È l’estate del 1592. Da pochi mesi Ippolito Aldobrandini è salito al soglio pontificio con il nome di Clemente VIII e Roma lo ha accolto con il consueto miscuglio di tripudio e indifferenza. D’altra parte, che cosa aspettarsi da una città in cui convivono, senza troppe contraddizioni, innumerevoli ecclesiastici e altrettante prostitute? Arriva qui il giovane Michelangelo Merisi da Caravaggio, con poche monete in tasca e la testa colma di sogni di gloria: con le sue chiese avide di affreschi e i suoi mecenati, Roma è la meta di ogni artista in cerca di fortuna. Caravaggio conquista la prima notorietà nelle osterie e nelle strade... CONTINUA A LEGGERE SU IL SAGGIATORE.IT