Siracusa, è polemica per il prestito del Caravaggio a Rovereto. "Tela fragilissima"

Comincia la discussione sull'opportunità di concedere il Seppellimento di santa Lucia a una mostra di Sgarbi a Rovereto. I dipinti siciliani di Caravaggio sono tra i meno prestati per mostre, proprio perché non ben conservati. Tanto che i due quadri messinesi in particolare, Resurrezione di Lazzaro e Adorazione dei pastori, sono stati dichiarati "inamovibili" nel 2013. Le diverse opinioni a confronto.


Il progetto di Sgarbi ha tutti i nulla osta necessari: "Partirà a stagione turistica finita". Il critico Giansiracusa: "Perché viaggiano solo le opere siciliane di Merisi?"
di Isabella Di Bartolo

Scoppia l'ennesimo caso Caravaggio a Siracusa. Non c'è pace per il Seppellimento di Santa Lucia che Michelangelo Merisi dipinse per la chiesa della borgata siracusana è che, dopo varie peregrinazioni, si trova nella chiesa della Badia di Ortigia. Da qui dovrebbe partire a fine agosto per la mostra del Mart di Rovereto curata da Vittorio Sgarbi. Ma Siracusa non ci sta. "Caravaggio resti a casa", tuona l'Archeclub con Carlo Castello. Gli fanno eco il sindaco e vicesindaco, Francesco Italia e Fabio Granata.
"C'è preoccupazione per la fragilissima tela - dice il critico d'arte Paolo Giansiracusa - Analizzando i dati statistici riguardanti i trasferimenti, per mostre e fiere, dei dipinti del Merisi, risulta che le grandi tele maltesi non sono mai state esposte fuori dalla Valletta, le opere romane di San Luigi dei Francesi non sono mai state staccate dalle loro pareti e così quelle di Santa Maria del Popolo e di Sant’Agostino, se non per questioni di manutenzione e restauro. Lo stesso dicasi per molte altre tele conservate nei musei presso istituzioni statali o private. Per farla breve, le opere del Caravaggio che vengono concesse con maggiore facilità sono quelle siciliane, nonostante la loro inamovibilità".
Immediata la replica di Sgarbi. "Sono il presidente del Mart e sono io ad aver inventato questa cosa perché, essendo stato assessore in Sicilia, da molto tempo volevo risolvere la questione e non c'erano i soldi per farlo con la Regione Siciliana", scandisce Sgarbi che sottolinea: "L'opera resterà a Rovereto per il tempo della stagione morta. Doveva rientrare a dicembre, ma se dovesse partire in ottobre rientrerà in gennaio. In ogni caso quando a Siracusa non mette il becco nessuno".
L'opera non partirà "prima del 26 settembre - continua Sgarbi - ho anche pensato che possa partire il 15 ottobre. Quando la stagione turistica, sia florida sia depressa per il coronavirus, è finita"
La proposta di Sgarbi è il prestito al Mart e, dopo un restauro, il ritorno del quadro alla borgata. "Il quadro  di Santa Lucia alla Badia - dice Castello - in piazza Duomo, accoglie in 5 ore circa tremila persone,mentre in borgata il Caravaggio tremila persone li fa forse in tre anni. Pensiamoci bene".
Un progetto, quello del trasferimento con restauro, che Sgarbi ha avviato "circa un anno fa quando - ricorda - sono diventato presidente del Mart e ho ottenuto che, con un accordo statuale, la provincia di Trento stanziasse 350mila euro per la manutenzione e per la collocazione definitiva in una teca. Il bene di cui parliamo è di proprietà del Fec, Fondo edifici di culto, ovvero ministero degli Interni, ovvero Stato". Un fondo in cui rientrano, spiega Sgarbi, "750 beni che non appartengono alle Regione ma allo Stato. Abbiamo avuto l'assenso del Fec, abbiamo ottenuto il via libera del presidente della Regione Siciliana Musumeci, abbiamo avuto l'accordo col presidente della provincia di Trento Fugatti, abbiamo ottenuto, attraverso l'arcivescovo metropolita di Monreale, l'autorizzazione del vescovo di Siracusa, abbiamo avuto la collaborazione e l'autorizzazione della Soprintendenza di Siracusa e l'intervento e verifica dello stato del dipinto da parte dell'Istituto Centrale del restauro". Tutti gli attori "sono stati coinvolti e ieri, da ultimo, ho parlato anche con l'ex assessore regionale e attuale assessore a Siracusa, Granata, che si è detto d'accordo", conclude Sgarbi .
Ma Siracusa non si arrende e si profila una nuova guerra nel segno dell'arte (fonte: la Repubblica). 

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