vittorio Sgarbi porta a Catania “Da Giotto a de Chirico. I Tesori nascosti”

In mostra a Catania fino al 20 luglio 2018 la Maddalena addolorata di collezione privata, da alcuni studiosi attribuita a Caravaggio

Da domani (e fino al 20 maggio 2018) il Castello Ursino di Catania ospiterà “Da Giotto a de Chirico - I Tesori nascosti”. La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, è un progetto di Contemplazioni, con il patrocinio del Comune di Catania, promossa da Fenice Company Ideas e dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, con il sostegno di SAC e di Confcommercio Catania, SNAG (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai), FIT (Federazione Italiana Tabaccai) e Sostare. 
L’obiettivo di questa grande esposizione è raccontare attraverso preziosi tesori “nascosti” lo svolgimento della storia dell’arte italiana, da Giotto, l’artista che ha rinnovato la pittura, così come Dante, suo contemporaneo, è ritenuto il “padre” della lingua italiana, a Giorgio de Chirico che, affascinato dell’arte antica, fu il principale esponente della pittura metafisica, attraverso la quale tentò di svelare gli aspetti più misteriosi della realtà. La mostra nasce dal desiderio di illustrare, attraverso una ragionata selezione, il Tesoro d’Italia “nascosto e protetto” nelle più importanti raccolte private italiane. In un arco temporale di oltre sette secoli, dalla fine del Duecento alla metà del Novecento, da Giotto a de Chirico, si dà conto dell’evoluzione degli stili, delle correnti e degli snodi fondamentali della storia dell’arte italiana. La mostra offre altresì al visitatore un’ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli artisti, da quello sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta. 
La “Madonna” di Giotto e due teste muliebri marmoree, prime sculture “italiane” riferite a un maestro federiciano della metà del Duecento, aprono la straordinaria galleria, dove sono raccolti capolavori come la “Madonna in trono con il Bambino” di Antonello de Saliba (1497), la “Madonna in gloria con i santi Antonio da Padova e Michele Arcangelo” di Severo Ierace (1528 circa), la “Vergine Maria” di Paolo Veronese (1565-1570), “Maddalena addolorata” di Caravaggio (1605-1606) [...]

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“La natura morta al tempo di Caravaggio”, due giornate di studi, una mostra ed altro ancora, di Nicosetta Roio

Chiuso il Convegno di Studi Caravaggeschi. Dal Palazzo del cardinal Del Monte nuovi spunti e approfondimenti

