Disponibile online il saggio di Michele Cuppone sui dipinti di Caravaggio nella collezione di Ottavio Costa










Finalmente disponibile online l'articolo “un quadro ch’io gli dipingo”. Nuova luce su Caravaggio per Ottavio Costa, dalla Giuditta al San Giovanni Battista, di Michele Cuppone.
L'autore, getta nuova luce sui tre dipinti caravaggeschi della collezione di Ottavio Costa, rivedendone alcune cronologie. In particolare, nuove osservazioni su aspetti stilistici, documentari e non ultimo tecnico-diagnostici, permettono di legare la Giuditta a un documento del 21 maggio 1602. In quello specifico momento, il pittore doveva essere già al lavoro sull'opera e stava ricevendo almeno il secondo acconto per la stessa, come risulta da una più attenta lettura del documento. Parallelamente, il San Giovanni Battista di Kansas City viene riportato al 1604 circa e comunque a un periodo successivo al 14 settembre del 1603. L'interesse di Ottavio Costa per Caravaggio, pertanto, si concentra essenzialmente attorno agli anni 1602-1604 e viene da chiedersi se il San Francesco in estasi non sia entrato nelle mani del collezionista ligure qualche tempo dopo la sua data di esecuzione (avvenuta nell'ultimo quinquennio del XVI secolo).


L'articolo, oggi disponibile online, era inserito negli atti delle Giornate di Studi "Caravaggio e i suoi" (Monte Santa Maria Tiberina, Palazzo Museo Bourbon del Monte, 8-9 ottobre 2016)
Caravaggio e i suoi, a cura di Pierluigi Carofano e pubblicato da Felici Edizioni (Pontedera, 2017), risulta esaurito ed è consultabile in biblioteche specializzate. Sono presenti al suo interno, oltre a quello di Michele Cuppone, almeno altri sei contributi a tema più strettamente merisiano: Emilio Negro, rilegge la partitura musicale del Suonatore di liutoEnrico Lucchese, si sofferma sulla figura del padrino di battesimo di Merisi Francesco Sessa e sui suoi legami con l'area veneta; Francesca Curti, indaga i rapporti del pittore con botteghe d'arte e committenze a Roma e in particolare intorno alla Natività di Palermo; Mario Marubbi, pubblica una copia del San Francesco in preghiera di Cremona; Nicosetta Roio, immagina un arrivo pressoché in contemporanea di Caravaggio e di Mario Minniti a Roma intorno al 1595; Stefania Macioce, presenta un indizio sull'autografia o meno della discussa Giuditta di Tolosa.


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