Sono passati 50 anni esatti dal furto della Natività di Caravaggio nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo, ma pochi passi in avanti sono stati compiuti. Del dipinto trafugato non si hanno più notizie dal 17 ottobre del 1969 e il furto resta tra i misteri più fitti del mondo dell’arte.
Antonella Lampone, allora 15enne, ricorda perfettamente quella notte. Figlia della custode dell’oratorio, Maria Gelfo, Antonella racconta al Guardian che sua madre e sua zia furono le prime ad arrivare sulla scena del reato. “Si agitavano e urlavano”. “Saltai giù dal letto e mi precipitai in chiesa fino all’altare sul quale il dipinto campeggiava da oltre tre secoli e che in quel momento era vuoto". Poi aggiunge: "Per noi fu una tragedia, un lutto. Non avevano rubato solo un dipinto, ma un membro della nostra famiglia”.
C’era solo un'organizzazione a Palermo in grado di trafugare un tesoro del genere: la mafia. In un’intervista video girata nel 2001 ma conservata in un cassetto e diffusa in esclusiva dal Guardian lo scorso mese, il parroco dell’oratorio, Benedetto Rocco, ha dichiarato che la Natività si trovava nella casa di un potente boss mafioso che lo aveva contattato via lettera contenente dei pezzetti di tela per convincerlo a sedersi al tavolo delle negoziazioni.
Anche Lampone ha confermato le dichiarazioni del parroco. “Ricordo che disse a mia madre che era stato contattato dall’autore del furto per raggiungere un accordo”.
Secondo Rocco, l’artefice del furto è Gaetano Badalamenti, al tempo uno dei più potenti gangster siciliani, in grado di gestire un narcotraffico tra Usa e Italia pari a 1,50 miliardi di euro. A quel tempo, Rocco informò la polizia delle lettere e della tela ritagliata ma le registrazioni con le sue dichiarazioni sembrano essere scomparsi.
Un mese fa, un investigatore siciliano ha contattato Lampone. “Ho chiesto se le dichiarazioni di mia madre fossero ancora conservate negli archivi. Era stata interrogata decine di volte e mi è stato detto che il materiale è scomparso”.
Per gli investigatori è una corsa contro il tempo. I principali testimoni e lo stesso Badalamenti sono morti. Rocco nel 2013, la mamma di Lampone nel 2006 e il boss nel 2004.
Nella settimana precedente il furto, Maria Gelfo, aveva chiesto di rinforzare le finestre della chiesa dopo che alcuni individui sospetti avevano le chiesto di poter entrare a guardare il quadro. “Mia madre era preoccupata, chiese alla curia vaticana di fare qualcosa per la finestra che si affacciava sulla strada e dalla quale era visibile il quadro, ma gli fu detto che non ce ne era bisogno”.
Le speranze di risolvere il mistero dietro la Natività sono state riaccese nel giugno dello scorso anno dopo che gli investigatori italiani avevano fatto sapere che Gaetano Grado, un pentito di mafia, ha rivelato che Badalamenti era stato messo in contatto con un commerciante d'arte in Svizzera, dove oggi i pubblici ministeri sono al lavoro in cerca di nuovi testimoni che potrebbero chiarire uno dei più grandi misteri della storia dell'arte.
La domanda principale è se il dipinto è in buone condizioni, anche se l'evidenza suggerisce fortemente il contrario. Nel 1989, un altro collaboratore di giustizia di nome Francesco "Mozzarella" Marino Mannoia rivelò al magistrato Giovanni Falcone di aver rubato il Caravaggio, arrotolando la tela per farla uscire di nascosto dalla chiesa. Lampone ricorda che anche un tappeto fu rubato quella notte, lo stesso che probabilmente fu usato dai ladri per arrotolare la tela e proteggerla dalla pioggia.
"Quella decisione si è rivelata fatale", ha detto Maurizio Ortolan, un agente di polizia presente durante l'interrogatorio di Mannoia, poiché la vernice, indurita nel corso dei secoli, si incrina facilmente.
"Mannoia ha detto che quando hanno aperto la tela, la vernice si era parzialmente disintegrata". Michele Cuppone, esperto del Caravaggio scomparso, ha spiegato che “arrotolare dall'interno una tela del 1600 è uno dei peggiori errori che si possa fare. Ci sono stati altri casi di dipinti rubati che erano stati arrotolati. Tutti erano segnati da profonde crepe orizzontali per l'intera lunghezza della tela".
[fonte: agi, liberamente tratto da The Guardian del 17 ottobre 2019, p. 36]
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