Confortata dal clima benevolo di una delle più dolci ottobrate degli ultimi anni, anche quest’anno si è svolta la ormai consueta “due giorni” di studi caravaggeschi nelle ospitali sale al pianterreno del Palazzo Museo che sorge nel cuore di Monte Santa Maria Tiberina, la storica dimora dei Marchesi Bourbon del Monte nota per vantare tra i suoi più illustri componenti il cardinale Francesco Maria, tra i primi e più importanti committenti di Michelangelo Merisi da Caravaggio
Nate da una prima idea di Maurizio Marini, nel corso degli anni le giornate di studio dedicate al sommo pittore lombardo hanno visto via via salire, tra le belle colline coperte da castagni, lecci, faggi e querce, i migliori specialisti d’arte caravaggesca italiani e stranieri, sempre egregiamente accolti dalla generosa ospitalità del Comune di Monte Santa Maria Tiberina, ora guidato dalla giovane e attivissima sindaca Letizia Michelini, ente patrocinatore degli eventi promossi dalla Libera Accademia di Studi Caravaggeschi.
Deus ex machina dell’organizzazione dell’intenso programma è stato ancora una volta l’infaticabile Pierluigi Carofano che ha affidato la direzione del pomeriggio di studi di sabato 21 e la mattinata della domenica 22 ottobre 2017, rispettivamente a Paolo Nucci Pagliaro e Pietro di Loreto, attenti ed equilibrati moderatori di un evento confortato dalla presenza di un pubblico – interessato e, vivaddio, costruttivamente “rumoroso” – che, dopo aver occupato tutti i posti disponibili, non ha mancato di intervenire negli accesi dibattiti conclusivi. Decisamente non trascurabile la mostra collaterale alle due tornate di studio, entrambe intitolate La natura morta al tempo di Caravaggio: i dipinti esposti per l’occasione sono stati studiati da Pierluigi Carofano, Alberto Cottino, Franco Paliaga e Antonio Vignali e l’elegante pubblicazione che correda l’esposizione ospita anche un saggio introduttivo di Alberto Cottino e Franco Paliaga sulla natura morta romana (edizione Etgraphiae, Roma–Cartograf, Foligno). 
Moltissime le novità messe in evidenza fin dal primo intervento di Cottino (Tra Tommaso Salini e lo pseudo Salini: molti problemi, poche certezze e qualche nuovo spunto), in cui, contrariamente al titolo doverosamente prudente, non sono mancate nuove importanti acquisizioni e chiarimenti intorno alla produzione saliniana di nature morte, specie quelle con “verdure” – solitamente “trascurate” dagli antichi inventari -, non ultima la scritta “Mao fec.” emersa sotto il rintelo di un dipinto con Ortaggi o quella con la problematica data “1608”, la cui non agevole interpretazione è stata spiegata da Simona Sperindei con l’ausilio di appropriate immagini scientifiche. 
Notturno caravaggesco tra natura e allegoria: le Sette opere di Misericordia è il titolo dello studio presentato da Dalma Frascarelli che ha sostenuto il potente valore simbolico dei soli due dipinti del Merisi – la Cattura di Cristo di Dublino e le Sette opere di Misericordia di Napoli – definibili realmente come “notturni” (poiché vi sono presenti dei lumi artificiali che sottintendono come le situazioni siano avvenute al buio), dimostrando come invece i suoi seguaci interpretarono queste sue profonde espressioni simbolico-allegoriche in chiave sostanzialmente scientifica, naturalistica e fenomenica [...]

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Andrea Ravo Mattoni, un murales alto nove metri al Policlinico di Roma


Un murale lungo nove metri. Andrea Ravo Mattoni, il writers varesino che si è fatto conoscere per il suo murales del Caravaggio in viale Belforte a Varese, sarà a Roma per realizzarne uno ancora più grande.
L’artista infatti, è stato chiamato dal Policlinico Gemelli di Roma per dipingere una parete esterna dell’Ospedale. Nei prossimi mesi sarà impegnato nel realizzare un murales alto nove metri, tre piani, dove raffigurerà con le bombolette spray le “Sette opere di misericordia” di Caravaggio [...]

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L'intervista di Susanna Rotunno di RAINEWS a Roberto Ando' sul film del furto della Natività del Caravaggio


Sono da poco iniziate a Roma le riprese del nuovo film di Roberto Andò, Una storia senza nome. Una trama complessa che ruota intorno al misterioso furto, realmente avvenuto a Palermo nel 1969, di un celebre quadro di Caravaggio, la Natività, mai più ritrovato. Susanna Rotunno è andata sul set e ha incontrato il regista.

Giornate di studi "La natura morta al tempo di Caravaggio", 21-22 ottobre a Monte Santa Maria Tiberina



Sono state presentate presso la Sala stampa della Camera dei Deputati a Roma le Giornate di studi sul Caravaggio che animeranno il Comune di Monte Santa Maria Tiberina nel mese di ottobre. Alla presenza dell'on. Giampiero Giulietti, il sindaco del comune altotiberino Letizia Michelini insieme al prof. Pietro Di Loreto della Libera Accademia degli studi caravaggeschi, ha illustrato l'iniziativa che, oltre a valorizzare e promuovere il borgo di Monte Santa Maria Tiberina, intende dare vita anche ad importanti momenti di approfondimento culturale. 
Il 21 e 22 ottobre, sarà anche l'occasione per ricordare il legame di Caravaggio con Monte Santa Maria Tiberina e la figura di Maurizio Marini, che diede origine alle giornate di studio. Il sindaco Michelini ha sottolineato l'importanza di un'iniziativa che vedrà arrivare studiosi e storici dell'arte di spessore nazionale ed internazionale per discutere dell'arte sublime del Merisi. Come affermato dallo storico Pietro Di Loreto, della Libera Accademia degli studi caravaggeschi, l'edizione di quest'anno sarà incentrata sullo studio della natura morta, proponendo un'analisi approfondita e dettagliata del Caravaggio. Nel corso della conferenza stampa è stata poi espressa la volontà di istituire una borsa di studio per giovani studiosi del Caravaggio e di altri artisti del Seicento, proprio per promuovere l'approfondimento e lo studio di un pezzo importante dell'arte italiana strettamente collegato con la storia di Monte Santa Maria Tiberina (fonte: Valtiberina.it)


