Per il direttore dei musei vaticani il dipinto è "una copia modesta" di un originale andato perduto di qualche pittore di qualità, ma non del Merisi.
Dietrofront dell'Osservatore Romano sull'attribuzione del dipinto raffigurante il Martirio di San Lorenzo ritrovato nel Convento della Compagnia del Gesù a Roma. Non è un Caravaggio. Il direttore dei musei vaticani, ed ex ministro dei Beni culturali, Antonio Paolucci, anticipa oggi, sempre sull'Osservatore, il suo giudizio sul "Martirio di San Lorenzo", dipinto conservato nel Convento del Gesù a Roma e su cui, la scorsa settimana, si era aperta una discussione se fosse da attribuire o meno al Merisi. Domani, un gruppo di esperti illustreranno l'opera e i loro pareri alla stampa internazionale. Per Paolucci il dipinto è "una copia modesta" di un originale andato perduto di qualche pittore di qualità ma non di Caravaggio. "Bastava guardare le foto pubblicate sui giornali", commenta, laconico, il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro. "Il livello qualitativo della tela che si conserva nella sagrestia della Cappella dei Nobili al Gesù di Roma è modesto", afferma Paolucci. "Bella l'idea del san Lorenzo drammaticamente dialogante sulla graticola del suo martirio, suggestivi i ceffi dei manigoldi impegnati nell'esecuzione atroce. Poi però guardi da vicino e vedi mani prospetticamente sbagliate, anatomie goffe e disarticolate nei nudi in secondo piano sulla destra, panneggi incerti, stesura pittorica inadeguata", sottolinea il direttore dei Musei Vaticani. "Insomma, la qualità non c'è mentre in Caravaggio ..... CONTINUA A LEGGERE SU "LAREPUBBLICA.IT"