Caravaggio davvero “Sine ira et studio”? Una lettura non compiacente del volume con gli Atti del Convegno, di Clovis Whitfield


Il volume da poco pubblicato “Il giovane Caravaggio ‘Sine ira et studio’”a cura di Alessandro Zuccari e di M. Cristina Terzaghi, De Luca editori, Roma 2018, segue la “Giornata di studi” tenutasi con identico titolo, a cura dello stesso Zuccari, alla Sapienza Università di Roma il 1 marzo 2017. Anche se nel volume molto è scritto su Caravaggio non altrettanto spesso vengono alla luce nuove informazioni importanti, anche se tra questa serie di saggi vi è un’anticipazione della Vita di Caravaggio di Gaspare Celio (dal MS del 1614) riemersa grazie alle ricerche di Riccardo Gandolfi, in attesa della pubblicazione del testo per intero. Come accadde con la scoperta che ilprimo avvistamento dell’artista a Roma avvenne durante la Quaresima del 1596, (si veda il catalogo della mostra all‘Archivio di Stato nel 2011 cfr Caravaggio a Roma. Una vita dal vero. Catalogo della mostra (Roma, 11 febbraio-15 maggio) a cura di M. Di SivoO. Verdi, De Luca editori) ci vorrà ancora un po'ò di tempo perché le nuove informazioni si diffondano e in ogni caso occorre ancora una certa cautela a prendere come prova definitiva la testimonianza di un semplice barbiere probabilmente resa sotto costrizione nel 1597, e questo vale anche riguardo al saggio Caravaggio in viaggio da Milano a Roma di Giacomo Berra (cfr. Il Caravaggio da Milano a Roma: problemi e ipotesi): il quale propone, nel frattempo, diversi itinerari (via le bellezze di Venezia, Padova, Bologna, Firenze, se non forse Ancona o Genova) . 
Va detto che la maggior parte degli scritti del volume prendono in considerazione la nuova datazione (1596) dell’arrivo del Merisi a Roma, in parte perché le sue prime opere sembrano corrispondere bene a un inizio nella bottega di Carli ‘il siciliano’ nel 1596. Significa però che non possiamo più parlare, come fa il titolo di questo volume, del ‘giovane Caravaggio‘ – oltre al fatto che quegli anni dal 1592 al 1596 sono diventati un mistero – visto che aveva già 25 anni cioè più della metà del corso della sua vita, quando è associato al suo primo (?) scalo a Roma. E comunque, dato quello che apprendiamo riguardo ad una travagliata partenza da Milano, è difficile immaginare che non sarebbe stato notato a Roma se fosse arrivato davvero nel 1592, visto che la sua vita finì da subito inevitabilmente sotto gli occhi del pubblico.
Nella biografia di Celio, di cui ci viene data un’anticipazione da Gandolfi (Cfr. “Notizie sul giovane Caravaggio dall’inedita biografia di Gaspare Celio“) le circostanze del coinvolgimento del Merisi con il cardinale Del Monte ci dicono alcune cose importanti che prima non sapevamo. Probabilmente avremmo anche potuto immaginare che fosse stato Prospero Orsi colui che avvicinò Caravaggio Del Monte, ma Celio è il primo a dirlo. In quel frangente l’artista era ancora apparentemente senzatetto, come lo era stato quando aveva lavorato inizialmente per Carli e dormiva in un rifugio di fortuna accanto alla statua di Pasquino (dietro Piazza Navona). Ma la cosa più interessante di tutte, è che ci dice che Orsi portò Caravaggio a dipingere alcune copie per il Cardinale. Gandolfi finora non ha fatto molta attenzione a questo dettaglio, che invece appare di grande rilevanza per la carriera dell’artista e per la specialità per la quale aveva evidentemente guadagnato una reputazione tale per cui veniva deriso dall’establishment. ‘Dopo desiderando il cardinale del Monte un giovane, che li andasse copiando alcuna cosa, Prosperino vi accomodò esso Michelangelo’
È affascinante l’idea che questo ragazzo godesse evidentemente già di un credito tale da essere ritenuto in grado di fare copie esatte, e infatti Del Monte aveva bisogno di un simile specialista – molti se non la maggior parte della sua vasta collezione di dipinti era composta da copie, visto che non era certo il più ricco tra i mecenati del tempo [...]

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