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Fantagraphic. Il Caravaggio più avventuroso (da ARTRIBUNE)


Giuseppe De Nardo & Giampiero Casertano, Uccidete Caravaggio! (Sergio Bonelli Editore, 2017). Copertina

Dal 29 settembre 1571, data di nascita di Michelangelo Merisi da Caravaggio, sono trascorsi 446 anni. Ma in questo mezzo secolo la fama del pittore non ha scemato, anzi. 

E gli omaggi ai chiaroscuri della sua vita, oltre che della sua arte, continuano: anche col fumetto popolare della premiata scuderia Bonelli. Già dieci anni prima della epocale e definitiva riabilitazione critica da parte di Roberto Longhi, Amedeo Nazzari interpretò al cinema Caravaggio, il pittore maledetto, film debitamente in bianco e nero diretto con una controversa magniloquenza da Goffredo Alessandrini (il regista dei “telefoni bianchi” che aveva firmato anche il famoso Luciano Serra, pilota e che fu marito di Anna Magnani). Si ricorda piuttosto con tutt’altro favore lo sceneggiato televisivo in tre puntate che la Rai dedicò al pittore lombardo nel 1967, e per la regia di Silverio Blasi, caratterizzata da drammatiche ombre profonde, e per l’intensa interpretazione da parte di un Gian Maria Volonté ancor giovane. 

Rimanendo al cinema, neppure va dimenticato lo strambo e sensuale Caravaggio di Derek Jarman, del 1986, infarcito di curiosi anacronismi e particolarmente caro al pubblico omosessuale. Sulla sessualità piuttosto libera, chiamiamola così, del pittore si concentra naturalmente anche Caravaggio, La tavolozza e la spada, il volume a fumetti realizzato nel 2015 da Milo Manara, che sta per farne uscire adesso un seguito. Manara, come prevedibile, insiste in modo speciale sulle nudità femminili delle prostitute romane che facevano occasionalmente anche da modelle; il che, detto sinceramente, distrae non poco dalla verità della vita del Merisi. Molto più onesto appare allora questo "Uccidete Caravaggio!", altra interpretazione a fumetti portata oggi in libreria dalla corazzata nazionale ..... CONTINUA A LEGGERE SUL SITO DI ARTRIBUNE

«Caravaggio inSegni!», l'arte raccontata in Lis, tablet e guida bilingue al Pio Monte della Misericordia (da IlMattino.it)


Al Pio Monte della Misericordia si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di "Caravaggio inSegni! - L'arte raccontata in Lis, tablet e guida bilingue": un nuovo progetto di integrazione culturale, di sensibilizzazione e di turismo accessibile si presenta ufficialmente, per la prima volta in assoluto, al sito storico di via dei Tribunali n° 253. Il progetto, ideato dal Pio Monte della Misericordia e l'associazione culturale Curiosity Tour, è un nuovo modus di approcciarsi e visitare l'indiscusso capolavoro del "Caravaggio" e le altre importanti opere custodite all'interno dell’antico istituto napoletano. Rinnovando la sinergia di lavoro tra le parti, ora le visite guidate – a partire da domenica 8 ottobre – saranno possibili in bilingue, italiano e lingua dei segni (Lis), in modo da creare realmente integrazione tra i visitatori non udenti e udenti, e anche in maniera tecnologica con l'uso di nuovi tablet. Il progetto nasce in collaborazione con laScuola Counselis e ambisce, abbattendo barriere di ogni tipo, a far avvicinare"ogni bambino, ogni donna e ogni uomo" a uno dei luoghi più emblematici di Napoli: il Pio Monte della Misericordia. 

Il progetto di turismo accessibile “Caravaggio InSegni!” è fruibile dal giorno 8 ottobre 2017. Il collegamento ai dettagli dell'evento sarà sempre reperibile sul sito web www.curiositytournapoli.it, nella sezione “We Love Lis” dell'associazione Curiosity Tour e sul sito del Pio Monte della Misericordia- in modo continuativo per tutto l'anno accademico 2017/2018. Da esso si accederà a un menù che propone la presentazione del progetto, il suo funzionamento e la piantina del Pio Monte della Misericordia, dove sono indicate ..... CONTINUA A LEGGERE SU ILMATTINO.IT

“'Il S. Francesco in piedi del Caravaggio' nello spoglio di fonti antiche e moderne", di Michele Cuppone

Il seguente saggio è tratto dal volume Caravaggio nel patrimonio del Fondo Edifici di Culto. Il Doppio e la Copia, catalogo della mostra, Roma 21 giugno-16 luglio 2017, a cura di G.S. Ghia e C. Strinati, coordinamento scientifico di M. Cardinali, M. Cuppone e M.B. De Ruggieri, Roma 2017, pp. 27-28.




Nonostante il filone delle ricerche caravaggesche prosegua incessantemente e sovente dispensi interessanti acquisizioni, diversi nodi insoluti permangono e molto resta ancora da scoprire della vicenda storico-artistica del maestro. Basti pensare ai tanti quadri che oggi sono pressoché unanimemente accettati come suoi autografi, ma su cui le fonti forniscono tracce non esplicite, o tacciono del tutto. 
Così almeno sembrava – mi riferisco al secondo caso in particolare – per il soggetto del San Francesco in meditazione, finché nel 1908 Giulio Cantalamessa presentò il dipinto dei Cappuccini di via Veneto come un originale. Contestualmente, lo studioso trascrisse il contenuto di un antico cartellino, apposto sul retro della tela – poi coperto da una rintelatura finché non fu ritrovato durante il restauro del 2000. Esso, pur tacendo sul nome dell’autore, attestava in qualche modo la provenienza del quadro come dono ai frati da parte di Francesco de’ Rustici. Ma quanto alla paternità merisiana, su cui la critica ha ampiamente dibattuto anche per la presenza di altre versioni meno accreditate rispetto alle due oggi esposte, sembrava non fosse mai stato rintracciato un qualche appiglio storico. Eppure ne parlava una fonte antica, sfuggita, a nostra conoscenza nella sterminata bibliografia caravaggesca, agli studi specialistici, se non per un vago accenno di Giovanna Mencarelli in una scheda inventariale. Si tratta di una guida di Roma del 1750, edita da Gregorio Roisecco “Mercante di Libri in Piazza Navona”, che segnalava, allora nel coro della chiesa dell’Immacolata Concezione, “Il S. Francesco in piedi del Caravaggio” – ed è curioso, se è concessa una nota di colore, come nella storia di Caravaggio tornino (da un tempo ahinoi perduto) i librai della piazza: proprio qui, in un punto che ora possiamo ben identificare, aveva bottega il suo amico “libraro” Ottaviano Gabrielli.
Certo è singolare che il San Francesco, comparso nel 1750 – per la prima e unica volta secondo una fonte antica – come di mano di Merisi, venga descritto “in piedi”. Tale in effetti potrebbe pure sembrare, a un occhio meno interessato o scrupoloso sull’aspetto iconografico, piuttosto che in ginocchio sulla nuda terra. Come del resto Claudio Strinati nota acutamente nel suo saggio qui in catalogo, l’assisiate “ha un’impostazione solenne e più grande del normale mezzo busto, tanto da dare la sensazione di essere visto a figura pressoché intera”. Anche per questo, oltre che per l’identificazione dell’artista o quanto meno della sua ‘invenzione’, risulta arduo associare la fonte ai pochi altri soggetti analoghi oggi in chiesa. 
Si può anche contemplare l’ipotesi di una vecchia e più larga cornice, che avrebbe occultato una porzione maggiore di dipinto lungo le fasce perimetrali (in basso in particolare), tale da esaltare la sensazione di una “figura pressoché intera”. Viene comunque da domandarsi, ma sarà più una suggestione, se l’aspetto di figura stante non fosse dovuto a una scarsa leggibilità della tela all’epoca. Leggibilità che, più che all’ambiente, poteva essere legata a uno stato conservativo non eccellente, tale da non apprezzare le differenze tonali tra il saio e il terreno. 
Lo spoglio archivistico riserva comunque ulteriori ‘sorprese’ [...]

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"Caravaggio e Leonello Spada, un legame mancato? Una nuova rilettura del Malvasia", di Massimo Pirondini

Spavaldo, con cane al fianco, la mano sul pomo della spada, mantello corto calato da una spalla, giubba “trinciata”, cappello piumato e, infine, al collo una collana d’oro che diceva essergli stata donata dal Gran Maestro dei Cavalieri di Malta: così era ricomparso, in piazza a Bologna, verso il 1611, il pittore Leonello Spada, dopo aver lavorato a La Valletta ad affrescare alcune sale del Palazzo dell’Ordine. Ce n’era d’avanzo per meritarsi gli strali e le invidie dell’ambiente artistico locale, che invece sommamente lodava il fare modesto, serioso ed integerrimo del concorrente Tiarini [...]
Una vita sempre sopra le righe, si è detto, e delle sue intemperanze sono piene le pagine della biografia che, nella Felsina Pittrice, gli dedica Carlo Cesare Malvasia, il quale, oltre a quelle “scioperataggini”, non gli perdonava le sue, spesso ostentate, predilezioni caravaggesche. Ed è sempre Malvasia, nostra principale fonte sugli artisti bolognesi, a relazionarci sui presunti rapporti di Spada con Caravaggio. Vediamone i passi salienti 
“… e tanto perciò insinuandogli la maniera del Caravaggio, che non contento di prenderne l’imitazione da un S. Tomaso toccante il Santissimo Costato dello stesso, desiderò di praticarlo di persona”.
Riprenderemo in seguito il commento su questa copia che il nostro avrebbe tratto dall’Incredulità di S. Tommaso del Merisi e passiamo alla successiva segnalazione dello storico bolognese: Leonello sarebbe stato molto erudito in argomenti storici e mitologici, nonché di spirito vivace e portato alla poesia giocosa e satirica, e 
“... Queste fur le cagioni per le quali poi così volentieri fu accolto e accarezzato dal Caravaggio, ch’ebbe a dire aver pur finalmente trovato un uomo secondo il cuor suo; non so se perchè, buttandosegli sotto Leonello, non altro procurò che di compiacerlo in tutto, sino a farsi nudo e servirgli di modello; o perché poco anch’egli incontrasse nel suo umore fantastico…” 
Comunque Spada, dopo essere entrato in frequentazione con Caravaggio 
“…Tentò … di scostarsene più volte e di licenziarsi, ma sempre indarno, massime allora, che condottolo seco a Napoli l’Amergi lo tenne sotto ben quattro giorni a servirsene di modello per un S. Giovanni, rinserrandolo per di fuori entro la stanza, e porgendogli per un finestrino il vitto, per timore che non gli fuggisse; sì come avea fatto anche in Roma, quando nel suo S.  Matteo chiamato da Cristo all’Apostolato, per colui che ivi sta volto in ischiena, il ritrasse. Non potè dunque non passare con esso lui a Malta, indottovi dalla curiosità di mutar aria e veder altro paese…” [...]

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Presentazione il 5 ottobre a Napoli di "Entro l'aria d'una camera rinchiusa Scritti su Caravaggio e i caravaggeschi", di Gianni Papi

Recensione di "Operazione Caravaggio" su ArtItalies, di Michele Cuppone



Pubblicata sul numero 23 di ArtItalies. La revue de l'AHAI (Association des historiens de l'art italien) la recensione di Michele Cuppone a Operazione Caravaggio, volume a firma di autori vari fra cui Claudio Strinati, dedicato alla recente ricostruzione della perduta Natività di Palermo – installata nell'oratorio di San Lorenzo alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La recensione è occasione per sviluppare una suggestione dell'autore, già anticipata sugli schermi di TV2000 (link), il quale si interroga sull'identificazione dei personaggi raffigurati, in particolare sul cosiddetto san Francesco. Sono inoltre posti all'attenzione del lettore alcuni dettagli iconografici mai (o poco) notati del dipinto – di cui restano almeno due foto a colori degli anni '60 del Novecento (Archivio Scala ed Enzo Brai); fra questi, il pizzetto e i capelli ricci di san Lorenzo e, per san Giuseppe, una leggera stempiatura e i capelli bianchi (ma talvolta ritenuti biondi per via del generale tono giallastro di alcune riproduzioni), come emerge ancora meglio dalla copia eseguita da Paolo Geraci nel 1627-1628.

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Caravaggio repliche o copie? Intervista a Marco Cardinali e Maria Beatrice De Ruggieri

Apre a Milano, a cura di Rossella Vodret, la mostra Dentro Caravaggio, ideale proseguimento del volume Caravaggio Opere a Roma (Silvana ed.) incentrato sulla tecnica stilistica e sulle indagini diagnostiche di opere romane di Caravaggio, cui Beatrice de Ruggieri e Marco Cardinali furono coautori. Questa conversazione con loro ripropone il problema dell’importanza - ancora poco stimata in Italia - delle indagini scientifiche come supporto al lavoro dello storico dell’arte.


1D- Vorrei chiedervi innanzitutto come nasce il vostro interesse per questa particolare disciplina della diagnostica applicata alle opere d’arte, sulla quale avete sviluppato competenze che vi sono riconosciute a livello internazionale. 
R- Beatrice: Nasce inizialmente grazie a Corrado Maltese, un vero maestro, un’autentica punta intellettuale del suo tempo, appassionato di questo indirizzo di studi; poi con le esperienze in ambito universitario quando si verificavano i prototipi introdotti da Sebastiano Sciuti, noto fisico e scienziato, per rendere portatile la fluorescenza dei raggi X; in seguito, con la specializzazione post laurea a Siena; così, mano a mano abbiamo acquisito la consapevolezza delle profonde radici culturali di questi interessi e dell’importanza fondamentale di questo metodo di lavoro che è divenuto per noi il modo di fare storia dell’arte. 
R- Marco: Aggiungo che la nostra prospettiva è completamente dentro la storia dell’arte e non nasce per chissà quale forte passione verso la tecnologia; quello che dobbiamo al nostro maestro –da cui, come solitamente è nell’ordine delle cose, ci siamo via via differenziati- è sostanzialmente l’abbrivio che è stato di carattere semiologico, cioè lo studio dei segni interni alle opere d’arte, strutture dotate di materia e di contenuto espressivo in funzione delle scelte tecniche e materiali di un artista. 

2D- Tra poco approfondiremo questo discorso sulle tecniche e sui materiali, ma intanto vi chiederei un aggiornamento sugli ultimi strumenti e sui più recenti metodi d’indagine diagnostica applicata alle opere d’arte. Si parla di imaging di MA-XRF, ecc , come lo spieghereste ad un lettore di About Art amante delle belle arti ma magari non addetto ai lavori. 
M– La domanda è importante. Credo di poter dire che da questo punto di vista, circa gli strumenti e i metodi di analisi, ci troviamo ad un punto che rappresenta una grande occasione per gli studiosi e in particolare per gli storici dell’arte; in effetti, alle indagini diagnostiche viene ora riconosciuto un ruolo significativo anche da parte di storici dell’arte meno propensi ad accogliere il contributo della tecnologia. A mio avviso ciò è dovuto alla recente grande spinta delle tecniche di imaging, in grado di produrre immagini dotate di una sorta di capacità sintetica sia nel senso formale che caratteristico, cioè analitico. Mi spiego meglio: la scansione MA-XRF, che noi abbiamo avuto possibilità di sperimentare, è un’analisi che ci consente di acquisire informazioni analitiche circa la presenza di un elemento attraverso la sua distribuzione formale, descrivendo le pennellate in cui è contenuto; per cui ad esempio è possibile rilevare un determinato metodo nella stesura di un pigmento, che viene individuato non solo da un’analisi chimica bensì descritto nel suo impiego figurativo. E’ evidente allora che nello studio di un dipinto stile e procedimento tecnico formano un binomio inscindibile. 
B– Interessante è anche il fatto che le indagini di imaging, come la radiografia o l’ultravioletto, sono di tipo qualitativo, invece con alcune delle analisi recentemente introdotte si arriva perfino ad avere informazioni sulla forma cristallina di un composto senza fare prelievi ed ottenendo dati di notevole rilievo scientifico ...


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Intervista a Claudio Falcucci, coordinatore della sezione diagnostica della mostra "Dentro Caravaggio"



Claudio Falcucci, ingegnere nucleare, si occupa da più di 25 anni dell'applicazione delle tecniche scientifiche allo studio e alla conservazione dei Beni Culturali. In questi 25 anni ha sottoposto a indagine diagnostica un gran numero di dipinti antichi, compresi alcuni fra i maggiori capolavori dell’arte italiana e straniera. Conosciuto e chiamato a collaborare da tutti i musei del mondo è ritenuto uno dei più grandi esperti in materia di diagnostica applicata alle Belle Arti

- "Ingegnere vorremmo iniziare l’intervista per farla conoscere meglio al nostro pubblico con questa domanda: Lei lavora da ingegnere ai beni culturali e non è uno storico dell’arte. Qualcuno che rimane scontento del Suo lavoro ogni tanto glielo fa pesare. Faccia finta di essere sdraiato nello studio di un analista e che la risposta che sta per dare non la sentirà nessuno"-. 
Bisognerebbe per prima cosa trovare un posto libero sull’affollato lettino dell’analista… Scherzi a parte, credo che il mondo dell’arte abbia nel tempo imparato ad avvalersi di professionalità differenti. L’opera d’arte (almeno le opere che lei ha prima definito “antiche”) è innanzi tutto materia, che si presenta contemporaneamente come struttura e come aspetto, con due accezioni ancora più inseparabili di quanto non siano il recto ed il verso di una medaglia. Non sono parole mie, ma di uno storico dell’arte, anzi forse dell’unico storico dell’arte che nessuno si permette di contestare, Cesare Brandi. Gli studi di questi aspetti, inevitabilmente, richiedono approcci metodologici allo stesso tempo differenti e coordinati che, salvo casi realmente eccezionali, possono essere seguiti solo da persone differenti, con menti, mentalità e formazioni differenti. Lo storico dell’arte, insomma, non può più logicamente pretendere di essere l’unico attore in campo. Il restauratore, figura professionale eternamente in bilico tra quella dell’artigiano, dello scienziato e del conoscitore è sicuramente un altro degli attori necessari, come chi per formazione e per vocazione indaga l’opera nella sua struttura materica, sfruttando le metodologie scientifiche a disposizione. Ovviamente, le differenti competenze devono necessariamente e continuamente confrontarsi tra di loro, con la coscienza che ognuno costituisce solo un piccolo ingranaggio di una macchina molto grande e complessa. Solo il continuo scambio di informazioni e il confronto tra i diversi punti di vista consente di ottenere un effettivo incremento delle conoscenze, sulla singola opera e sull’artista che l’ha prodotta. Oltre a queste professionalità, sempre più di frequente si sente la necessità di coinvolgere nelle ricerche altre figure, più idonee dello storico dell’arte, del restauratore e dello scienziato ad affrontare determinati aspetti. Ad esempio, nell’interpretazione di atti processuali del XVII secolo, è forse difficile prescindere dal contributo di persone di legge, nello studio dell’abbigliamento o delle armi raffigurate in un dipinto è impensabile prescindere dal contributo degli studiosi di storia del costume o di storia delle armi. Sono fermamente convinto che la guida di tutte le ricerche debba essere affidata allo storico dell’arte, il solo culturalmente in grado di vedere questo problema nella sua complessità, ma che come ogni bravo coordinatore deve essere in grado di porre tutti i componenti del gruppo di ricerca in grado di lavorare nel migliore dei modi, senza sperperare informazioni potenzialmente preziose solo perché prodotte da filoni di ricerca poco affini alle sue conoscenze o negarne i risultati solo perché non in linea con le proprie attese. 

-"In questi lunghi 25 anni quale è il suo bilancio della scienza tecnologica in materia diagnostica che avanza. Siamo riusciti a sapere di più sulla tecnica esecutiva di Caravaggio? Quali sono gli errori interpretativi tra vecchia e nuova diagnostica. Per diversi anni si è sostenuto ad esempio che Caravaggio non disegnasse."- 
Fortunatamente in 25 anni non sono stato costretto ad occuparmi solo di Caravaggio, altrimenti non potrei più alzarmi dal lettino dell’analista di cui parlavamo prima. Il generale avanzamento delle conoscenze nell’ambito dei Beni Culturali prodotto dall’applicazione dei metodi scientifici è stato decisamente rilevante, si pensi ad esempio alla determinazione di molti processi di degrado delle opere, alle nuove tecniche di consolidamento e pulitura frutto del confronto tra scienziati e restauratori. Tornando a Caravaggio e alla sua tecnica, indubbiamente oggi sappiamo molto più di trenta anni fa di come egli dipingesse. Ricordo che durante le prime analisi che ho condotto sulle sue opere, durante la grande mostra del 1991/92 curata da Mina Gregori, la frase ricorrente era: “è inutile puntare la telecamera IR sui dipinti di Caravaggio, tanto non c’è disegno preparatorio: lo sappiamo perché lo scrive Bellori”. Oggi facciamo l’elenco dei dipinti di Caravaggio in cui è stata riscontrata la presenza di disegno preparatorio e ci permettiamo di reinterpretare le parole di Bellori, dicendo che quando scrive che Caravaggio è un pittore povero di disegno non si riferisce al fatto che le sue opere non fossero disegnate, ma che fosse un pittore un po’ misero dal punto di vista dell’invenzione della composizione, giudizio del tutto personale ed estraneo agli aspetti tecnici. Altre convinzioni sono radicalmente mutate nel corso del tempo, le famigerate incisioni che anni fa erano considerate come un tratto unico e distintivo dell’opera di Caravaggio sono oggi ricondotte ad un ruolo molto più limitato e, soprattutto, non esclusivo del pittore lombardo, le modifiche compositive (quelle che normalmente vengono indicate con il nome di “pentimenti”) che sembravano una cifra stilistica di Caravaggio sono oggi molto ridimensionate e, ovviamente, non più considerate una esclusiva del Merisi. Certamente oggi abbiamo idee più chiare di come Caravaggio realizzasse le sue opere, ma il vero avanzamento scientifico della ricerca è nella presa di coscienza che non esiste una chiave di lettura unica per i singoli aspetti di tecnica esecutiva, che esistono eccezioni e che sicuramente esistono altri accorgimenti che il pittore metteva in pratica e che noi non abbiamo ancora considerato. L’avanzamento consiste nel fatto che oggi sappiamo di non sapere… 

-"Quali novità gli appassionati del Merisi e il pubblico troveranno in questa mostra a Palazzo Reale."- 
Molte novità circa la genesi delle singole opere in mostra, qualche nuova ipotesi sulla tecnica pittorica, ma per ora non posso entrare nei dettagli


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